8 aprile 2022

post del venerdì

 Caro papà, 

ieri ho realizzato che nella vita media di una persona, l'emozione dell'estate che arriva avviene soltanto per circa 80 volte. Nel tuo caso ancora meno.

Tu lo sai, la mia predisposizione a pensieri malinconici.

80 estati non sono molte, considerato che le ultime saranno funestate da acciacchi senili, gite nei centri commerciali alla ricerca del refrigerio a buon mercato per pensionati, vacanze sotto i 1000 metri di altezza per i più fortunati, il tutto corredato probabilmente da un surriscaldamento globale che avremo ormai consegnato nelle mani dei nostri eredi.

Al mattino le mie sveglie sono cambiate. Sul cellulare alle 6.45  ho impostato un musica suicidaria che nel suo intento vorrebbe essere zen, ma è peggio di creep, e non riesco a modificarla. Non importa, perchè tanto alle 5.00 c'è quella del Gmarito (cinguettii digitali offerti da Apple), e alle 6.15 abbiamo i paradigmi greci, le declinazioni latine o i Promessi Sposi a seconda del palinsesto scolastico di WonderWoman.

Verso le 6.55 ci sono gli improperi irripetibili di Megamind che rientra in casa per recuperare qualche libro dimenticato, ed eventuali altri alterchi di Catwoman diretti generalmente a sua sorella.

SuperMario si sveglia senza problemi alle 7,15.

Ricordo, senza alcun rimpianto comunque, i risvegli della prole in età elementare, che necessitava di interventi fisici diretti, vestizioni, recupero di grembiuli dal cesto della roba sporca, merende dimenticate, autorizzazioni firmate in ascensore, scarpe per l'ora di motoria introvabili.

Il tempo è proprio un mistero.

Ho sognato che mi davi un ritaglio di giornale con un pezzo di una poesia di Rilke. Avrei voluto vedere quale fosse, ma a quanto pare nei sogni non possiamo leggere.

Ho scoperto anche un'altra cosa interessante.

A quanto pare noi possiamo ricordare un evento una sola volta. Quella successiva è il ricordo del ricordo. Così, ogni volta che ricordiamo ci allontaniamo sempre di più da nostro passato, generando dei sottoprodotti influenzabili sempre di più. 

Ho scritto un secondo libro di poesie, che non sono riuscita a farti leggere. Le tue ultime settimane eri già distaccato dalle cose, e la tua leggendaria curiosità e acume erano disinnescate da un orizzonte sconosciuto e anche pauroso.

Ne ho scritta una che racconta di quando ti sogno, la notte. Ci piace pensare che è un modo per farci visita, ma è una cosa che non sapremo mai.





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