23 ottobre 2012

impara l'arte e mettila da parte

E' sera e la sottoscritta tenta di centrare col cucchiaio una polpetta.
Col cucchiaio non è facile.
Ma non lo sarebbe nemmeno con una pala da giardino perchè la sottoscritta può contare due sole ore di sonno, senza considerare la mezz'ora di svenimento sul letto con SuperMario attaccato alla sua tetta e Katwoman (malaticcia) davanti al beneamato film CattivissimoMe.
In quanto SuperMario ha deciso che lui le coliche se le fa venire a due mesi emmezzo, che sarebbe il momento in cui di solito le coliche vanno via.
Che fino a ieri avevamo scherzato. Ecco, cari miei, come sono le vere coliche.
 Ed ecco quindi che mentre la sottoscritta cerca di mettere a fuoco la polpetta per infilzarla cruemente, SuperMario attacca la sirena.

E il SignorG, forse sentendosi colpevole per il fatto che quella sera sarebbe evaso per andare al consiglio comunale (un cittadino modello è), ha preso il piccolo antifurto in piagiamino giallo e ha attuato la sua tecnica di colpetti a pancia in giù, alternati a carezzine con un sottofondo di dondolamento ritmico chiamato in linguaggio tecnico puericulturale: sdondagliamento.

E naturalmente fa effetto, perchè le vibrazioni rincoglionirebbero chiunque.
Anche me che lo guardo solo.
-Ecco. Guarda. Non sono bravo? Non mi merito un premio? Non sono un grande esperto?-
-Amore, vedi. Tutta quella pratica di grattini alla fine è tornata utile-
(E poi penso (o forse dico, non so, a volte penso le cose che non dico, a volte dico le cose che non penso a volte dico senza pensare):
-Portatelo mò al consiglio comunale, và. Così dormo un paio d'ore-)

17 ottobre 2012

conversazioni con (e de) gli uomini

canversazione 01

-Ma cos'è la forza di gravità?-
chiede MegaMind
Sto per rispondere che è quella cosa che fa cadere interra le mele, ma menomale che il G marito interviene prima che io travii i concetti base della fisica nella mente del figlio.
-E' quella forza che fa sì che un corpo... (blablabla...non me lo ricordo più, abbiate pazienza. Il mio cervello è programmato per tenere poche semplici cose necessarie alla vita quotidiana)-
-E perchè, ALLORA, la luna non cade sulla terra?- si interroga aggrottato MegaMind.

(Mmmm, non ci avevo mai pensato.)

Ma tanto risponde il marito ingegnere:
-Perchè esiste un'altra forza che impedisce che due corpi vengano in contatto. Come per me e la mamma, vedi? C'è una forza che impedisce che i due corpi vengano in contatto, Si chiama SuperMario.-

-Non ho capito.- Fa pensoso MegaMind.

Non puoi capire, MegaMind, ma è lo stesso motivo per cui il papà fuma un pacchetto di sigarette al giorno, di questi tempi.

canversazione 02 (ma chiamarla conversazione...)

-Amore, già che esci, porti giù la spazzatura?-
-Umm, si. Un attimo. Dopo ti porto.-

16 ottobre 2012

pannolino lavabile pavese: il pavesino lavabile e lesboamica pavese

Dopo avere tormentato tutti i conoscenti e non, tramite svariati mezzi di comunicazione quali Faccialibro, telefonate strategiche, post-it, messaggi subliminali, cartelli segnaletici e il qui presente blog, i risultati sono stati questi.
1) Il G marito mi ha tacciata di grande maleducazione rinfacciandomi tutti i ragionamenti sulla gratuità del regalo che ci ha portato a rifiutare la lista nozze a favore del regali libero (leggi: 4 servizi da caffè*).
-e poi che schifo, chiedere pannolini.- ha concluso.
2) Le persone mi hanno tutte guardato con la faccia da che schifo, chiedere pannolini
3) Ho ricevuto svariate tutine (bellissime devo dire) e anche dei graditissimi regali alla sottoscritta.
4) Perfino mia madre mi ha snobbato, dunque li ho acquistati via web

L'unica persona-fedele lettrice di questi blog-(ti meriti un premio solo per questo, Nico) è lei, la lesboamica di Pavia.
Per dovere di cronaca devo dire che non è lesbica (è sposata e si è riprodotta- si lo so, non vuol dire-), ma il nome proviene da un simpatico aneddoto che un giorno citerò.

Lei e il suo marito romanista, che è  bigamo, in quanto ha sposato sia la mia amica che la Roma, si sono messi in moto per farmi felice e regalarmi questo benedetto pannolino lavabile.
E dopo avere telefonato a negozi di mezza Pavia, hanno localizzato il posto e il marito è partito verso la mission.

Là sul posto ha potuto constatare che era rimasto UN SOLO pannolino lavabile, e dopo esserselo aggiudicato, mi ha pure telefonato in tempo reale con la sua irresistibile parlata romana (che a brignani gli fa un baffo) per sincerarsi che il prodotto fosse consono:- Dunque, dalla  cofezione cè sta mutanda...giallina. Sembra pelosa. Forse di spugna. e poi 'na figura con sti cosi, che semmettono dentro la mutanda. E' fatto di tre pezzi 'nsomma. Cheddici?-
Già il fatto che un uomo vada ad acquistare dei pannolini, è da fargli un monumento.
Che poi intuisca pure che esiste una differenza tra un normale pannolino e uno lavabile è straordinario.
Ed è stato pure in grado di descriverlo (che gli uomini se gli chiedi di descrivere qualcosa che non sia una macchina o un aggeggio elettronico, vengono còlti a afasìa).
Nico, ma lo sai che hai sposato un uomo con doti al di sopra della media?E' bigamo, ma al di sopra della media.

Comunque.
Sono pure venuti a trovarci e con grande orgoglio il marito Bigamo mi ha dato il pacchetto.

E dentro, c'era un pannolino.
Usa e getta.

Il signor G dice è  stata una punizione divina per avere fatto un paiolo così a tutti con il trip dei lavabili costringendo un povero marito all'umiliante acquisto di pannolini.

La storia ha un lieto fine. Il negoziante si è preso un cazziatone dal marito Bigamo, il quale però è dovuto tornare a cambiarlo controllandone il contenuto.
Oggi il pannolino pavese, il pavesino lavabile, è stato testato con successo da SuperMario: ci ha scagazzato allegramente dentro nonstante sia stitico. Un grande traguardo.

*(servizi da caffè che abbiamo usato tutti, a causa della mia propensione a romepere svariate tazzine)



11 ottobre 2012

sweet dreams-dedicato a Peter S.G.

Questo blog è nato quando mi sono presa un svarione.
Il rischio dello svarione c'è ad ogni curva della (mia) vita. Anche ad ogni dosso o cunetta. Anche sui rettilinei, direi.(Forse non è la strada il problema, ma la conducente).
Anche adesso, direi che devo guardar bene la strada.

Dicono che i sogni non siano altro che immagini impazzite, rifiuti visivi di emozioni scartate dal cervello. E che la nostra mente, che è programmata per dare senso a tutto ciò che la sollecita, organizza in eventi concatenati, in racconti, in storie.

La nostra mente non accetta il NON senso.
E nemmeno la nostra anima.

Anche da svegli, la vita vera, le ore, i giorni, possono essere solo frammenti, senza un senso. Senza una colonna sonora che dia loro un senso.

Penso a delle immagini banali e prosaiche. Che so, la casalinga che pulisce il bagno. Un uomo che prende l'autobus. Un ragazzo che scende dal letto. Un tavolo apparecchiato.Uno che porta fuori la spazzatura. Un tombino.
Se le riguardo con una musica di sottofondo hanno acquistato senso. Allegro. Drammatico.Divertente. Eroico. A seconda della colonna sonora scelta.

Ecco, tutto sta nel scegliere la colonna sonora giusta.
Qualcosa che unisca.
Che dia ordine.
Una colonna sonora per tutte le ore snocciolate a fare cose orribili, o puzzolenti, o noiose o mediocri.

(Sapendo che c'è un Compositore che fa sempre musica buona per ogni nostro istante. E escludendo decisamente i Radiohead)


Non mi rompete sugli errori di ortografia che scrivo allattando

Ed ora un post d'antan:


lo zio cenerentolo

Per chi legge il mio blog da un pò sa-o forse non sa-(chi si ricorda cosa ho scritto 200 post fa?) che ho 4 fratelli, di varie dimensioni e specie. Lo zio G., avvocato, scapolo ancora per poco (anni37), lo zio Pigna (anni 33), zio d'America che se ne sta in Kentachi (scrivo come si pronuncia, perchè sono misanglofa) a curare gli alberi e fraternizzare con tarantole, la zia A, avvocato-vizio di famiglia- (anni 28), che è uscita da poco di casa, scapola pure lei, con una recente passione per crauti e Goethe; e lo zio Peter (anni 21) studente e provvisoriamente lavoratore a Milano Marittima, nota meta turistica della Bologna-bene (e anche un pò male).
Lo zio Peter, non essendoci più il servizio militare che tempra l'uomo rendendolo più maschio, all'inizio di una estate che si sarebbe prospettata un deja-vu di noia e vuoto, ha preso un rovente treno interregionale straripante di adolescenti in infradito e telo mare sotto il braccio, e si è diretto verso la Riviera.
Adriatica.
Sotto il braccio un blocco di curriculum molto brevi ma con una sua fototessera che prometteva meglio di qualsiasi esperienza lavorativa.
E poi, tra Rimini, Cattolica e Milano Marittima, ha scandagliato pensioncine ed alberghi e ristoranti.
Finchè un bel giorno ha trovato finalmente lavoro in un Albergo extra lusso di M. Mttima, come uno dei tanti lavoratori stagionali, un popolo di invisibili mercenari disperati e spesso extracomunitari.
Ha avuto inizio il suo pseudo servizio militare condividendo una topaia puzzolente con slavi e bulgari e cecoslovacchi, imparando pure a distinguerli dall'accento e dal taglio di capelli. I pochi italiani, tutti napoletani.
Lo zio Peter ha imparato alcune cose. Cosa sia una lavatrice (l'unico problema è che forse quando tornerà a casa cercherà di infilarci dentro un gettone).
Come si lava un pavimento.
Quanto sia buono un piatto di pasta asciutta al dente.
Che se studiava l'inglese di più era meglio.
Lo zio Peter è diventato un Cenerentolo. Serve ricchissimi Magnati russi che prenotano suite di 100 metri quadri con piscina in camera e Russa nuda incorporata, e dorme in una catapecchia sporca e desolata tanto quanto un camino spento sporco di fuliggine. Se ha del tempo libero fa il bucato delle sue due sole divise da pinguino, e lava il pavimento della sua cameretta togliendo qualche strato di sporcizia depositata da varie generazioni di lavoratori stagionali. Forse fa anche amicizia con le pantegane del luogo che gli portano qualche pezzetto di parmigiano stagionato 48 mesi rubato dalla dispensa.
E mentre ricchissimi ospiti sbafano caviale e champagne e aragosta e piadina romagnola appena sfornata, lui in mensa mangia tutti i giorni pasta molle al pomodoro e petti di pollo, e fa colazione con le brioches avanzate del girno prima, dai piatti dei ricchi.
Ma quando indossa la sia divisa lo zio Cenerentolo si trasforma in un perfetto e fascinoso e giovane ed abbronzato inserviente d'albergo, e il direttore quando lo ha guardato  gli ha detto: due regole. Sempre gentile anche con gli stronzi, e non sedurre le ospiti dell'albergo. (E possibilmente nemmeno farsi sedurre da vecchie ingioiellate, rugose ma con le tette finte).
Lo zio Cenerentolo lo sa. E' diventato più uomo. Quando sarà pronto lascerà una scarpa nr 41 in ascensore in attesa che una ereditiera possibilmente giovane e bella se lo carichi sulla sua Ferrari rosa e se lo porti via.
Oppure, terminata la stagione, ricomincerà l'università.
Giurisprudenza.
E' un vizio di famiglia.


settembre 2011

10 ottobre 2012

sveglie

Di sveglie ne abbiamo passate tante.
Sveglie delle coliche, sveglie al wustel, sveglie alle 6 di mattina e sveglie a mezzogiorno. Sveglie non sentite, sveglie fracassate giù dal comodino, sveglie musicali e sveglie drammatiche.
In ogni caso per me svegliarmi è sempre stato un problema.

Ma ora ho escogitato una stategia.

Suona -sul cellulare-una sveglia alle 6.36,
una alle 6.50,
una alle 7.00 (altrimenti detta ultima spiaggia).

La prima la ignoro.
La seconda-suoneria da telefono SIP anni 80-è impossibile ignorarla.
Devo alzarmi con gli occhi iniettati di sangue.
Perchè il cellulare si trova sulla splendida libreria Billy del corridoio, sufficientemente lontano dal letto affinchè nel tragitto il mio stato di veglia sia tale da essere più tentata dal caffè in cucina che dal letto.
Non guasta disseminare il tragitto di ostacoli che destino il mio istinto di conservazione, ma di solito quelli ci sono già. Tricicli, pentolini, spade, moschetti e seggioline micidiali.
Spengo il cellulare senza fracassarlo e mi godo il meritato premio.
Ovvero-SuperMario permettendo, un caffèlatte in solitaria nella cucina deserta.

Alle 7.15 suona la sveglia dei Fantastici4, una vecchia sveglia meccanica che suona come la campanella d'allarme della caserma dei pompieri
.
La reazione non è decisamente da caserma.
(ma le esclamazioni, sì)

8 ottobre 2012

figure D. M.

Premessa: mamma non leggere questo post. Poi non dire che non te l'avevo detto.

Succede che da Bologna arriva l'amica-amica che è diventata zia putativa dei Fantastici4.
Succede che vanno al bar del centro a prendersi un caffè come si deve e a fare quattro chiacchiere per raccontarsi reciproci gossip e  sfighe (e in questo l'amica-amica è campionessa in carica).
Succede che la sottoscritta decide di prendersi anche un dolcetto in barba alla fantomatica dieta che non ha mai cominciato.
Succede che-sempre la sottoscritta- per fare la brillante col barista (che per inciso è un bel figliolo cubano che si chiama come il leone di Madagascar) e dare l'impressione di essere una abituè, con nonchalance e tono di voce da bancarella del pesce, lo apostrofa:
-Dai, Alex, dammi il biscotto.-
Succede che troppo tardi la sottoscritta si accorge della gaffes, quando ormai tutto il bar la guarda e l'amica è piegata in due dal ridere-nonostante il mal di schiena.
Succede che fugge dal bar senza voltarsi inditro, nemmeno quando Alex la saluta e le chiede:
-Ti è piaciuto il biscotto?-

La sottoscritta si è bruciata il suo bar preferito.

2 ottobre 2012

tre porcellini: update

Ho controllato. Quattro porcellini non esistono.
A meno che non scriva una favola apposta.
Con l'arrivo di SuperMario c'è stato bisogno di aggiornare lo stato della Gfamily.
Il G marito sta ancora pensando che (forse) deve comprare un altra macchina con almeno un posto in più e divorziare dalla passat -cosa che lo ha fatto iniziare a fumare-.
E poi c'è la questione dell'update per i nomi dei porcellini, che non sono più tre ma quattro.

I quattro evangelisti? pretenzioso
I quattro cavalieri dell'Apocalisse? pessimista
I quattro dell'avemaria? tristanzuolo
I quattro suonatori di Brema? ma non suonano. E non so dove sia Brema.

Poi l'ispirazione è arrivata con SuperMario, e ho deciso per i Fantastici4.
E più generalmente a 4 supereroi.

Mi mancheranno i porcellini, ma ormai sono diventati grandi (anche se non più amanti della propria igiene personale).

Il primogenito è MegaMind. Cerebrale. Permaloso. Competitivo ma insicuro. Intellettuale. A volte geniale e spesso isterico.
Ama i supereroi, i fumetti, ha generalmente gusti anni sessanta: pane col la marmellata, i soldatini di plastica, i lego, la frutta cotta e sopra ogni cosa Guerre Stellari.



La secondogenita, ora finalmente non più "quella di mezzo", promossa dall'arrivo di SM e dall'ingresso alla scuola elementare al grado di sorella grande.
Lei è WonderWoman. Con una energia vitale inesauribile tra i suoi super poteri.
Allegra, ridanciana, festaiola, amante del rosa shocking come negli anni '80. Lei adora andare al bar, prender l'aperitivo, ballare in mutande davanti allo specchio, inventare storie fingendo di leggere e giocare a briscola.


La terza, ama precisare che non è più l'ultima per due motivi: il primo che è nato SuperMario, il secondo che-come ha sentito una volta in chiesa- gli ultimi saranno i primi, dunque lei è prima.
Lei  assolutamente e decisamente è CatWoman. Seduttiva, un pò subdola, opportunista e coccolosa. Fa le fusa per ottenere quello che vuole. Ha sempre l'ultima parola ed è razionale e volitiva. Tra i suoi superpoteri la capacità di cadere sempre in piedi e occhi ipnotici da gatta.



E infine SuperMario. Con superpoteri tutti da scoprire. per ora direi che l'unico che ho scoperto è il rigurgito acido a getto. Decisamente corrosivo.
Testa rotonda di velluto.
Da una settimana sorride anche alla mamma, oltre che alla sua tetta.
Staremo in campana.