Comunque.
Sta arrivando l’estate e io ho l’ autonomia di mia nonna a
ottant’anni.
C’è stato un momento della mia vita non molto felice, in cui
desideravo avere già ottant’anni. Arresa alla vita. Dopo avere già vissuto. E
passare ore seduta alla finestra della cucina davanti alla pianta di geraneo
sul balcone, cucinare cose ipercaloriche per i nipoti, vivere di ricordi, di
crema nivea, di piccoli piaceri strappati alla vecchiaia.
Si, molto triste. Ma non del tutto, in fondo in fondo.
Beh, comunque ora posso dire che mi sia stato concesso un
assaggio di vecchiaia.
(A parte i cibi ipercalorici, ma potrei sempre essere
condannata a diventare una vecchia obesa perennemente a dieta)
Intanto, per cominciare, sento il tempo con due giorni di
anticipo.
Ci metto ore ad attraversare sulle strisce. Faccio segno con
la mano alle macchine. Tipo: porta pazienza che sono vecchia.
Ho bisogno del corrimano per salire e scendere le scale.
Faccio un sacco di cose da seduta che prima facevo in piedi.
Guardo le riviste degli ausilii da vecchi. (presente quei
cataloghi di oggetti improbabili over 70 , tipo calze per alluci valghi,
bastoni prensili, scarpe riposanti, copridivani con rose inglesi stampate,
reggipetti rinforzati termici in lanamerinos?)
Indosso solo scarpe larghe.
Ho una caviglia che sembra una mortadella.
Ho messo una calza contenitiva di quelle bianche, 1570
denari. (una sola, ma molto sexy, è autoreggente. Nonostante la mia gamba
sembri un insaccato)
Camminando lentamente, noto un sacco di cose. Persone,
dettagli.
La gente mi apre le porte.
No, non mi fermo a guardare i cantieri perché quello lo
fanno solo i vecchietti maschi.
Dormo con una gamba su un cuscino rialzato
Quando comprerò un carrellino per la spesa, mi prendo una
torta e spengo 75 candeline. Così, per provare che effetto fa.