30 gennaio 2014

l'istinto primordiale per una cacca

Mentre sono in servizio sento un grugnito animalesco provenire dalla mia tetta sinistra.
Visto che non ho alcuna tetta bionica, l'unica cosa che può emettere un suono da quelle parti, è il mio cellulare, posto nella tasca sinistra del giaccone, insieme alla penna assassina.

Sono in pattuglia e quindi inizialmente faccio finta di niente.
Poi da lì proviene pure un suono di scoreggia, quindi ovviamente per salvaguardare la (poca) reputazione professionale che mi resta, estraggo il cellulare.

E lì c'è una scritta: Pou è affamato.

Cos'è Pou?
E' una cacca.
Una cacca viva.
Una cacca con gli occhi e la bocca, che fa la cacca. (una meta-cacca insomma)
Quindi evidentemente ha anche un intestino, se fa la cacca,  e pure uno stomaco, visto che ha fame.
Questa cacca vive sul mio cellulare e bisogna accudirla, pulirla e darle da mangiare; puoi comprarle dei vestiti da sera, e  ogni tanto devi farla divertire sennò si deprime.
E' un giochino che ho scaricato perchè mi sembrava innocuo, da far fare alle bambine, sul mio telefono, nei momenti in cui devo disattivarle per necessità urgenti (una telefonata, una doccia, un seduta tranquilla in bagno).

Solo che questa cacca si è abusivamente impadronita del mio telefono,e non si può spegnere, e alle 8,20 della mattina vuole essere lavata e vuole mangiare.

Clicco sulla scritta e compare Pou con una faccia sconsolata e gli occhi che fanno i lucciconi, tutto sporpo e con una cacca al suo fianco.
-Scusa rispondo al messaggio, sai, mi hanno cambiato la suoneria i bambini, quelle pesti-

Pulisco Pou con sapone e lo lavo con la doccetta.
Ha fame. Apro il frigo.
Sbircio il collega.
Non mi ha visto.
In frigo ci sono solo uova e pancetta, bibite gasate, cioccolata, patatine fritte e pizza ai peperoni.
Ma che razza di cibo spazzatura comprano le mie figlie? Qui lo ammazzano.
Acquisto della frutta e verdura -più sana- e anche un pò di latte.

Pou mangia. Torna a sorridere. Poi gli spengo la luce e si addormenta.
(come sono carini quando dormono)

Dicono che quando una diventa madre il cervello subisca delle modifiche neuronali molto simili a quelle della pazzia.

Ora so che avevano ragione.

28 gennaio 2014

"VEDO LA GENTE MORTA"

E dopo la gag del LAPIS che io probabilmente usavo con l'inchiostro a scuola nel lontano ottocento, giungono altre conferme della decrepitezza (si può dire?) di noi genitori generazione anni 70.

Con una mia omonima (sì, si chiama proprio come me: HysterikMom) madre della migliore amica di WonderWoman, commentavamo giusto stasera (consolandoci ingerendo milionate di calorie sottoforma di chiacchere) che quando diciamo "dieci anni fa", pensiamo ancora agli anni 90.
E invece era il 2004.

Nel mentre sua figlia settenne si ferma davanti al mio telefono fisso, munito di filo e cornetta  (!) e tasti bianchi e chiede:
-Ma come SI USA questo COSO?

La stessa settenne-mi racconta HysterikMom2- chiede al papà che si accinge ad uscire, una sera, dove stia andando.
Lui risponde che va ad una cena coi suoi compagni di scuola.
Lei strabuzza gli occhi, (ed io immagino-pur non assistendo alla scena- strafocandosi con la pastina in brodo):
-Perchè, sono ancora VIVI?!?-

Probabilmente noi abbiamo assistito pure al BigBang, e se ce lo chiedono, dobbiamo raccontarlo minuto per minuto.

Perchè loro sono il presente.
Noi, Storia.


22 gennaio 2014

l'ottocento

Conversazioni davanti ai compiti

Megamind:-Mamma! cos'è, 'sto esercizio, c'ha delle parole in inglese che non capisco! Cos'è 'sto lapis? Devo scrivere una frase con LAPIS-
Io:- Non è inglese, è latino. E' tipo una penna, una matita. E' una parola vecchia che indica una penna che si usava tanti anni fa-
WonderWoman si intromette: -Antica? Ah, e di quando?-
Io:- Mo...non so. E' una cosa che si usava tantissimi anni fa, nell'ottocento.-
WonderWoman:-Ahhhhhh! Quando eri piccola tu.-

Megamind intanto scrive: "Il mio Lapis scrive malissimo"
Eh, certo,  è del paleozoico.
Come sua madre, del resto.

post vintage e La Questione Delle Unghie

Questo post è vecchio, è del blog precendente, quello che  è morto, quello soppresso, che non sono riuscita a salvare.
Ma nonostante si di 4 anni fa, il problema è sempre attuale.

l'amore è un tubetto di attak

Io mi mangio le unghie. Non è che le rosicchio. Le mangio. Mi nutro delle mie unghie. O meglio le mie nevrosi si nutrono di esse.
Dall'età di 14 anni le mie mani sono corredate da moncherini di unghie e pellicine raccapriccianti. Lo smalto non l'ho comprato mai in vita mia. A parte quello al peperoncino, che non ha sortito alcun effetto perchè in fondo il gusto piccante si sposa benissimo con quello delle mie unghie.
Ho sempre pensato che quando sarei diventata una donna matura ed equilibrata, sarei stata pronta per avere unghie perfette.
Motivo per cui ho ancora dei moncherini.
Finchè un giorno ho deciso che, in occasione di uno dei tanti matrimoni degli innumerevoli prolificissimi parenti del signor G., avrei provato l'ebbrezza di essere una donna matura.
E mi sono comprata delle unghie finte.(si perchè sono andata dall'estetista per fare la ricostruzione delle unghe ma questa, con commiserazione e schifìo, ha detto che non c'era nulla su cui costruire)
Prima di capire come si usassero ne ho buttate una trentina, il pavimento della cucina era pieno di macabre unghie , alcune sono ancora appiccicate al tavolo, conferendogli un aspetto inquietante da famiglia Adams.
Poi mi sono appiccicata assieme due dita, perchè la colla per unghie è potentissima, e sono rimasta così per venti minuti facendo il gesto dell' ok, e strappandomi la pelle a morsi per poterle staccare.
Poi le ho attaccate di misura sbagliata e le mie mani parevano quelle di Godzilla.

Dopo due giorni di prove, ho raggiunto un risultato accettabile.
-
sembri una strega- Ha detto la porcellina nr 2, carinamente.
-
da cosa ti sei travestita?- ha chiesto il porcellino nr 1 scevro da ogni ironia.
-
sembra che hai una mano aliena-ha detto il signor G. che se non gli avessi fatto notare la cosa non si sarebbe mai accorto di niente finchè non gli avessi tirato una graffiata sulla faccia.
Ma io ero improvvisamente una donna matura, col mio vestito blu da cerimonia, le scarpe con tacco 9.
Potevo battere le dita sul tavolo e fare quel DELIZIOSO ticchettìo.
Dopo la messa, io e il signor G. siamo partiti alla volta del ricevimento (nel prossimo post i dettagli su come gli uomini non possano avvalersi di ausilii per trovare una data strada, pena la loro virilità).
Ma, haimè, mentre ticchettavo dolcemente le mie unghie da donna matura sul cruscotto, si è staccata quella del dito indice.
-
Fermi tutti !!!!!! Amore!!!.  Dobbiamo comprare della colla-
Il marito mi ha guardato come fossi pazza.
Ma io non potevo andare in giro con quattro unghie sì e una no, la mia mano come una grottesca maschera di maturità mal simulata, piuttosto sarei rimasta tutta la sera in macchina.
Avevamo già il problema di trovare la strada senza piantina (ma non si poteva dire) ma il G. marito, comprendendo che gli chiedevo una sublime prova d'amore, si è fermato davanti a una tabaccheria dove ho potuto procurarmi un costosissimo tubetto di attak.
In cambio io l'ho perdonato per esserci persi ed essere arrivati tardi, ed essermi così persa il buffet della crema fritta.
Ma che importa.
Ero una donna matura.

postato da: HYSTERIKMOM alle ore 21:22

giovedì, 09 settembre 2010




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21 gennaio 2014

io e l'amore terribile

Questo blog è nato per tenere traccia delle cronache famigliari della Gfamily.
E' nato perchè sapessimo che: "eravamo felici e lo sapevamo".
E' nato perchè in un certo momento della mia storia stavo sprofondando nelle sabbie mobili, quelle della palude della tristezza della Storia Infinita.
E' nato perchè l'amore delle madri è terribile. Anche per le madri stesse.
E' nato perchè la Bellezza salverà il mondo, ma solo se sappiamo vederla nel prosaico e nell'apparente banalità.
E' nato perchè avere un pubblico è consolante, e sostituisce la collettività femminile che cent'anni fa circondava ogni madre e che, se da una parte le rompeva i coglioni  le scatole, almeno la salvava da se stessa e da suo amore terribile e troppo assoluto e tendente all'involuzione, la salvava dal precipitare dentro se stessa.
Dunque non è per vanteria.
Nella mia vita c'è già un Testimone, Qualcuno che raccoglie e salva ogni istante della mia vita dall'oblio, qualcuno che possa dirti " tu hai vissuto, non è stata tutta una illusione, e nemmeno uno scherzo delle sinapsi del tuo cervello incartapecorito".
Epperò, a volte, mettere per iscritto certi fatti (che hai dimenticato di mettere l'acqua nella caffettiera come quando eri innamorata persa, o che tuo figlio piccolo ha imparato a fare la cacca nel vasino, o che hai trovato due ore di tempo tra le 22,30 e le 00.00 per cucire una scimmia con un calzino nonostante fosse meglio rammendarlo, quel calzino) mi aiuta a non sprofondare nella palude, ma anzi, a volarmene via, in alto, felice.

Probabilmente parlo molto-troppo- dei fantastici4, e poco di me stessa. Questo perchè diventare madre è un pò come avere uno sdoppiamento della personalità, ed una cerca di uccidere l'altra, il difficile sta nel farle convivere, senza diventare pazza.

Parlare dei miei figli, i fantastici 4 non è solo orgoglio materno, ma è qualcosa di più, è rientrare di straforo nel mondo dell'infanzia, ri-assaggiare quella madeleine per davvero, rivedere gli gnomi nei tronchi del bosco, credere alla befana, essere certi di sapere volare, avere dei poteri magici che solo tu sai; parlare dei miei Fantastici4 mi mette in comunicazione con una parte di me stessa che altrimenti sarebbe muta e sorda e cieca, una parte di me stessa che è stata un pò amputata dal tipo di lavoro che faccio, che non è quello che avrei-ingenuamente- sognato, ovvero fare l'illustratrice. (Ma non dispero, no.)

Poi però i Fantastici4 crescono, cresceranno, e di me dovrà restare qualcosa, e sopratutto non vorrei che i miei figli-per colpa del blog- mi citassero per danni morali a causa di una lesione della privacy.
L'equilibrio è sempre il giusto mezzo. Come nella dieta. Nell'impaginazione di un libro. Pure nel matrimonio.

Tutto questo per fare il punto.

(Eppoi, l'ha fatto pure Guareschi, di raccontare i fatti propri, chissà, se la Pasionaria gli ha fatto causa.)


Gita di Santo Stefano alla Fattoria

panini e salamella, polenta e funghi, lasagne e patate fritte.

Piccoli cittadini/e alla fattoria



14 gennaio 2014

madri assassine

L'amore delle madri è terribile.
Le madri sono dappertutto.
Ci sono anche nell'aceto.

Quando ero piccola mia madre mi faceva vedere la madre dell'aceto, e a me sembrava un alieno minaccioso che chissà cosa avrebbe fatto se fosse uscito, strisciando, nella notte, fuori da quella bottiglia tappata solo con un pò di giornale.
Mi faceva anche un pò pena, però quella madre che faceva aceto tutto il giorno, al buio, nera come la notte ma anche un pò rossa sangue sui bordi gelatinosi.

Poi c'è anche, nella categoria delle madri, la madre di lievito. O la pasta madre.
La pasta madre si accompagna volentieri alle brave madri, perchè se si va un pò in giro sul web si evince che una buona madre, il pane, lo fa in casa con la pasta madre.
Una congiura di madri dall'amore terribile.

Io il pane lo faccio con la macchina del pane, senza madre. Una pane in vitro, insomma.
Potevo forse non provare un pane un pò più materno e dunque più pieno d'amore?
Ho scoperto che la pasta madre si spaccia, come la droga.

Si spaccia, perchè chi ce l'ha se ne deve liberare in qualche modo, visto che la pasta madre aumenta di volume invadendo tutto lo spazio a sua disposizione (ecco perchè si chiama madre), e ha bisogno di essere nutrita sennò muore. In inquetante, sembra una trama di Bulgakov).

Un mio collega spaccia pasta madre, dunque me ne ha dato un vasetto.
Quel giorno era martedì.
Il martedì è una delle nostre giornatine in cui si accumulano catechismo, nuoto e scherma, e si cena dopo le otto, tutti stanchi.
La pasta madre nel suo vasetto è rimasta sul tavolo fino alle 10 di sera, ora in cui finalmente avevo riportato un pò di disciplina in cucina e di ordine tra i Fantastici 4, che non erano ancora a letto, ma stavano completando la procedura con vari contrattempi e dilazioni.

Alle 10 di sera quindi ho preso in mano questo vasetto, notando con orrore che la MADRE si era espansa enormemente, ed era un pò fuoriuscita tra il tappo e in vetro, come un BLOB inquietante e senza controllo.

Si, lo so, è questo che fa la pasta madre. E' il suo mestiere.
Ma io ero ancora ignara, dovevo ancora documentarmi sul web sul suo uso, non immaginavo tutta la sua potenza di fuoco.

Ho provato ad aprire, ma naturalmente non si è aperto.
Poi, la madre  è esplosa. Mi ha aggredito e ferito. Voleva uccidermi.
Pezzi del suo informe organismo assassino sono ancora sul soffitto.

Io ho passato la serata in pronto soccorso, per fortuna non da sola, ma in compagnia di Natalia Ginzburg, e il suo Lessico Famigliare. E forse aveva ragione il Gmarito, a dire che è un libro per adolescenti, perchè nella sala d'aspetto dell'ospedale un ragazzotto poco più che ventenne, cercava d'attaccar bottone. Ma io e il mio dito sanguinante e il nostro codice verde non gli abbiamo dato retta.

Che a trarlo in inganno sia stato il libro, o la mia crema antirughe, la luce a neon, o il fatto che chattavo su Facebook ogni 10 minuti, non so.
Ma son cose che ti ripagano, dopo che una madre ha tentato di ucciderti.




13 gennaio 2014

diario alimentare due

Ecco.
Dovendo bere due litri e mezzo d'acqua al giorno, praticamente la quantità di acqua che bevo in un mese, mi son portata una bottiglia di tè in servizio.
(tè senza zucchero, schifosissimo ma calduccio)
Bè il risultato è che dovevo entrare a fare la pipì nei bar ogni 22 minuti (l'ho cronometrato) in divisa, spogliarmi ogni volta di : cinturone, radio, pistola, giaccone imbottito, cappello e borsello, fare pipì, rivestirmi e bere un caffè (non entro nei bar senza consumare, me lo ha insegnato la mia mamma).
Dopo tre ore, e circa 5 caffè (amari) oltre ad volere mangiare la gamba del collega, ero così nervosa che se mi contraddiceva, gli saltavo alla gola e gli recidevo la carotide.
Praticamente un licantropo.
Ero amara e nervosa.
Non bello, per una vigilessa.

Ma ce la farò, eh? Ce la farò. Non più tè in servizio, però. Berrò quando sono a casa.



12 gennaio 2014

diario alimentare

Essendo ingrassata io come un'oca da foie gras, ed avendo intenzione di spendere assai nel reparto di vestiario durante questi saldi,  è stato inevitabile mettersi a dieta.
La dieta me l'ha data la mia cognatina Lavandina, perchè per una legge femminile non scritta, le diete si tramandano da amica ad amica, sono scritte od orali, liberamente interpretate e integrate da consigli personali sulla stitichezza o su metodi geniali su come ingannare la fame coi gambi dei sedano rapa.
La Lavandina in verità è andata da una dietologa, e infatti è dimagritissima e adesso promuove quasi tutti agli esami di inglese, perchè non c'è migliore cura per l'umore del sentirsi dire che si è magrissime, e se te lo dice una studentessa 20enne, allora non ha prezzo. (Infatti promuove solo le studentesse, che i maschi son tardoni, si sa, nei complimenti, figuriamoci i post-adolescenti)
E 'nsomma alla fine ho iniziato questa dieta LUNEDì (e quando sennò?), e per questa dieta ci sono tre regole ferree, oltre al peso/bilanciamento/cibi/
1) non ci si può pesare più di una volta a settimana. Figurarsi, io mi peso il giorno dopo avere iniziato, e poi ogni volta che rinuncio ad un cioccolatino, ogni mattina, dopo avere fatto una rampa di scale, prima di fare la doccia (ne approfitto che sono nuda che magari ho perso qualche etto). Una media di due volte al giorno.
2)bisogna bere due litri d'acqua. Io bevo quando ormai sono avizzita come l'uvetta sultanina, praticamente quando sto collassando. Non sento lo stimolo della sete. Se fossi una pianta sarei un agave. E' una specie di tortura ingollare tutto quel liquido. Forse se fosse sottofoma di caffè...
3) tenere un diario alimentare. Bè questo lo posso fare. Ho pensato il primo giorno.

Dunque.
Colazione. Ore 6,45. Due fette di pane con un velo di marmellata. Dovendo scegliere la marmellata, ho scelta quella alle pere e whisky, che magari tira un pò su.
Sono stata ligia, 35 g di pane. Caffèlatte. No vabbè mi faccio pure un biscotto, però vale il doppio , mi tocca pure moltiplicare il peso per due, santo cielo, che complicazione, forse dimagrirò per la pigrizia di fare le somme.
Ore 10,00 (in pattuglia. Sto per azzannare la gamba del collega. Ho gli occhi a forma di brioche. Il mio collega è ignaro del pericolo che corre, ma ha un presentimento e decide di offrirmi una caffè la bar.)Caffè con dietor, più briochina. Mi guardava dal vetro. Mi chiamava con vocina alla marmellata. Era piccolissima, però, lo giuro. Quanto peserà? Mmmm facciamo 35 , poi moltiplico per due (che l brioche è bastarda e vale doppio), sono 70 gr, quindi con i grammi della mattina siamo già a più di 100.
Ore 13,15 fine turno divoro bulimicamente una banana e 2 mele, ( sogno una piadina squaquerone e prosciutto, ma la piadina vale doppio, la stronza.)
Ore 13,50 a casa , mangio i miei 50 gr di riso integrale, che tra brioche, biscotto, pane mi è rimasta sta quota di carboidrati, per oggi, e poi ci rovescio dentro mezzo litro di passata, è pomodoro, varrà pure come verdura, no? Che almeno tampono la fame. Vorrei avere gambi di sedano carote crude e finocchi in pinzimonio, ma non posso mangiare alle tre, se avessi una colf e le farei trovare pronte su un vassoio, le verdurine antifame, 3 kg almeno.
Ore 15,45 fuori a prendere i Fantastici4 a scuola, il mio stomaco rimbomba. Mi sono già pesata ovviamente.
E non sono dimagrita. Presa dallo sconforto mangio un cioccolatino. Dicono che la cioccolata sia antidepressiva. In effetti mi sono sentita meglio. Prima che mi prendesse il senso di colpa.
Ore 20,00 mi mangio 3 litri di passato di verdura e una ricottina (100 gr). La ricottina viene intaccata da CatWoman che preferisce sempre cibi che si possono assumere senza masticare. I suoi gusti sono rimasti all'età di 2 anni, o è in anticipo sui 95, non so bene.
Ore 23,00 mi sono bevuta tre tazze di tisana al fiele, amara come la fame, diuretica come la cistite e depressa come il lunedì.
Ore 23,30 mi peso. Sono ingrassata un kg. Sarà tutto quel potage di verdure. Sembro al terzo mese di gravidanza.

Lo so ci vuol pazienza.
Se uno domani mi dice che son dimagrita non gli faccio la multa, Lavandina.






8 gennaio 2014

compiti

Quando ero alle elementari io e i miei fratelli ci mettevamo in sala da pranzo, si ricopriva il tavolo con una tovaglia di plastica bianca e poi ci si metteva lì tutti e tre a litigare risolvere problemi e fare ricerche, e ricalcare cartine geografiche.
Io disegnavo sulla tovaglia di plastica.
Facevo anche i compiti, perchè ero molto diligente, ma disegnare mi serviva o per allentare la tensione di fronte all'analisi grammaticale, o per visualizzare quei 15 litri che andavano sottratti o sommati o divisi-chissà, ero sono una capra in matematica- in quella maledetta vasca da bagno di Pierino.
(Il fatto che Pierino, il protagonista delle barzellette più odiate e demenziali, potesse essere scelto anche il soggetto dei problemi di matematica, non aiutava di certo la soluzione, comunque)
Io comunque finivo i compiti sempre per ultima, e alle 20,00 circa potevo vedere Memole (il nome mio, folletto sono io).
Una immagine deprimente, lo so.

Adesso i Fantastici 4 (b tranne Super Mario) sono a scuola fino alle 16,20, per cui di solito i compiti se li sbrigano nel Weekend, con grande gioia dei genitori. Nella GFamily la supervisione spetta al Gmarito, il quale si mette sulla tavola in sala con tutti e tre, lui col suo pc, e quei tre con i loro libri e quaderni (250 più o meno) occupando tutto il tavolo (210 cm).

Il Gmarito, che a scuola era lazzarone, come si diceva negli anni 50, e che non faceva mai i compiti perchè la babysitter del pomeriggio invece che farli studiare invitava il suo ragazzo (era questa la scusa? non mi ricordo bene), ad oggi è diventato il castigatore dello scolaro svogliato. Fa pure fare dei compiti IN PIU' se non è convinto che abbiano imparato bene una cosa.
Ma ovviamente la cosa più shockante è che loro li fanno.
Loro, cui faccio fatica e fargli tirare l'acqua del gabinetto.

Comunque è molto carino vederli lì tutti e quattro, anche quando WonnderWoman continua a sbagliare per la 25a volta la stessa strofa della poesia.
-un girotondo di...di...di...-
-l'hai detto 5 secondi fa!-
-un girotondo di...d'oro.-
-No, non è d'oro-
-Vabbè intanto dico d'oro, poi dopo vedrò-

WonderWoman è una smemoratissima poetica creativa.

Il 6 sera MegaMind, che è, diciamo eufemisticamente, smemorato quanto a scadenze, si è accorto di avere accidentalmente dimenticato di fare 2 pagine di geometria e di studiare in Italiano le parole "astratte" e "concrete".

Io l'avrei mandato a scuola così, per punizione (sono cattivissima o no?!), invece il Gmarito, che è BUONISSIMO, lo ha interrogato fino alle 23,30. No so, credo che un bambino qualsiasi avrebbe preferito una nota della maestra, ma MegaMind no, perchè per lui ogni impegno è una sfida, una drammatica sfida con se stesso. (e il suo Ego?)

Gm-Allora io ti dico delle parole, MagaMind, e tu mi dici se sono astratte o concrete.-
Mm-okkei-
Gm-mano-
Mm-concreto!-
Gm-il vento-
Mm-mmm concreto-
Gm-un sogno-
Mm-astratto!-
Gm-l'amore della mamma?-
Mm-...terribile!-

Una battuta. Ma c'è del vero.





2 gennaio 2014

traguardi ed estrazioni e parti

Da settembre ad oggi ci sono stati alcuni traguardi tagliati dalla Gfamily.
Vale la pena fare un memorandum.
CatWoman ha iniziato le elementari e anche il suo amore per la matematica, che si chiama Luigi,
Megamind  ha cominciato a ricordarsi alcune cose, come il grembiule, la merenda, i quaderni giusti, e le scarpe da ginnastica (e vi assicuro, no, non è poca cosa. Ha già surclassato suo padre).
WonderWoman ha cominciato a tollerare i pantaloni (purchè lèghins, aderenti e possibilmente stivalati) dopo il tormentone sonounadddonnaconlagonna.

Eppoi c'è il compimento della maggiore età bambinesca, i 6anni di CatWoman.
Sì, li compie in un periodo scarognato, il 18 dicembre, quando tutti hanno la nausea ormai di regali da acquistare e si sentono già la gastrite al pensiero delle feste con certi parenti.
SuperMario ha iniziato a deambulare da solo, ha cominciato a parlare e le sue parole preferite sono: "cioccolato" e " nooooo, daaaai"

Sono caduti taglieri sui piedi, si sono fatti progetti per la casa, e sopratutto, ho potuto estrarre un sogno dal cassetto.
WishTagger mi ha portato un regalo (e poi dicono che babbo Natale non esiste), e visto che da cosa nasce cosa, in questo caso, da WishTagger è nato il biberon Chicco.
Qualcuno ha visto le mie illustrazioni per WishTagger, qualcun altro (Ceci, sì ti amo) ha favorito il contatto.
Ho lavorato ad un progetto per le nuove decorazioni per una linea di biberon Chicco.
Grazie alla mia amica Ceci, che ha partorito Wish Tagger, io ho partorito dei biberon.

Qualcuno si aspetti che dopo luglio (quando saranno distribuiti) riceverà in dono qualche biberon.
Non importa se è senza figli.
Può sempre berci della birra, ciucciando mentre guarda la partita.
Ma almeno, lo farà con qualcosa di classe.