24 aprile 2018

cinderella millenial

E' tutta la settimana che la Madre ci pensa.
Giovedì esce a cena con LE MAMME.
Ciò- solo qualche anno prima, dutrante la scuola primaria di Megamind, l'avrebbe atterrita letteralmente e quel giorno avrebbe certamente avuto la sciatica.
Invece queste sono le mamme con cui si diverte, un gruppo eterogeneo che non appartiene più solo alla categoria Mamme della 5B, ma mamme in senso lato, con cui bere vino, mangiare pizze e NON parlare della mensa.
E insomma, è tutta la settimana che la Madre ci pensa, appunto.
Arriva giovedì, e la madre manda un messaggio ogni ora al Gmarito affinchè la sua memoria a breve termine venga rafforzata e lui arrivi in tempo.
La madre arriva a casa dal lavoro e conta le ore che la separano dall'agognata cena.
Nel frattempo un' infinita serie di incombenze si frappongono tra lei e l'evento.
La matringna interiorizzata in se stessa le ha stilato una lunga lista di cose prima di potersi preparare per la festa al castello.
Il lavaggio di 4 piumini invernali perchè anche quest'anno la mezza stagione è non pervenuta e siamo passati dalla modalità esquimese a quella africana.
Il lavaggio di tutte le giacche invernali aggrappate da mesi all'attaccapanni come orsi disperati.
Il rifacimento di tutti i letti, perchè di lì a poco passerà la suocera e l'inadeguatezza latente teme costantemente il giudizio di chiunque.
La preparazione della cena affinchè lei possa fuggire appena possibile ma senza lasciare la prole denutrita.
Il lavaggio delle tende del bagno: non era una cosa essenziale ma entrando in bagno è stata còlta dal bisogno impellente di eliminare le macchie lasciate dal Fontaniere-Tennico caldaista.
Poi arriva Wonder che le dice che le era stato promesso il cambio del guardaroba da invernale ad estivo per scartare gli abiti e- unico vero scopo- acquistarne dei nuovi.Improvvisamente la prospettiva di passare i vestiti alla sorella non è mai sembrata così conveniente.
Così la Madre provvede forsennatamente allo smistamento tra invernale ed estivo, tra troppo piccolo e ancora adatto.
Infine sono le 19.30 e lei deve ancora:
fare la doccia
scegliere cosa mettersi
truccarsi
andare a prendere CatWoman a scout

Tutto congiura contro la novella Cinderella.
Non essendosi rese disponibili fate madrine per trasformare i jeans e la maglia sudata in un abito di Gucci che la facesse sembrare più magra di 5 kg, la Madre fa una doccia istantanea, si lega i capelli bagnati, indossa qualcosa di scuro che snellisce, si trucca in macchina, recupera la piccola scout, le deposita sotto casa dall'auto in corsa, e va.
Sbaglia pizzeria.
Ma poi si concentra e riesce e ripescare dalla memoria la giusta location.
Mentre cerca parcheggio, il Gmarito, nel frattempo arrivato a casa, le chiede:
-a che ora torni?-
Dimenticavamo l'orologio della Torre del Castello, interiorizzato nel subconscio del Gmarito.
Probabilmente si era messo d'accordo col gestore del locale che alle ore 23.30 ci ha praticamente buttate fuori quando qualcuna stava per chiedere un ammazzacaffè.
La Madre è tornata a casa dopo una serata divertente e spensierata, in cui si è perfino concessa dei carboidrati, mentre l'alcol assunto sedava i sensi di colpa.
A casa, il Gmarito ha lasciato davvero la cucina immacolata.
Un vero incantesimo degli anni 2000.

19 aprile 2018

l'artigiano

Succede ache a volte deve venire l'artigiano.
Ovvero:
L'elettricista, l'idraulico, il tecnico della caldaia.
Intanto, hai preso l'appuntamento, ma non si sa se l'artigiano verrà.
Perchè l'artigiano è aleatorio, come l'anestesita del Niguarda. Ci sono frequenti emergenze che gli impediranno di presentarsi: esplosioni di caldaie, esondazioni dalle lavatrici, blackout di interi grattacieli, implosioni di lavapiatti.
Anche se non sai se verrà, tu avrai preso le tue brave ore di permesso dal lavoro. Almeno un ora prima dell'arrivo dell'omino.
Perchè devi sistemare casa.
Devi lasciare il vano caldaia perfettamente pulito affinchè il tecnico caldaista (che se sei lombardo si chiama TENNICO, invece se sei bolognese è il FONTANIERE) possa poi lordarlo completamente durante l'operazione di disassemblaggio dei tubi, della scheda elettronica, del filtro o di qualsiasi altro ammenicolo.
Perchè gli artigiani frequentano praticamente solo casalinghe e tu sei certa che facciano dei confronti sulla pulizia delle case.
Quindi non ti limiti a pulire i tubi del vano caldaia, eliminando intere colonie di ragni che prolificavano felicemente da 5 anni, ma lavi le tazze della colazione, spazzi la cucina, riassetti le camere (ti fa sentire più sicura sapere che se sbagliasse porta, l'artigiano non troverà mutande per terra e abiti attorcigliati alle coperte).
Quando arriva l'artigiano, gli offri un caffè.
Gli artigiani soffrono tutti di pressione alta, perchè in media assumono un litro e mezzo di caffeina al giorno.
Poi, mentre egli si mette al lavoro, tu non sai che fare, visto che in un ora hai riassettato tutta casa, che neanche quando viene tua madre.
Devi rimanere nelle vicinanze, perchè l'artigiano potrebbe chiederti delle cose.
Gli stracci, la scala, un secchio.
Dopo un pò egli riemerge con in mano un pezzo.
Non sai cosa sia, ma dal suo stato potrebbe essere un residuato bellico. Corroso dalla ruggine, incrostato di calcare, semicarbonizzato.
Lo scopo è dupilce: 
1. quello di renderti consapevole che di lì a poche ore l'elettrodomestico o impianto in questione sarebbe esploso, quindi tu e tutta la tua famiglia siete stati graziati.
2. quello di giustificare il prezzo per evitarti una sincope.
Sospetto che gli artigiani abbiano nella loro borsa porta attrezzi numerosi pezzi variamente lesionati, probabilmente appartenenti ad un boiler del '52, che esibiscono alle casalinghe di tutta Italia.
Poi te lo ragalano.
Come oggetto probatorio.
"se vuole glie lo lascio".
Magari un giorno avranno qualche valore come archeologia tecnico-industriale.

Poi, dopo avere elargito il compenso dovuto, avere riflettuto sul costo della semplice "chiamata" e sulla possibilità di applicarlo anche alla prole, dichiari a tuo marito che è del tutto inutile far studiare i figli.
Mettiamoli piuttosto a bottega dal Fontaniere.

18 aprile 2018

Megamind, chi sei?

Dopo essere uscita di casa alle ore 15,30 ed essere tornata alle 19.00, ovvero essere stata al parco tutto il pomeriggio a far razzolare SuperMario, entro in casa sfiancata dai primi giorni di sole dopo il castigo divino, lambiccandomi il cervello sulle opzioni cena.
Vedo Megamind vagolante per casa con occhi confusi di chi possiede un cervello in cui i neuroni stanno riorganizzandosi, e gli chiedo, semplicemente:-
-tutto ok?-
E' una domanda ancora lecita, no?
Non ho chiesto:
ti sei drogato?
hai la fidanzata?
hai guardato siti sconci?
hai voglia di invitare qualche tuo amico in settimana?
Hai fatto la doccia?

Ho fatto una domanda generica e contemporaneamente doverosa. Lo ammetto, dettata da un certo latente perenne senso di colpa acuito dal fatto che ero stata latitante tutto il pomeriggio (però gli avevo preparato il pranzo, ora che ci penso).
Questo qui, cioè Megamind, mani in tasca e occhiaie da biondo, alza gli occhi al cielo con una lentezza esasperante che pareva una di quelle gif animate che girano su facebook, e sbotta:
- Ma perchè me lo devi chiedere SEMPRE!-
Un ceffone, un ceffone dovevo dargli, che magari i neuroni si organizzano prima.

Megamind è così, a tratti entusiasta, a tratti- lunghi tratti- insofferente a qualsiasi dettaglio possa interferire con la sua confort zone, odioso con le sorelle, censorio con SuperMario.
Mi sa che me lo devo comunque tenere.

16 aprile 2018

I vestiti, ovvero non avere niente da mettersi

Quando avevo tre anni mia madre cercava di farmi indossare un vestitino nero con i fiorellini gialli ed un piccolo pizzo giallo in fondo e attorno alle maniche.
Quello che avrebbe indossato la figlia di Lady Diana, se Lady Diana avesse avuto una figlia, durante una festa informale con 250 invitati nel giardino di Buckingham Palace
Io lo detestavo.
Perchè non aveva la cintura.
A tre anni sapevo già cosa fosse il punto vita e che valesse la pena sottolinearlo, sopratutto a quell'età in cui l'adipe postgravidico non aveva fatto ancora la sua comparsa.
Credo di averla spuntata perchè non ricordo di averlo mai indossato in vita mia.
Si sono susseguiti poi anni di completa sottomissione fatta di:
- gonne Quilt comprensive di spilla da balia
- calzettoni bianchi, 
- scarpette rosse in pelle ed un conturino che si chiudeva grazie ad un piccolo attrezzo in ferro fatto ad uncino uguale a quello che veniva anche usato come strumento di tortura durante l'inquisizione
- maglionicini di lana irlandese che facevano prudere perfino le pecore.
Per reazione ho fatto tutto il Liceo indossando solo jeans e maglionazzi.

Pensavo a ciò quando WonderWoman ha dichiarato che non ha niente da mettersi, perchè sostanzialmente lei mette solo 5 cose.
- Felpe denominate "larghe e corte"
- Leggins
- jeans ma solo quelli che sembrano leggins
- magliette denominate anch'esse "larghe e corte"
- camicie indossate aperte con sotto megliette L&C. (Larghe e corte, appunto)

Tutto rigorosamente estivo.
Per un pò ha funzionato la minaccia: 
ah, non te lo metti questo maglioncino nuovo? ALLORA lo dò a tua sorella.
Ormai questo effetto deterrente non funziona più.
Seguono scenate apocalittiche sul diritto di proprietà privata dei suddetti abiti, seppur mai indossati, a cui ribatto con cencetti di di economia di base, secondo cui ciò che compro mio mi appartiene, dunque lei tecnicamente possiede solo un borsa mare, il suo portachiavi,  e qualche elastico per capelli. Il resto probabilmente lo ha mangiato.
Wonder vorrebbe scegliere i vestiti da sola.
-Perchè tu non conosci il mio stile!-
-I pantaloni strappati non sono uno stile, Wonder. Sono tarazzi. TA-RAZ-ZI. Non saprai cosa vuol dire perchè è un termine - non a caso- coniato negli anni '70, ma te lo puoi immaginare dal suono onomatopeico. E non provare a bucare apposta i tuoi jeans che sennò ci metto su una toppa di Hello Kitty-
Hello kitty ha il suo apice assoluto fino ai 7 anni, potresti sfruttarla perfino per fargli mettere il burka. O addirittura la sciarpa.
Dopo, indossare qulacosa con quel brand è sostanzialmente la gogna sociale.
Ora- parlando di moda- si rivivono gli anni '80, secondo la teoria per cui nulla si crea e nulla si distrugge, ciclicamente gli anni '80 torneranno per l'eternità.
Rivedo nelle vetrine, come delle allucinazioni: la marca Vans. Best Company. Le adidas. I jeans alti in vita. Invicta (original style).

Io e Wonder siamo giunte ad un compromesso, ovviamente: che gli abiti debbano piacere ANCHE alla pagante.
Sapevo che questo momento sarebbe arrivato. Quello in cui non avrei più potuto acquistare uni stock di abiti per tutti e 4 i Fantastici sul web.

11 aprile 2018

il tradimento delle merendine e delle stagioni

La primavera è come le merendine dei distributori.
Che nella foto sono gonfie, RIDONDANTI, ricoperte di zucchero a velo, perfettamente lievitate, da cui deborda una ricca crema gialla.
Poi apri la confezione, e dentro trovi delle mummie rugose che a confronto Tutankamon è un fiore, lo zucchero a velo rivela la sua presenza solo nell'appiccicaticcio della superficie, il ripieno è una cacchetta vischiosa, il primo morso ha il gusto della promessa ancora una volta tradita. Perchè ci ricasco tutte le volte, è la fame.
Ecco, la primavera è così.
Dopo il lungo inverno, come una bambina sciocca, aspetto un marzo costellato di primulette, tiepido sole, colori pastello, così come suggerito dai coniglietti saltellanti in verdi praticelli sui depliant dei supermercati.
Arriva marzo, e trovo ancora la brina sul vetro della macchina, continuo a portare quel maledetto piumino, piove, uso ancora le coperte invernali, mi congelo quando esco dalla doccia.
Ma tengo botta. Si sa, che marzo è stronzo pazzerello. E poi- mi dico- le giornate si allungano.Devo solo avere pazienza. 
Arriva aprile. Mi ha illuso con due giorni di sole. Tiro fuori il cappottino di lana leggero. Penso con ottimismo che potrò finalmente sfoggiare quella giacchetta verde smeraldo che ho comprato a febbraio (questa cosa che a febbraio ti illudono con la collezione primavera estate è davvero sadica).
Esco di casa baldanzosa con i famosi capi da mezza stagione che non vedono mai la luce del sole in quanto sono appunto destinati a restare nell'armadio 11 mesi all'anno.
Fa un freddo porco, ma io cerco di fare resistenza passiva. E mi dico: è solo un'impressione. Non può fare così freddo.
Cerco di autoconvincermi che faccia quasi caldo. I monaci buddhisti lo fanno.
E poi, piove.
Piove, piove, piove, senza alcuna redenzione.
Pure i monaci tibetani si perderebbero la postura zen.
Il cielo è plumbeo, tutto è fradicio e trasudante umidità, grigio.
In ufficio hanno spento i caloriferi. 
Mi rassegno e tiro fuori dall'armadio di nuovo il piumino, dicendogli delle parolacce.
-Con che ce l'hai?-
Mi chiede il Gmarito
-Con il maledetto piumino-
-ah.-
E' molto sollevato.
E intanto la beffa è che devo programmare le ferie estive coi colleghi di ufficio.
In giro per la città guardo con odio i cartelloni pubblicitari di donnine seminude , e nelle mail trovo continua spam che blatera di prova costume.

Questa si chiama pubblicità ingannevole.

4 aprile 2018

slime awards 2018

Voglio un Nobel per la chimica.
Perché?
Perchè dopo un anno e mezzo di esperimenti clandestini effettuati in bagno, sotto le coperte o in veranda effettuati in mia assenza;
Dopo danni incalcolabili quali:
1 macchie indelebili e fosforescenti sugli asciugamani
2 misteriose sparizioni di interi flaconi di shampoo
3 incrostazioni inamovibili neppure con la sabbiatrice su varie superfici della casa
4 consumo di decine di flaconi di colla vinilica
5 ammanchi apparentemente inspiegabili di detersivo liquido
6 acquisti coatti di costosissimo Dixan
7 abbandono di agglomerati farinosi e in putrefazione in vari anfratti 
8 ingorgo di tutti i lavandini presenti a causa di sostanze che biodegraderanno tra 15.000 anni
9 tentativo di convincere la Madre di avere bisogno delle lenti a contatto per potere comprare la SOLUZIONE SALINA
10 sparizioni di interi tubetti di dentifricio, nonchè di schiuma da barba

e dopo avere 36.000 ore di visione ininterrotta di video di una Youtuber lobotomizzata che dedica la sua vita a fare tutorial su come sia facile e risparmioso fare slime, ed a inventare neologismi come fluffoso;

CatWoman - al tentativo n. 450.000- è riuscita a creare uno slime dignitoso, cioè non altamente instabile.

Persino io mi sono quasi commossa.
Pensavo che questo l'avrebbe appagata.

E invece,
No.

Ecco perchè sono io che mi merito un Nobel.