26 settembre 2018

last minute philosophy

Di solito odio gli imprevisti, ma amo le sorprese.
Ma ho imparato dalla vita che a volte quelli che sembrano imprevisti possono diventare sorprese, e spesso tutto ciò dipende da due cose.
gli occhiali che indossiamo e la colonna sonora che mettiamo in sottofondo.
E' tutto molto sibillino, lo so.
Certo è che dopo anni di ansie da disorganizzazione, crisi isteriche e precipitazione di autostima, (anche grazie al fatto che i Fantastici sono cresciuti e non portano più il pannolino, in verità), ho elaborato delle strategie per non incorrere in un ricovero coatto o nello sterminio dell'intera famiglia.

Ecco le strategie messe in atto per cataclismi, eventi, cene, feste improvvisi.


Outfit invito a festa/cena

Partendo dal presupposto che non abbiamo niente da metterci, e che se ce l'abbiamo ci sentiamo BRUTTISSIME con tutto tranne il pigiamone in pile a forma di unicorno, occorre avere nell'armadio il famoso vestito comfort, per le emergenze.
E' un MUST HAVE indispensabile.
In modo che- parlando sempre di un evento last minute- non stiamo davanti ad un armadio rigurgitante di indumenti, con l'occhio vitreo di un coniglio terrorizzato, pensando ad una scusa plausibile per passare la serata sotto il piumone.
Occorre cioè un abito con cui ci sentiamo belle, possibilmente nero. Io personalmente ne ho uno per l'estate e uno per l'inverno. Elasticizzato, ma fluido nei punti giusti, con cui mi sento sempre a mio agio. Il nero sfila, il nero rassicura, il nero assorbe la luce e probabilmente anche il grasso, va bene in qualsiasi occasione (che non sia un matrimonio).

Regalo per invito a cena

In tutte quelle occasioni in cui non possiamo presentarci a mani vuote, ma non abbiamo avuto tempo di pensare ad un regalo adatto, è possibile giocarsela così:
per una cena improvvisa:
Fiori . Si possono acquistare anche una volta usciti, in modo da ridurre al minimo i tempi.
Vino. Noi abbiamo sempre in casa bottiglie di buon vino che acquistiamo appositamente in stock nella sezione cantina dei supermercati. Se ci avanzano 5 minuti possiamo mettere un bel fiocco o addirittura metterle in quei sacchettini lunghi e stretti appositi che io non butto mai via (e che il Gmarito chiama i preservativi per il vino).

per un compleanno:

io adoro fare regali, ma quando non conosco bene il festeggiato, oppure se è un uomo (categoria alla quale è quasi impossibile fare regali che non siano superalcolici), oppure quando non c'è tempo per andare  negozi e pure Amazon non riesce a fare il miracolo, opto per il buono.
Di solito un buono in libreria. Se anche non fosse un buon lettore, ormai in libreria vendono anche dei boccali per la birra con delle frasi significative ed argute sulla filosofia del bere o del maschio autentico.
Se l'amico è astemio e nemmeno tanto maschio autentico, ovviamente si ripiega sulla pianta grassa. Vero must a metà strada tra la botanica e il suppellettile di design.


invitare qualcuno a cena all'improvviso:

Affinchè non si trasformi in un invito a cena con delitto (degli altri abitanti della casa), ho messo a punto delle tecniche.
A parte quelle zen di respirazione, la prima cosa da fare è puntare su tre cose.
l'ingresso, il bagno e la tavola.

All'ospite non importa se in camera tua troneggia una torre di roba da stirare che un tecnico del comune verbalizzerebbe come abuso edilizio.
E nemmeno se gli abitacoli dei figli paiono accampamenti zigani. Tutt'al più puoi chiudere le porte a chiave. Magari con i figli dentro. Che potrai liberare all'occorrenza (all'ora del dolce?).
Basta dare una parvenza di decoro all'ingresso togliendo:
la bicicletta col freno da aggiustare da 5 settimane, il crick idraulico, nr. 3 cartellette di tecnologia, nr (imprecisato) di zainetti da ginnastica, nr. 4 zaini scolastici che sembra di essere al deposito bagagli smarriti di Malpensa (ti sfiora nel mentre l'idea di fare un'asta di oggetti non reclamati), i cappotti dell'inverno scorso.
Una volta entrato in casa, l'ospite verrà infatti subito trascinato in cucina dove verrà stordito con del vino bianco in abbondanza. La cucina è sdoganata dalla necessità di ordine, visto che è il luogo della creazione culinaria.
In caso, abbondare con l'alcol nell'aperitivo.
Dopodichè, dedicare molta cura nell'apparecchiatura, attività molto più gratificante che raccattare mutande e fumetti per terra e che lascia presagire un' altrettanto curata cena. Accendere candele fa molto figo.(E riduce la visibilità sulla polvere sui soprammobili)
Naturalmente una passata al bagno è indispensabile, ma non richiede più di 10 minuti. Quelli che hai risparmiato, appunto, non raccogliendo mutande e fumetti e fucili a pompa dal pavimento dei Fantastici. (peraltro ancora chiusi in camera.)
Per quello che riguarda il menù-improvvisato-, è congruo avvertire l'ospite improvviso ed improvvido che si aspetti una cena semplice.
Vale comunque la regola del porta teco, qui di seguito. 

Porta teco
Io amo i porta teco. C'è l'inconveniente, però che devi portare qualcosa pure tu. Se hai giorni a disposizione puoi crogiolarti in voli pindarici culinari sulla CVUCINA ITALIANA, altrimenti devi optare per scelte smart.

Io di solito faccio:
(primi)
riso venere +  qualcosa che ho in casa, tipo:
- salmone affumicato e parmigiano
- tonno e pomodorini olive
- surimi e pomodorini
- bresaola (o speck, o prosciutto crudo), mela e formaggio (usi gli avanzi col vantaggio di fare qualcosa di moooooolto sofisticato)
(secondi)
frittata (chi non ha in casa delle uova?) con:
- cipolla (melius abundare quam deficiere)
- peperoni anche quelli sott'olio
- formaggi misti
- una qualche verdura surgelata che c'è in freezer
- un'aggiunta di pancetta poi è un evergreen
(dolci)
Io ho sempre in freezer della pasta sfoglia. 
La pasta sfoglia è il vestito comfort del frigorifero.
Per un dolce puoi usarla con le mele o altra frutta, con la nutella, con la marmellata.
Praticamente è impossibile che vanga una schifezza.
Se poi hai anche pinoli, uvette, frutta secca, puoi fare un pseudo strudel con qualsiasi cosa, purchè non sia scaduta.
Oppure spedire il marito a comprare il gelato.

La regola generale per qualsiasi donna che sposa la filosofia del last minute è avere in casa dei semilavorati.

Comunque, per strategie last minute ad hoc, potete contattarmi in privato per preventivi personalizzati. Qualche esempio dal mio book:
come uscire con marito a cena da soli all'ultimo minuto
come far sembrare pulita la casa in 20 minuti se tua madre fa un'improvvisata
come improvvisare una festicciola di bambini iniziandoli al gioco d'azzardo
;-)



24 settembre 2018

tartarughe future

Megamind non è uno sportivo.
Essendo ormai sdoganata la sua vocazione nerd, potenziata dalla scelta del Classico e dalla frequenza al Conservatorio, si è guadagnato il diritto di contemplare come unico sport plausibile il GOLF "perchè giocando a golf si parla di economia geopolitica". (non sa che probabilmente-in qualunque accrocchio composto da maschi- si parla sostanzialmente di gnocca, ma non ha ancora l'età per dirglielo).
Le ragazze, invece, da tre anni, dopo alcune defaiances sportive senza successo, hanno abbracciato la ginnastica artistica, nella società sportiva di antiche tradizioni spartane rinomata per i suoi metodi filonazisti molto apprezzati dal Gmarito, che ama-sulla carta- la disciplina di una volta.
Su SuperMario ricadono dunque le aspettative maschili legate ad una attività sportiva degna di questo nome.
-"Almeno uno, che faccia calcio.
O basket." ripete sconsolato il Gmarito.
Conosco intere famiglie che da ANNI non si fanno un weekend- non dico fuoriporta- ma neanche sul divano, perchè i figli sono precettati per le partite. 
Precettati vuol dire che, o hanno la polmonite comprovata da referto di ricovero ospedaliero, oppure la loro assenza causerà l'ostracismo a vita del suddetto figlio dalla squadra, condannandolo a panchinaro esposto a pubblico ludibrio per i successivi 5 anni. 
Calcio e basket non sono alla portata della Gfamily, che nel weekend vuole dedicarsi ai lavoretti, alle lavatrici, al divano, ai picnic e alle grigliate.
Passiamo quindi agli sport da sociopatici, ormai caratteristici della Gfamily.
Judo? Troppo orientaleggiante. Il Gmarito non lo considera un sport, ma una pratica pseudofilosofica come il buddismo o lo yoga. 
Nuoto? troppo sociopatico perfino per la Gfamily.(senza contare otiti, phon, raffreddore)
"Ci vuole uno sport competitivo e di squadra" (ma che non sia basket o calcio)
Depenniamo Rugby e hokey sul ghiaccio (subcultura americana).
Tennis? (apriamo un altro mutuo) Scherma? (gare in tutta Italia) 
Sono state le ragazze a dare la svolta e a sbloccare la situazione incresciosa.
-Mamma facciamogli provare ginnastica maschile!-
Così ho deciso di fare la famosa prova nella società di stampo nazifascista since 1922.
Inizialmente SuperMario ha piantato una gnòla che non finiva più, perchè dopo 8 ore a scuola ("ad annoiarsi") voleva solo divanarsi per il resto del pomeriggio.
Io ero sul punto di desistere, avendo raggiunto un livello di saturazione di capriccio e lamento oltre la soglia di sopportazione.
Ma le paladine della Coerenza (altrui) dell'Equità e delle difenditrici della Regola Assoluta, sono insorte contro di me: la prova era stata prenotata, l'impegno andava onorato, la Promessa andava rispettata. Pena: la definitiva perdita della faccia della madre.
Allora ho messo in mano a un SuperMario accigliato un enorme panino al salame, che ha cambiato immediatamente il suo umore, e siamo andati.
La sezione maschile della palestra è differente dal gineceo delle ginnaste femmine. 
E' un luogo oscuro, primitivo, più grezzo e spartano. 
Laggiù lo ha accolto il suo insegnante: Kevin il Rasta. Torso nudo, tatuaggio a nastro, capello aggrovigliato e biondo. Machissimo.
SuperMario non parlava ma i suoi occhi luccicavano. 
(E anche quelli di alcune madri.)
Abbiamo spiato il loro allenamento nella palestra simile ad una grotta, dalle porte antipanico del cortile.
La ginnastica artistica maschile non è come ci si può figurare. E' fica, è maschia, è un guizzare di muscoli e salti, e volteggi, e capriole in aria.
Pure i bimbetti di 8 anni sfoggiano la tartaruga.
E sono tutti a petto nudo.
Mario è uscito dicendo: lo facciamo ANCORA?
Certo SuperMario!
Che tu lo voglia o no.
Perchè tu, in qualità di terzo figlio iscritto, sei AGGRATIS!
Ero quasi commossa quando ho compilato la domanda di iscrizione barrando la casella: sconto terzo figlio: 100%
E ricordati di ringraziare le tue sorelle quando in spiaggia, sfoggiando la tartaruga, dovrai scrollarti di dosso decine di femmine.


13 settembre 2018

ingranaggi in ordine sparso


Fingiamo PURE che l'organizzazione fili liscia come un ingranaggio perfettamente oliato, quella organizzazione che ho pianificato diligentemente mettendo in moto orari, persone a cui ho chiesto dei favori, verbalizzando raccomandazioni, realizzando schemi, vergando menù settimanali, mandando messaggi con i doveri, pianificando orari.
Megamind mi aveva assicurato che tornava a mezzogiorno, alle 13,20 non era pervenuto. Aveva letto male l'orario scolastico.
Oggi CatWoman e WonderWoman avevano una unica raccomandazione: dovevano tornare dalle medie assolutamente insieme, aspettando anche una compagna la cui mamma mi aveva chiesto un favore dicendo (hahahahahahaha) che si fidava di più se tornava con le mie figlie. (esilarante)
Quindi, guardandole fisse negli occhi e mantenendo un contatto visivo, stamattina ho dato loro delle semplici istruzioni.
ASPETTATEVI E TORNATE ASSIEME CON QUESTA COMPAGNA. TUTTO CHIARO FIN QUI? OK. POI LA LASCIATE DAVANTI A CASA SUA, CHE POI LEI SALE. OK? VOI PROSEGUITE E TORNATE A CASA. E' SEMPLICE. FATE UN CENNO DI ASSENSO. OK.
Sono tornate assieme?
No.
Non sono tornate assieme, una è rimasta a chiaccherare con le amiche, l'altra si è avviata (con la compagna a cui dovevano fare a bodyguard) per poi accorgersi che- ohibò!- non aveva le chiavi, avendole sua sorella. La quale, con il telefono RIGOROSAMENTE SPENTO, è tornata a casa da un'altra strada, cosicchè- inspiegabilemnete- le due non si sono intercettate. Nel frattampo giungeva a casa nostra un amico, Il Falcone, al quale-nella mia perfetta e oliata organizzazione- avevo chiesto di andare a prendere e riportarmi a casa da scuola Supermario. Naturalmente suona e non apre nessuno.
L'altra non trova sua sorella. E sua sorella ha il telefono spento.
Ho gridato e minacciato al telefono facendomi sentire da tutti i colleghi?
Sì, l'ho fatto.
Ho anche disattivato per punizione qualunque funzionalità sul telefono delle figlie usando l'app ScreenTime. Ho lasciato solo le funzioni base di un Nokia 3310: la facoltà di telefonare e la calcolatrice. 
E le ho diffidate dal litigare tra loro tramite me su whatsapp, cosa che hanno iniziato a fare appena arrivate a casa, dandosi la colpa l'una con l'altra.


Il Gmarito, ostentando il self-control derivante dal fatto che non ha subìto decine di telefonate al lavoro, ha scritto:
Non agitarti, che non è successo niente.

No, infatti non è successo.
Ma solo perchè non sono ancora arrivata a casa. 

10 settembre 2018

Paludi


Che fine ha fatto il mio sapere? La mia (seppur modesta) cultura classica? Lo stupirsi davanti alla bellezza. Tutte le pagine che ho studiato, Ovidio, Catullo, l'arte rinascimentale e le poesie di Rielke, la contemplazione della verità nell'arte, la profondità abissale in cui mi conduceva la filosofia?
Io lo so.
E' finita quando è finita la coercizione allo studio.
Però resta la nostalgia.
Un riverbero, una reminescenza.
Ora, che le scuse accampabili sono diminuite (figli in età da pannolino, per esempio), vorrei recuperare qualcosa che è andato perduto, rileggere Dante, finire quelli libro su Caravaggio, ristudiare filosofia: anzi ascoltare ancora un professore che mi conduca in quelle profondità del pensiero, come una sonda, nel mistero.
Dovrei essere come il Gmarito, vorace di conoscenza, curioso e acuto, che non si stanca di cercare, approfondire, esplorare e conoscere, con passione inesauribile (Gmarito io ti ammiro sconfinatamente, per questo, lo sai).
Poi, vabbè, la lavapiatti è rotta da quasi due anni perchè "forse si è staccato un filo, ADESSO controllo", ma il tuo "ADESSO" ha una dimensione metafisica, non temporale. Ma ti perdono.
Io sono troppo pigra. Lo sono sempre stata. Io dovrei sforzarmi.
Io devo sforzarmi in tutto, continuamente.
Per uscire dalla palude e dalla fissità.
Dal brodo primordiale in cui starei a mollo tranquillamente.
Necessito di un surplus di energie che non so da dove attingere.
Io sono quella che fa solo nell'urgenza, nell'emergenza, nella costrizione e sotto minaccia. E' il principio di realtà che mi obbliga a reagire. Come il famoso principio  "non ho più mutande nel cassetto" che mi sospinge a fare la lavatrice.
Io, la routine, per esempio, non so cosa sia. E' un concetto astratto. O una aspirazione irraggiungibile. Come la santità. O le pulizie di primavera.
Ecco perchè la Me interiore che funge da Super-io è così intransigente e stronza, ecco da cosa nascono i miei sensi di colpa: ho dovuto interiorizzare qualcuno che mi costringa a fare le cose e mi dia delle mazzate sulla testa.

Per questo nuovo anno anche io ho fatto dei programmi.
Uno per la mente.
Uno per lo spirito.
E uno per il corpo.

(aggiungo fare il cambio dell'armadio, oppure protrei semplicemente aspettare che arrivi l'inverno)

Ora vediamo se la mia Me-stronza che risiede nello scantinato del mio cervello riesce a farmi alzare le chiappe.
O se annegherò nella palude della tristezza come il cavallo di Atreiu.

7 settembre 2018

Piccoli pendolari crescono


Tra le cose nuove che la Gfamily inizierà quest'anno, c'è l'ingresso al liceo classico di Megamind.
Il Liceo scelto è in un'altra città, adiacente alla nostra. Così adiacente, che il treno ci mette 5 minuti, a volte 4, per arrivarci. Poi c'è un tragitto a piedi di circa 12 minuti. Praticamente ci mette meno di quanto ci mettevo io a Bologna da casa mia a Porta San Donato con gli autobus.

Qualche giorno fa Megamnid mi dice allaramato: 
-Madre, hanno già fatto un gruppo whats'app di classe!-
-Fantastico! Chissà come hanno fatto a trovare tutti i numeri-
-Ci sono 23 femmine e tre maschi!-
-Ah, ecco come hanno fatto.-
-E' terribile!-
-Cosa, le femmine?-
-Anche. Ma sopratutto...c'è il gruppo WHATS'APP! E io non conosco nessuno. Cioè non sono pronto!-
-Ma invece è fantastico, così il primo giorno non avrai la sensazione di essere completamente spaesato.-

Poco dopo torna, tra il galvanizzato e il terrorizzato.
-Madre! il 6 settembre ci siamo? perchè  pare che si vada al Mac Donald con la nuova classe di liceo!-
-Ottimo, certo che ci siamo. Cioè, ci sei.-
-Ok. Ma allora bisogna che UN GIORNO PRIMA andiamo lì col treno così imparo bene la strada per arrivare al liceo, perchè ci troviamo lì, possiamo? quando? domani?-

E così ho introdotto Megamind al mondo del pendolarismo. Siamo andati in stazione e gli ho fatto vedere il tabellone delle partenze, come vedere il binario, e che differenza c'è tra la destinazione del treno e la fermata a cui devi scendere, dove timbrare il biglietto. Insomma, i fondamentali, a uno che non ha mai preso neanche un autobus.

Ma Megamind era svagato, assente e assorto completamente negli anfratti della sua mente. E di pessimo umore.
-Megamanid! Mi stai ascoltando?-
-siiiiiii, come sei stressante!-

Scesi dal treno abbiamo fatto la strada a piedi, io sembravo google map.
-Prosegui dritto. Poi, dopo il Mac Donald, a sinistra- qui, vedi, ricorda questo orribile palazzo dall'architettura aggiacciante pseudo futurista- poi ancora a sinistra e poi, qui, a destra. Sei giunto a destinazione!-

Il giorno dopo, quello della prova pratica, alle 11.58 mi chiama.
-Madre. credo di essermi perso.-
Così gli ho fornito le indicazioni a distanza, ed è arrivato (buttandomi giù il telefono appena prima di vedere il suoi futuri compagni davanti al Liceo).

Non si può fargliene una colpa, è figlio di sua  madre.

Al rientro, con nonchalance, sollecito un resoconto da Megamind.
-Dunque, come ti dicevo siamo solo quattro maschi, uno non è venuto perchè si è tolto dalla chat dicendo che scrivevamo troppo e che lo distraevamo...-
(ok, questo è il secchione fino a prova contraria)
-...uno invece a quanto pare va al parco a fare scritte sui muri. E fuma qualsiasi cosa.-
(bene. ottimo.)
-...uno invece si chiama Matteo ed è abbastanza simpatico-
(uno normale papabile c'è. Meno male. Ma forse anche il secchione. Certo che la scelta è ristretta.)

Ovviamente il fumatore di canne mi ha allarmato.
Ho riferito al Gmarito. Il suo commento:
-Ah, beh. Uno che fuma le canne. Certo che sopravvivere in classe con 23 femmine, altro che canne, bisogna farsi.-

Ho cercato la sponda del marito, ma mi ha risposto il maschio 15enne che è in lui.
sì, la birra è analcolica

6 settembre 2018

COME CONTROLLARE E LIMITARE L'USO DEL CELLULARE DEI FIGLI


ALIAS:
come smettere di fare il carabiniere e avere le stanze dei figli ordinate

Qual è l'immagine iconica del fallimento gentoriale?
Un figlio che cazzeggia al cellulare.
Tu, genitore, vedi tuo figlio con lo smartphone in mano, e immediatamente ti senti un fallito.
Per salvaguardare e restaurare nella tua coscienza l'immagine che ti sei fatto del genitore perfetto, maledici il giorno in cui hai ceduto sull'acquisto di quella cosa diabolica, dimenticando i motivi per cui l'avevi fatto. (per esempio perchè proibire è più facile che educare), dopodichè ti lasci trascinare in sanzioni eclatanti ed inconsulte che servono solo a mettere a tacere il tuo senso di inadeguatezza: stacchi il wifi di casa, declami che d'ora in avanti internet/passatempi digitale si possono usare solo un'ora al giorno, poi mandi dei messaggi al coniuge per sfogare la frustrazione, ma ti accorgi che non puoi perchè hai staccato il router.

Noi avevamo stabilito il limite di un'ora giornaliera, ma poi si instaura il gioco di Guardie e Ladri. I Fantastici si nascondono sotto il piumone con il cellulare fingendo di dormire, stanno ore al cesso millantando docce o malori, una volta ne ho trovato uno dentro l'armadio. Francamente fare il carabiniere è estenuante, inoltre mi dovrei tenere un registro per ricordare quando uno di loro ha iniziato a giocare/chattare o musicallyeggiare.

Finalmente c'è stata la svolta.
Ho scoperto screen time (ma non mi pagano per questa pubblicità occulta), un'app che controlla i dispositivi dei figli.
Puoi impostare tempistiche di utilizzo per ogni app o funzione del telefono, controllare in tempo reale cosa sta facendo, impostare dei blocchi durante certi lassi di tempo (per esempio periodo scuola o pausa notturna, o periodo in cui deve fare i compiti).
La cosa più fica è l'impostazione di attività che il figlio può fare per ricevere altri minuti in omaggio.
Tipo: riordina la tua camera, finisci i compiti, fai la doccia, piega i vestiti.
Il Figlio internet-dipendente ti manderà tramite l'app la notifica (con foto) dell'attività svolta: se soddisfa i criteri tu genitore puoi regalare altri minuti a piacere.

Cosa sei disposto a fare per un pò di internet in più?
praticamente- sto sperimentando- qualsiasi cosa.
Sto meditando nuove attività un pò sadiche.
Tipo rifare il letto a tua sorella, leggere almeno 30 pagine di un libro, fare un gesto gentile, portare di sotto la spazzatura.

L'app è a pagamento dopo un periodo di circa due settimane, ma ad un prezzo annuale irrisorio, tipo 33 euro.

La sto sperimentando da un paio di giorni, e mi sento improvvisamente UN GENITORE FANTASTICO.



5 settembre 2018

weekend pavesino

Una settimana fa ho fatto una cosa che sognavo da anni.
Non di paracadutarmi durante il ciclo.
E nemmeno di andare ai saldi di Prada.
Ho fatto una weekend pavesino dalla mia lesboamica, la quale, trovandosi DA SETTIMANE sprovvista di marito e figli, (e qui, una sana invidia concedetemela), ha deciso di estendere a me una manciata di ore da donna libera e spensierata.
Sono partita venerdì pomeriggio per tornare sabato.
Tutto ciò è stato possibile grazie alla Nonna-Madre del Gmarito-suocera, a casa della quale sono stati deportati i figli.
Mi sono resa conto che di questo epico momento di libertà e mini vacanza, non ho traccia fotografica: non me ne sono semplicemente ricordata, di far foto. Ero troppo impegnata ad essere felice e leggera.
Quindi, ho fatto semplicemente dei disegnini.
qui sono io che sto per prendere il treno
notare la BORSA WEEKEND oggetto di cui non avevo mai fatto esperienza. Per due motivi:
 -basta per una sola persona
 -si chiama "weekend"
qui io e la mia Lesboamica ci ubriachiamo con uno spritz
(rimango eterosessuale, comunque)
qui ci siamo noi due, dopo cena, che chiacchieriamo DAVANTI AL CAMINO

eccoci mentre camminiamo per Pavia 
Avrebbe potuto grandinare, che non lo avremmo nemmeno umoralmente percepito.

Sono state una manciata di ore, non del tutto prive dal solito latente senso di colpa, che però ho saputo tenere a bada egregiamente.

Grazie, Lesboamica. Come siamo state brave.
(sempre etero, comunque, precisiamo)

3 settembre 2018

LAST IS BEST

-Lunedì la Gfamily sentiva la tristezza dell'estate che finisce
-Martedì veniva assalita dalla nostalgia delle fresche altitudini e della natura
-Mercoledì mattina il Gmarito proponeva di passare il weekend in montagna
-Mercoledì pomeriggio la Madre contattava vari rifugi in varie località montane facendo confronti sui prezzi che manco altroconsumo
-Giovedì mattina prenotava una casetta su airbnb ad un prezzo talmente incredibile che per un attimo si è sospettato che in realtà quel paesino valdostano non esistesse e che giunti sul posto avremmo trovato un garage.(invece poi, no)
-Giovedì pomeriggio scaricava da internet le escursioni più belle da fare in zona Gressoney come se dovessero fermarsi una settimana, ma sognare non costa nulla.
-Venerdì mattina, ancora galvanizzati dal successo della mini-vacanza lastminute, venivano portati a conoscenza da Megamind che lui aveva una festa proprio sabato.Del suo migliore amico.
-Venerdì pomeriggio decidevamo senza alcun rimorso di lasciare Megamind a casa, gentilmente ospitato dalla mamma del suo amico, e lo sostituivamo prontamente con il cugino Luke-camminatore-delle-stelle chiamato più semplicemente Luke.
-Venerdì sera la Madre gettava un pò a caso abiti pesanti in una valigia, preparava derrate alimentari per pranzi e cene, si ricordava delle pedule e dei kway, e perfino delle mutande.
-Sabato mattina la Gfamily con Luke al seguito, svegliandosi all'alba, partiva per la Val D'Aosta, così le bambine ( e pure io) potevano felicemente aggiungere questa regione tra quelle visitate (per loro valgono pure quelle attraversate).
Megamind restava così a casa felicemente, sentendosi molto grande, con la prospettiva di un fine settimana all'insegna della vita sociale, cosa fino ad ora piuttosto insolita per lui.
E' stato grazie al navigatore che siamo arrivati in una frazioncina di Perloz, dopo molti tornanti, e abbiamo preso possesso della nostra casetta.
Una casetta spaziosa, confortevole e molto calda.


I Fantastici hanno apprezzato soprattutto la piccola colonia felina che è venuta subito a darci il benvenuto. Loro, compreso Luke, sarebbero rimasti a casa tutto il finesettimana solo a trastullarsi coi gatti.


Invece noi li abbiamo trascinati al Forte dei Bard, tra le piccole strade di un paesino medievale in pietra e legno, fino a giungere a questa fortezza imponente e grigia, che fa da guardia alla valle.



Nel pomeriggio abbiamo fatto una FANTASTICA PENNICHELLA, garanzia di qualsiasi vacanza.
Poi, nonostante le proteste dei minori che stavano organizzando un parco felino e avevano battezzato tutti i gatti del circondario, siamo andati verso Gressoney, dove abbiamo effettuato un tour guidato con audioguida dei luoghi dell'infanzia del Gmarito, che qui veniva in colonia. Quando le colonie erano delle opzioni abbordabili per far passare l'estate ai bambini. Adesso per iscrivere tuo figlio ad una settimana in Val D'Aosta  devi vendere un rene.
Il tempo era pessimo, novembrino. Che ben si accorda ai ricordi nostalgici della fanciullezza: qui giocavo a calcio, qui partiva il sentiero che facevamo per andare in gita, questo lago una volta era moooolto più grande...
Ma noi, nonostante la pioggerella deprimente, il cielo basso e grigio, l'erba bagnata, siamo stati al parco giochi, abbiamo passeggiato fino al Castello Savoia, cercato bastoni, e immaginato di comprare le case Walser abbandonate per poi ristrutturarle quando saremmo divenuti miliardari.

Sabato sera abbiamo prodotto e mangiato un risotto alla salsiccia, e siamo piombati tutti nel sonno dei giusti.
La domenica ci siamo svegliati con un cielo azzurro stupefatto lui stesso, e abbiamo fatto la nostra escursione verso l'alpeggio di Lampuney.
Lungo il percorso siamo stai deliziati dai racconti horror di Luke, che hanno mitigato il dislivello lungo la bellissima mulattiera che si arrampicava verso l'alpe.
La meta consisteva in un prato scosceso circondato da montagne selvagge e impreziosito da un bellissimo rifugio abbandonato e misterioso.
Abbiamo mangiato i panini e ci siamo goduti l'ultimo sole prima che novembre riprendesse possesso del cielo.





Siamo ridiscesi con l'intenzione di non farci fermare dalle stagioni impazzite.
Sotto una pioggia indecisa i ragazzi hanno preso possesso di un vicino parco giochi che conteneva l'attrazione più rischiesta: la carrucola. Poi siamo tornati verso Gressoney e mentre la Madre rimaneva chiusa in macchina in un parcheggio a dormire senza vergogna, il resto della comitiva ha tentato un timido shopping.
Dopo la messa, non essendo ancora pronti psichicamente alla partenza, abbiamo fatto merenda a base di strudel e cioccolata calda. La temperatura avrebbe ben giustificato pure un bombardino. 
Dopo avere dato un addio lacrimoso e teatrale ai gattini, che naturalmente hanno subìto un tentativo di adozione forzoso, siamo partiti, sotto una pioggia ormai battente.
Che meraviglioso, imprevisto, sorprendente weekend!
E' merito del Gmarito, per cui vale la massima: se puoi immaginarlo, puoi farlo.
Certo non devi avere una immaginazione al limite della ragione, come la mia.
Il Gmarito è così: detta da lui, ogni cosa sembra possibile.