28 giugno 2018

a volte non serve


a volte non serve nemmeno nascondersi per essere invisibili

27 giugno 2018

La lista delle Madri

Questa poesia è dedicata un pò a mia cugina OcchioQuadrato (sì lo so ha un nome molto strano)
e un pò a mia madre, che è la Regina delle Liste.
Se esistesse la Facoltà Liste, lei sarebbe il Rettore.
Lei ha un modo particolare di fare le liste. Inizia scrivendo grande, con alcune parole IN MAIUSCOLO che vanno lette a voce più scandita. Poi mano a mano che procede le cose si affastellano e si accumulano nella sua mente, sono sempre di più, c'è sempre qualche altra cosa importante o raccomandazione o precisazione. Allora comincia ascrivere sempre più piccolo. Arriva alla fine del foglio e non ha ancora finito, ma non può scrivere su retro perchè il foglio è sempre riciclato e di solito dietro ci sono le bozze dei ricorsi al TAR di mio padre.
Allora,comincia a scrivere sui bordi (no, prendere un altro foglio non si può, la Lista è indivisibile, come l'Atomo. O come due pezzi piatti dei LEGO). Quindi la scrittura procede sui bordi del foglio, tutto attorno, e diventa come una scala a chiocciola fatta di parole. Ma alla fine sta sempre scritto:
Un bacio, mamma.
questo è un FAC SIMILE 



Faccio una lista
in un quaderno nuovo,
bianco ed intatto per l'occasione.

Faccio una lista
e salvo moltitudini
di cose ed intenzioni
dall'alluvione del tempo
dalle precipitazioni delle ore.

Faccio una lista di parole e frasi:
cose da prendere, cose da lasciare.
Cose da aggiustare e cose da rammendare.
Cose a cui pensare, cose da dimenticare.
Cose da regalare e cose da costruire.
Cose da immaginare, cose da non dimenticare mai.
Cose da dire, cose da scrivere.

Faccio una lista:
oggetti ed intenti
salpano ognuno precisamente
alla sua giusta destinazione,
stivati sull'arca debole della memoria.

Così, tratti in salvo,
a due a due
affollano non ordinatamente
fogli senza righe
aspettando di approdare
all'esistenza promessa.

Forse qualcosa sarà dimenticato
lasciato indietro
condannato
incompiuto, sommerso.
Annegato nello stillicidio dei minuti.

Avrà certamente
-è un impegno- una seconda occasione.
Ci sono molti fogli bianchi
nel mio quaderno nuovo.

24 giugno 2018

Morte, bellezza, ineluttabilità



Lettera d’amore
di Sylvia Plath


Non è facile dire il cambiamento che operasti.
Se adesso sono viva, allora ero morta

anche se, come una pietra, non me ne curavo

e me ne stavo dov’ero per abitudine.

Tu non ti limitasti a spingermi un po’ col piede, no-

e lasciare che rivolgessi il mio piccolo occhio nudo

di nuovo verso il cielo, senza speranza, è ovvio,

di comprendere l’azzurro, o le stelle.

Non fu questo. Diciamo che ho dormito: un serpente

mascherato da sasso nero tra i sassi neri

nel bianco iato dell’inverno-

come i miei vicini, senza trarre alcun piacere

dai milioni di guance perfettamente cesellate

che si posavano a ogni istante per sciogliere

la mia guancia di basalto. Si mutavano in lacrime,

angeli piangenti su nature spente,

Ma non mi convincevano. Quelle lacrime gelavano.

Ogni testa morta aveva una visiera di ghiaccio.

E io continuavo a dormire come un dito ripiegato.

La prima cosa che vidi fu l’aria, aria trasparente,

e le gocce prigioniere che si levavano in rugiada

limpide come spiriti. Tutt’intorno giacevano molte

pietre stolide e inespressive,

Io guardavo e non capivo.

Con un brillio di scaglie di mica, mi svolsi

per riversarmi fuori come un liquido

tra le zampe d’uccello e gli steli delle piante

Non m’ingannai. Ti riconobbi all’istante.

Albero e pietra scintillavano, senz’ombra.

La mia breve lunghezza diventò lucente come vetro.

Cominciai a germogliare come un rametto di marzo:

un braccio e una gamba, un braccio, una gamba.

Da pietra a nuvola, e così salii in lato.

Ora assomiglio a una specie di dio

e fluttuo per l’aria nella mia veste d’anima

pura come una lastra di ghiaccio. E’ un dono.


E pensare che-per inciso-questo amore l'ha portata ad uccidersi. A 30 anni.

Non senza prima avere lasciato la colazione ai suoi due bambini che dormivano nella stanza vicina.


Poco prima di morire ha scritto:



Limite (Febbraio 1963, scritta poco prima di morire)



La donna ora è perfetta

Il suo corpo

morto ha il sorriso della compiutezza,

l’illusione di una necessità greca

fluisce nei volumi della sua toga,

i suoi piedi

nudi sembrano dire:

Siamo arrivati fin qui, è finita.

I bambini morti si sono acciambellati,

ciascuno, bianco serpente,

presso la sua piccola brocca di latte, ora vuota.

Lei li ha raccolti

di nuovo nel suo corpo come i petali

di una rosa si chiudono quando il giardino

s’irrigidisce e sanguinano i profumi

dalle dolci gole profonde del fiore notturno.

La luna, spettatrice nel suo cappuccio d’osso,

non ha motivo di essere triste.

E’ abituata a queste cose.

I suoi neri crepitano e tirano.


Ecco cosa (mi) scrive ( su W'app) Valentina Vetri, traduttrice, studiosa d letteratura inglese, amante della letteratura e della poesia ma soprattutto della parola (nonchè mia cognata):
Raramente scriviamo quando siamo felici.
Il linguaggio della poesia è un linguaggio primitivo, immaginifico. Di solito chi ha il dono per questo linguaggio parla di cose che sente, o che vede, che rimandano all'universalità della nostra condizione. La nostra mortalità, il mistero della vita. La poesia cura la nostra mortalità e anche il senso del dolore profondo che accompagna la vita, esponendolo ed esorcizzandolo allo stesso tempo, costringendoci ad attraversarlo.Di base, dietro alla bellezza c'è sempre qualcosa di doloroso. I poeti colgono anche la felicità ma sono anche intrisi della sua caducità.
Noi leggiamo per l'ebbrezza che si prova a pensare: "fratello! Sorella!" quando riconosci le tue stesse parole in qualcuno.

bellissimo

22 giugno 2018

nonni portatori di nipoti & vacanze in città

Avere 4 figli vuol dire anche che non ti capiterà MAI che resti da sola col marito per giorni perchè la prole è al mare coi nonni.
O in montagna coi nonni.
O in campagna coi nonni.
O anche in città, coi nonni.

Ci sono ovunque folle di genitori entusiasti che si godono l'estate in città in case semivuote, bevono aperitivi, fanno tardi, telefonano ogni sera ai figli (che sono dai nonni in vacanza) e fingono che gli manchino tanto. Nel frattempo girano nudi per casa, mangiano senza contare il numero delle uova settimanale, vanno al cinema ed escono senza preavviso.
Addirittura ci sono donne fortunate che riescono a fare combaciare la trasferta del marito con il trasferimento dei figli (in vacanza dai nonni).

Nonni che vanno al mare, in montagna, in campagna, portandosi amorevolmente i nipoti, inspiegabilmente felici di farlo. O forse no.
Ma lo fanno.

Ecco, gente che vi godete la più bella e meravigliosa vacanza in città, pur lavorando, io vi odio.
Con simpatia, eh.

-ma naturalmente, ancora una volta, è colpa nostra, che abbiamo troppi figli! ;-)

21 giugno 2018

i grandi misteri dell'universo mondo 3

La scorsa edizione è qui.

Siamo dunque alla terza puntata dei grandi misteri cosmici, e questo perchè sempre più cose inspiegabili popolano la nostra esistenza.

1. gelato verde radioattivo
perchè fino al 1990 circa il gelato al pistacchio era verde? Cosa ci hanno fatto mangiare fino ad allora? Sarebbe possibilie chiedere un risarcimento retroattivo?
2. l'estroverso packacing dei flaconi
 per un motivo inspiegabile i flaconi dello shampoo o del doccia schiuma hanno la base più stretta del tappo, sono sadicamente rastremati verso il basso, cosicchè, anche pieni, è fisicamente impossibile che stiano in piedi. Allora credi di essere tu a sbagliare (e non il grafico del packacing che probabilmente non si è mai fatto una doccia in vita sua) e decidi di appoggiarli col tappo all'ingiù. Il risultato sarà che appena li apri tutto il contenuto si riverserà per terra, svuotando del tutto il dannato flacone.
La volta successiva ti farai furbo e comprerai la maxi-ricarica al cocco da 5 libbre, grande quanto un bidoncino del latte. Assolutamente stabile, anche se con lo svantaggio che dosare il prodotto diventa difficoltoso.
3. gli asciugamani a ventola
Nei bagni degli autogrill ci sono questi asciugamani ad aria, che manco se stai sotto per 5 ore fanno ciò che dovrebbero: ovvero semplicemente asciugarti le mani.Così, dopo avere fatto la coda per 20' al bagno delle donne, accendi la ventola, metti sotto le mani provando varie posizioni che sembra che stai giocando alla morra cinese, ma niente.  Esci asciugandoti le mani nei jeans.
5. le ballerine mutaforma
Le ballerine, quando le provano le mie figlie, sono perfette. Comodissime. Giuste in punta. Ma appena pagate, esse cambiano forma e diventano degli strumenti di tortura scorticatori di talloni, generatori di pustole e vesciche. Praticamente come un cilicio ai piedi.
6. i cotton fioc sono il demonio
I cotton fioc noi li si usava per pulire le orecchie. Poi hanno detto che si dovevano usare SOLO per pulire il padiglione esterno. Ora niente.Basta. Alle orecchie non vanno neanche avviciniati, perchè forano i timpani. Hanno creato intere generazione di bambini sordi, e i nostri genitori, che pensavano che fossimo solo disubbidienti!
I cotton fioc ora servono solo nelle scuole materne per costruire i fiocchi di neve.
7. la pellicola alimentare
Essa per un tot di anni era fantastica.Potevi fregartene se non trovavi mai un accidente di coperchio corrispondente dei tupperware, tanto c'era la pellicola. Poi hanno scoperto che era mortale. Quindi hanno creato una versione di pellicola innocua.
Ora per avvolgere una semplice terrina di insalata di riso usi un intero rotolo, avvolgendocelo tutto attorno per fare massa critica. Anche perchè se tenti ti tagliarla col seghetto affilatissimo presente nella scatola, ti amputerai un dito, mentre la pellicola ti si accartoccerà tutta nell'altra mano, divenendo inutilizzabile.
Puoi giusto riciclare il seghetto per il traforo.
Chi compra ancora la pellicola? Io voglio trovare delle scorte di quella domopac dell'86.
Poi ti ci voglio vedere, quando dovrai toglierla dalla terrina per accedere all'insalata di riso.
Userai le cesoie.

Un giorno scriverò un libro

19 giugno 2018

l'annoiamento


Oramai, in ogni dove, nelle riviste specializzate di settore, ovvero la rubrica "raccontalo ad una amica" di Donna Moderna, sui blog delle mamme che ammorbano la rete, nelle bacheche del pediatra, nei post pseudo scientifici di Facebook, nei baci perugina, nei magazine di fitness, viene propinata come verità assoluta che

la noia nei bambini fa bene

(stimola la creatività, forma la psiche, plasma la personalità, eccetera).

Sì, ma negli adulti?

No, non la noia dell'adulto. Io sogno un pò di noia.
Ma agli adulti, fa BENE LA NOIA DEI BAMBINI?

Nessuno parla del sentimento che suscita uno o più (nel mio caso PIU') bambini molesti che mentre tu aspiri i peli dei gatti, abbassando il fuoco della pentola a pressione, e agiorni la tua agenda google sul cellulare, con aria accusatoria, si lagnano che si stanno annoiando.

Nessuno parla del fatto che ti trovi costretta ad elencare un infinito elenco di attività educative, ludiche o ricreative che manco Pinterest.
Ma ad ogni proposta, quello (l'essere invaso dall'inedia che ti sta di fronte), fa "no" con la testa.
O dice: - ho detto che mi annoio, non che voglio giocare al geomag-
O al LEGO.
O cucinare con la mamma.
O riordinare la stanza.
O ascoltare la musica.
O fare un collage.
O fare una collana di perline.
O leggere.
O disegnare.
O giocare a qualche gioco da tavolo con gli altri fratelli che hai appositamente partorito nel dolore.

No.
Nessuno parla dello sfinimento con cui il genitore resiste alla frase risolutiva in cui concede alla prole la tv, IL SATANICO internet, o quant'altro di dannoso.

La noia non fa bene al genitore.

Sopratutto se non ha un giardino in cui improvvisare una piscina fatta coi sacchi di plastica, montare un'amaca, organizzare un rave party, una caccia al tesoro, o semplicemente sbattervi fuori i figli.

Quindi la noia ai bambini farà anche bene, ma nel frattempo, mentre si forma la loro personalità e viene chissà quando stimolata la sua creatività, NEL FRATTEMPO QUA SI AMMATTISCE, CHIARO?


Alla frase sopra aggiungerei:
E scopriranno quanto resiste la pazienza dei loro genitori prima che gli arrivi un ceffone



dandelion

ah, meraviglioso sarebbe
al soffio di un estraneo desiderio 
al vento svaporare
come un vecchio soffione
stanco di resistere
aggrappato al suo stesso bianco cuore.
Così, mentre in moltitudine
semi alati al cielo e al mondo
si disperdono
il soffione spoglio scompare
nel prato
erba tra l'erbe
sconosciuto

18 giugno 2018

il non-anniversario

Al mio Gmarito

Non solo perchè assomiglia a Colin Firth, ovviamente in bello
Non solo perchè quando legge qualcosa che lo appassiona, lo condivide con me, costringendomi ad ampliare i miei orizzonti, che io tendo a restringere per pigrizia o per la mia consueta narcolessia
Non solo perchè lui si orienta, per strada e nella vita, rendendo le cose più leggere pure senza senza semplificarle: perchè nella complessità sta la ricchezza,
Non solo perchè sopporta la mia incontinenza emotiva, la mia lunaticità, le mie isterie per dettagli a lui incomprensibili,
Non solo perchè sa sciogliere le mie tensioni senza bisogno di troppe parole, sapendo che mi basta una carezza, come i gatti,
Non solo perchè è curioso di tutto ed è la mia finestra su mondi che non esplorerei mai,
Non solo perchè spiega a Megamind cose a me incomprensibili come il fondo monetario, la curva dello spazio tempo, il riassunto della guerra in Palestina, l'evoluzione del sistema pensionistico dagli anni '70 ad oggi, insomma, cose adulte,
Non solo perchè è molto intelligente,
Non solo perchè non si fa travolgere (quasi) mai dai litigi dei Fantastici,
Non solo perchè è così alto,
Non solo perchè non ha mille paure, ma solo qualcuna ben selezionata,
Non solo perchè è coraggioso, e non teme gli scontri, non teme di perdere l'affetto della persona con cui litiga,
Non solo perchè ha bellissime mani,
Non solo perchè si prende a cuore la ridente cittadine in cui viviamo,
Non solo perchè è un bravo padre,
Non solo perchè è passionale, nel senso più lato che ci si può immaginare,
Non solo perchè è un uomo libero,
Non solo perchè mi conosce,

Non solo per tutte queste cose, ma anche perchè è semplicemente lui, e sarà sempre solo lui a cui ho voluto regalare la mia libertà, con tutto ciò che questo comporta,

E- nonostante tutti i suoi difetti che non scrivo per non rovinare l'effetto del post-

io lo scelgo e lo sceglierei per l'eternità
il mio Gmarito
Quindi, ogni giorno è un anniversario del nostro matrimonio.
(Che quindi dovrebbe chiamarsi giorniversario.)










14 giugno 2018

La fatica con CatWoman

CatWoman è sempre scontenta.
E' sempre arrabbiata.
Vive sul lato oscuro della luna.
Prende tutto sul personale.
Il tempo, i compagni, uno sguardo della maestra, un divieto: tutto congiura contro di lei.
E' spesso annoiata.
A parte quando è davanti ad uno schermo.
Allora potrebbe andare avanti per ore, inebetita.
Richiede costantemente attenzioni.
E' gelosa di sua sorella, che ormai è uscita dal suo mondo ancora di bambina, proiettata verso la fase più cretina dell'adolescenza.
La guarda con invidia e dispetto, si sente esclusa, tradita e forse molto, troppo diversa.

Questo essere cupa e scontenta e rancorosa, come fosse Mercoledì della Famiglia Addams, mi devatsa.
Mi irrita. Mi dispiace. Mi contagia.
Mi rende una madre poco paziente, poco accogliente, nervosa, pervasa dai sensi di colpa per non essere capace di prendere le distanze, per non essere capace di influire sullo stato d'animo di lei, come quando era piccola e tu, Madre, avevi il potere di far tornare sempre il sole.

Insomma, vorrei una ricetta, per me più che per lei.
Ma non esistono ricettari simili.

Ho paura per lei.
Ho tutte le paure, per lei.
Per la sua vita, il suo futuro, l'essere così ipersensibile e suscettibile, la certezza che in questo modo soffrirà molto.
Paura che si incattivisca, o che sia sempre triste.


12 giugno 2018

luoghi sociali

Megamind ha l'esame di terza media.
Debbo dire che mi sembra un esame molto serio e anche molto più difficile di quello che diedi io ormai un numero incalcolabile di anni fa.
O forse la mia disistima è retroattiva.Nulla di ciò che ho fatto in passato è stato veramente impegnativo, dato che sono inetta.
A parte forsel'esame di maturità.
Ma a distanza di tempo non mi sento più degna nemmeno di averlo superato, dato che mi pare di avere dimenticato tutto, o forse non ho mai saputo davvero mai nulla.
Ho la sindrome dell'impostore.
Nei sogni, mi cade la maschera, e allora qualcuno di autorevole sentenzia che devo ridare tutto l'esame. Che è nullo.E io naturalmente so che hanno ragione.
Ma ritorniamo a Megamind.
Asociale di ritorno.
Ovvero asociale per pigrizia.
-Megamaind, allora ci vai alla festa di Tizio e Caia?
-Quella pizza in piscina?
-esatto-
-non so-
-Non sai! E' una festa! Dai, vai-
-Ma ho l'esame, devo studiare-
-Ma dai!-
-...E poi la piscina. Il caldo...-
-Embè?-
-Non so...- Aria annoioata che dice : prendimi a ceffoni, ora.
-Ascolta entro stasera mi devi dire se ci vai. Che se ti devo portare (due palle) mi devo organizzare, visto che- per inciso- domenica abbiamo duemila impegni tra cui le tue prove chitarra e il tuo concerto chitarra.-
Passano tre giorni.
Megamind:- allora Madre, domenica ricordati che mi devi portare alla festa.-
-Che festa? - (tre giorni sono lunghissimi, considerata la densità di impegni che vi si accumulano. Tutti dei Fantastici 4 ovviamente)
-Quella in piscina-
-MA SE MI HAI DETTO CHE NON ANDAVI!-
- Ah, no. Dai. Andavo. Però non porto il costume. Però non faccio il bagno in piscina. Però dovresti venirmi a prendere prima. Alle 15.30.Per studiare.-


In un torrido e desolato pomeriggio domenicale alle ore 15.00, appena tre ore e mezza dopo averlo ivi accompagnato, sono andata a prenderlo alla detta festa in piscina.
Quando sono arrivata aveva un costume (non suo), giocava a calcio (attività a lui totalmente inedita), chiedeva di poter rimanere e che, no, non aveva pensato che poteva usare il suo cellulare per avvertirmi prima. Perchè non lo trovava più. E che inoltre non sapeva nemmeno che ore fossero.
Perchè non aveva portato l'orologio.
Ho resistito molto eroicamente alla tentazione di strangolarlo davanti a tutti.
Poi ho apprezzato che abbia prevalso un sano desiderio di baldoria ereditato da suo padre a dispetto della sociopatìa cronica derivante dalla Madre.
Per me quel posto ero l'inferno in terra.
Ettari di prati disseminati ovunque di gente semisuda spiaggiata, bar e ristoranti gremiti di gente, nella piscina una densità umana di una persona al metroquadro, che praticamente fai prima a stare a casa ed entrare in un tino pieno d'acqua, musica altissima con ragazze in costume che ballano sopra un cubo per la gioia degli astanti.
Bambini urlanti, stuoie ovunque,caldo, umido, confusione, disarmonia.
Tutto ciò a pagamento.
Cioè, la gente paga per stare in un luogo infernale.
Ma si sa, io sono sociopatica. Ero già sfinita solo dopo essere entrata e aver vagato per mezz'ora in cerca di mio figlio, disperso chissà dove, tra tutta quell'umanità stipata e sudante.
Non sono snob.
Odio solo un pò la gente. Che mi sta troppo vicino.


6 giugno 2018

burocrazie

Vi risparmierò le invettive cariche di veleno contro i riti e le liturgie obbligatorie del fine anno scolastico, che come ogni maggio-giugno mi portano alla schizofrenia più totale.(Anche se poi una volta seduta nell'aula teatro piango e mi commuovo. No, scherzo. Non ho mai pianto. Però alla fine son contenta di essere andata. Sono un persona molto poco coerente.
D'altra parte è copa mia, che ho fatto 4 figli, quindi chiudiamola qui.
Quest'anno, in aggiunta ai siparietti scolastici, sportivi, musicali, si sono sovrapposti numerosi appuntamenti di tipo medico sanitario, naturalmente, neanche a dirlo, ad orari compatibili con la gente che lavora.
Alle 14,30.
Nella fattispecie, la vaccinazione per uno dei meningococchi (che mi sono fatta spiegare la differenza tra i vari ceppi ormai fino alla nausea, dal mio pediatra, ma senza successo).
Una vaccinazione facoltativa che avevo prenotato un anno e mezzo fa nella fase in cui volevo vaccinare la prole anche per la malaria, e di cui avevo perso memoria.
Sicchè c'era una procedura da seguire.
Una settimana prima recarsi presso l'ASL (che adesso si chiama ASST, giusto per toglierci ogni dimestichezza con le istituzioni), ritirare i bollettini alle ore 11.00, tanto mica lavoriamo, e recarsi alla posta.
-Scusi, ma non può darmi il numero del bollettino che provvedo con un pagamento on line?-
Che domanda ingenua. Nel 2018 occorre recarsi personalmente agli uffici e ritirare il bollettino di carta e fare la fila in posta, vorremmo mica che il vaccino non funzioni.
Assieme al bollettino ci sono svariati moduli da compilare, naturalmente uno per ogni figlio.
Io diligentemente faccio tutto, compilo ogni modulo, prelevo CatWoman da scuola due ore prima, e con Megamind e WonderWoman mi reco all'ambulatorio in perfetto orario.

Inizia Megamind. Il medico legge la documentazione che gli do.
-Signora, suo figlio ha avuto episodi febbrili?-
-no-
-Assume farmaci?-
-no-
-E' in perfetta salute?-
-Mah, veramente, sì, ma 20 giorni fa è stato punto da una zecca-
-Ah. E l'ha tolta?-
-sì-
-Sa come si tolgono, vero?-
-Oh, sì, sono espertissima in zecche.-
-Bene.Allora direi che possiamo andare avanti- Mi ha inquadrata già come la madre paranoide.
Io sento il bisogno di giustificarmi.
-Sa...io non avevo compilato il questionario perchè c'era scritto: da compilare solo in età pediatrica fino agli 11 anni, visto che mio figlio ne ha 13...-
- Sì, signora, ha ragione. D'altra parte, invece, mi ha compilato la sezione in cui chiede se suo figlio è incinto, è mi ha scritto "NO"-
- Ah, sì, perchè c'è scritto da compilare per i maggiori di 11 anni.-
-Sì, ma suo figlio è un maschio.-

Mi sono adattata  alla burocrazia cieca e irrazionale, volevo dirgli.
La stessa che ti costringe ad andare alle unidici del mattino a ritirare dei bollettini postali compilati a mano da un impiegato.
Invece gli ho detto:
-Ha ragione, dottore. Ma sa, sono una donna molto stressata.-

5 giugno 2018

cosa fare alle riunioni in aula magna

Tra saggi, recite balletti e dimostrazioni.
Tra diplomi, diplomini, feste di fine anno, concorsi musicali, concerti scolastici e pesche di beneficenza,
c'è anche la riunione di presentazione del Nuovo Esame di Terza Media.
In aula Magna faccio la seria e metto gli occhiali per vedere le slides.
Alla sesta slide di PowerPoint alla dicitura: criteri di calcolo della media dei voti 
io apro l'agenda.
E scrivo una poesia.
Non è colpa mia.
E' lei che mi frullava in testa da ieri.
Come nell'ora di matematica in terza Liceo. Che scrivevo poesie, che tanto portavo Italiano ed era uscito greco scritto.
Sarà per questo che sogno di dover rifare l'esame di Maturità Classica, tutte le notti, da più di una settimana?

Sole spietato

S'abbatte il sole

sui muri cocente
nella città:
ritaglia collage 
d'ombre affilate
ancora fresche e brunite

Un fiore accecato

nato bastardo
dal bordo del marciapiede
alla notte anela
per volgere alle stelle
sognanti ed umide
la corolla riarsa.

E la salvezza della notte arriva,

come dopo un lungo pianto
consolante d'infinita stanchezza.

E fino all'alba

s'affacciano
stella e fiore


in un riconoscersi muto di sorelle


l'una desiderando radici

l'altra l'eterno.



4 giugno 2018

Repost di isterie totali: LA PEGGIO MADRE

Ripubblico questo post del 2013 di quando i Fantastici non erano ancora adolescenti. Ma io ero sclerata lo stesso. Mi dovrebbe consolare? no.

la peggio madre
cioè, è inutile che pubblico la foto delle bambine che fanno i biscotti coi grembiulini di stoffa con su ricamato il nome perbenino (da un altro) come se fossi una di quelle madri.
E' inutile che bluffo (bleffo) (bleuffo?).
Inutile che ritraggo la pizza fatta in casa. La passeggiata in centro. Il SuperMario così carino con la sua scimmiettina di pezza.
Che poi siam tutti bravi con quell'app giusta che mette tutti quei filtri azzurrati e bassi di saturazione ai bordi e le scritte così cool e ci fa sembrare tutti protagonisti di una rivista radicalchic tipo ABITARE, dove anche uno che raschia vomito da pavimento pare estetico. (purchè si faccia la giusta sfocatura).

Perchè in un giorno così vanno in fumo tutti i pomeriggi passati ad incollare porporina, a fare gare di costruzioni col Kapla, a giocare al giocodell'oca, ad ascoltare la cinquecentesima barzelletta su "uno si chiamava scemo, l'altro tonto e l'altro deficiente"(no, non la sapete ancora?).
In un giorno così in cui vado completamente fuori di zucca e di melone e non so quale altro ortaggio, un giorno a causa del quale mia figlia adolescente mi rinfaccerà a vita additandolo come la causa di tutti i suoi male e probabilmente anche dei suoi brufoli, e conseguente assenza di fidanzato.(No, lo so che gli adolescenti non li chiamano fidanzati, addio mi vien già l'ansia).

Dio, ed è pure l'otto dicembre, capite. Pessima.

Dunque tutto è iniziato con WonderWoman che mi chiede una foto per la scuola.
Già io mi irrito quando le maestre chiedono le foto. (Poverette, non è colpa loro, loro pensano che le Madri abbiano le foto dei loro bambini. Le madri normali.)
Io non HO gli album delle foto. Nemmeno quello del matrimonio, ok? quindi devo scartabellare 15 scatole di foto mischiate che vanno dal '73 con il G-marito in braghette corte e tutte virate al giallo, alle foto di classe del 2010. E questo mi fa sentire inappropriata. 
Per esempio a WonderWoman che mi ha chiesto l'anno scorso la foto del battesimo per religione, ho barato, e le ho dato quella di suo fratello, che tanto solo uguali, e poi il vestito era lo stesso.

E io la foto di WonderWoman non ce l'ho, perchè chi stampa ormai le foto?
Ma tanto, ho la stampante.
Eh no, la carta della stampante non va bene ci vuole quella fotografica.
E compra quella fotografica.
E la stampante, ovviamente non va. Mancano le cartucce, che mancano SEMPRE le cartucce quando serve, e lei stampa solo in giallo e blu.
E vai a comprare le cartucce.
Epperò la stampante non funziona lo stesso, e togli e metti e togli e  metti queste bastarde di cartucce, finchè torno in negozio con le dita sbrodolate di rosso indelebile che sembro uscita da un film di Dario Argento e mi presento dalla povera commessa cogli occhi iniettati di sangue, mentre Ww mi ripete come una litania:
-Mamma, io non posso fare il lavoretto. 
Di Natale.
 Lunedì. 
E' l'ultimo. 
L'ULTIMO GIORNO. 
Sarò l'unica. 
L'UNICA a non avere il lavoretto. 
Mamma. 
Aiuto. 
Mamma.-

-Ah, signora ci sono gli ugelli incrostati allora li pulisca così- 
Ok, vabbè. Puliamo gli ugelli, e NATURALMENTE  non cambia una beata fava.
-Mamma, io non posso fare il lavoretto.
Mamma. 
Aiuto. Sarò l'unica...-

L'indomani (sabato) ordino al Gmarito di portarla dal fotografo per farle una benedetta foto.
Ma no, troppo borghese, per il Gmarito. Quindi ingaggia il nonno, provetto fotografo e dotato di una superstampante di eccelsa qualità.
E quindi gli mando le foto da stampare.
E fu sera e fu mattina, arriva domenica, quando, alle ore 9.20 del mattino giunge comunicazione dal suocero che non si può fare, che le foto sono a bassa risoluzione.
Scarica altre foto, invia altre foto, ma non giungono altre notizie sul destino del lavoretto di Natale.
Per nulla certi della riuscita, il G marito ha scaricato da youtube un VIDEO tutorial su come pulire gli ugelli.
Di due bambini veneti che parlano in dialetto, ma ci sono i sottotitoli e si capisce lo stesso.
Riproviamo quindi a violentare la stampante con iniezioni di alcool, (si sa che prima bisogna farle bere),  parolacce, improperi diseducativi, sostituzione compulsiva di cartucce a caso, ma ormai la stampante, in pieno coma etilico, dichiarava di non avere più inchiostro, nè cartucce, e nemmeno era più in grado di prendere i fogli dal suo cassettino, stampava tutto giallo e mandava tutti affanculo.

-...Mamma, io non posso fare il lavoretto. 
Di Natale.
 Lunedì. 
E' l'ultimo. 
L'ULTIMO GIORNO. 
Sarò l'unica....-

-Vabbè (cazzo) WonderWoman vieni che andiamo qui sotto in stazione a fare una foto alla macchinetta e la facciamo finita.-
Sendiamo in stazione, dove di domenica alle due ci sono solo tossici ed extracomunitari che bevono birra tenendo la bottiglia in un sacchetto da pane, entriamo nell'abitacolo della macchinetta, e inseriamo i soldi per sta foto.
Ma l'unica opzione disponibile è la foto con sullo sfondo delle immagini del duomo di milano e anche degli stambecchi con stelle alpine (?) con scritto "tanti saluti dall'Italia" in 4 lingue.
Allora ho dato fuori. Tipo pazza.
Mi sono messa a urlare davanti a drogati e barboni

-bastaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa io non ne posso piùùùùùùùùùùùùùùùùùùùù così non vabene, nonmenefrega un accidente del tuo lavorettooooooooo. Farai senza foto, e dì alla tua maestra che non si chiedono foto, così, da un giorno all'altro come cavolo glie è saltato in testa?!? capito? e adesso andiamo a casa. E non me ne frega niente, E GUAI se parli ancora di foto, CHIAROOOOOOOOOOOO?

(si, WonderWoman piangeva, si sono orribile, lo so, lo SO.)

A casa ho dato calci a qualunque oggetto si trovasse a tiro, e  a casa nostra ce ne sono MOLTI, a tiro, ho sbraitato per un altra mezz'ora e ho meditato se prendere anche la mazza da baseball di Megamind per fare a pezzi la stampante.

Poi ho mangiato 4 baci perugina.

Poi ho pianto.

Poi sono stata vicina a WonderWoman sul divano a guardare un film di Barbie e le ho chiesto scusa.
Poi abbiamo fatto una torta.
Un pietoso modo di riparare.
Poi è arrivata la mia dolce suocera e mi ha portato le foto che il buon suocero mi ha stampato. Circa 15. Così, per sicurezza, non si sa mai.

Ora vado a flagellarmi un altro pò.

Ecco, sono ancora qui a flagellarmi per la qualunque.
Da allora la stampante non è mai più stata ricomprata.
L'abbiamo portata in discarica, dove un marocchino l'ha adocchiata appena l'ho tirata giù dalla macchina, l'avrà riparata guardando un video tutorial di due bambini Bergamaschi leghisti, e la userà per stampare le foto dei suoi bambini.