31 maggio 2013

lunghe giornate-terza parte

-terza parte-

Così, il Gmarito, tornato da lavoro, alle ore 19.35 deve essersi trovato di fronte a questa ridente scenetta.
I Fantastici4 senza controllo e non ancora in pigiama, ogni superficie della cucina, compreso il pavimento, ricoperto da cose che non avevano nulla a che vedere con la cena, SuperMario in piena protesta per fame, e la moglie completamente isterica.
Ovviamente io poi me la prendo con chi mi capita a tiro, così il Gmarito si è dileguato
-ok. Vado in cesso-
(con il gergo scurrile il Gmarito esternava così il suo disappunto)
Io nel frattempo gettavo tutti fuori dalla cucina.E nutrivo SuperMario.

Ho poi dato il peggio di me per il resto della serata, perchè poi, ammettiamolo, non era colpa dei Fantastici4 se avevo avuto una giornata pesante, così come non era colpa del Gmarito se i bambini volevano una chitarra fatta cogli elastici e dei sassi milanisti e sopratutto se la sventurata madre asseconda ogni impeto creativo.

Dopo avere inveito contro tutti e tutto (sentendomi ne frattempo assolutamente pessima) ho mollato piatti e pentole sporche nel lavello, e me ne sono andata a letto.

Non proprio una scenetta da angelo del focolare, eh?

Il Gmarito intanto ha fatto lezione a Catwoman (che si sta preparando per dare 'esame per andare in seconda senza passare dal via-ovvero dalla prima-), ha archiviato poi tutti i Fantastici4.

Potevo fare di meglio.
Non ho alcun controllo della mia emotività, sono una incontinente emotiva.

E spesso il Gmarito è il mio pannolone emotivo.
Magari si inxxxxa, ma così facendo mette dei paletti, senza i quali, andrei totalmente fuori di testa.

Poetica, questa immagine. Potrei farla incidere una una medaglietta d'oro e regalargliela per il nostro anniversario:-
"Al mio amore: il mio pannolone emotivo."



30 maggio 2013

lunghe giornate-seconda parte

-seconda parte-

Giunti a casa i Fantastici4 hanno avuto il loro rinforzino di merenda (da noi l'orario di merenda va dalle 16 all'ora dell'aperitivo).
Poi hanno chiesto subdolamente di fare "dei lavoretti".
Siccome loro sanno che, fossi anche semi inferma, io, paladina della creatività, non rifiuterei mai.
Siccome loro sanno che, se vogliono costruire un razzo superspaziale o una casetta delle bambole, io, anche se sono esausta, comincerò a cercare "quel pezzo di polistirolo" conservato per 2 anni, o " quella cassetta della frutta che non ho buttato via".

Così mentre io cercavo di attaccare dei bottoni alla camicia del Gmarito, MegaMind voleva costruire una chitarra VERA,  CatWoman una benda da pirati (ma rosa) e poi una chitarra (VERA) perchè: anche le piratesse, suonano le chitarre.
WonderWoman invece voleva le tempere colore rosso e nero.
-No, c'ho il blu e il nero.-
-Ma mamma! Devo dipingere dei sassi del colore del Milan!-
-Ma tu non tenevi per la juve, ieri?-
-Sì, ma Pietro e Leo, no. Glieli ho promessi.-

Ora anche i pantaloni della tuta sono milanisti.
E poi.

-Mamma, una scatola da scarpe-
-Anche a me-
-Un rotolo di cartone-
-Dove sono gli elastici?-
-Mi dai le forbici?-
-Mi tagli un tondo?-
-Ce l'hai un cartoncino rosso? E uno fucsia? E uno verde? Ce li hai di tutti i colori?
-Dov'è lo scoth?-
-Come attacco gli elsatici?-
-Mamma perchè non riesco a fare il DO? E il LA è così stonato? Questi elastici non funzionano-

Ad attaccare 6 bottoni ci ho messo dalle 17.00 alle 19.30.
Poi, si è svegliato SuperMario, che doveva mangiare, il tavolo era ingombro di cose tra le quali la meno improbabile era un sasso a strisce rosse e nere, la cena non era menneno ancora una vaga idea nel mio cervello, ed è entrato il Gmarito.

-Perchè sei così nervosa?-

(continua)




29 maggio 2013

lunghe giornate

(premessa aggiunta posticipatamente:

  • non tutte le mie giornate sono così. Sennò avrei bisogno di superpoteri o farmi di coca.
  • il Gmarito non è sempre così latitante, a volte accompagna lui i bambini, a volte prepara il caffè, a volte li butta giù lui dal letto. (Lui è molto permaloso, quindi occorre fare questa precisazione. In ogni caso ho scritto "A VOLTE")
  • Quando riesco, nel lasso di tempo tra il mio pranzo (consistente in una piadina) e l'uscita di scuola dei bambini, SuperMario permettendo, mi disattivo sul letto per almeno mezz'ora.


-parte prima-
la sveglia suona alle 5.10, ha le unghie da tagliare e sa un pò di pipì.
E' SuperMario che esige la sua dose di tetta.
L'altra sveglia (quella con un display illuminato) suona alle 6, inutilmente, perchè sono già sveglia, ma subisce il destino di ogni mattina e viene ignorata.
L'altra sveglia suona alle 6.10, e a quel punto mi alzo trascinandomi al punto di non ritorno, ovvero fino davanti alla porta del bagno, per spegnerla. A quel punto è minore lo sforzo di andare in bagno piuttosto che tornare a letto, dunque sono salva.
25 minuti per mettermi le lenti, e un corollario di parolacce, ma tanto i bambini dormono e SuperMario non capisce.
Ora che ho le lenti posso vedere fuori dalla finestra, ma era meglio di no, perchè diluvia.
Così, per diversificare.
Preparo la colazione e via di seguito la routine mattiniera.
Suona la sveglia alle 7.00, quella dei Fantastici4:
alzati, vestiti, grembiule, lavati, sbrigati, mangia, prepara la colazione, dare la colazione a SuperMario sul seggiolone, non ti sporcare, ecco la merenda, hai preso il flauto, firmare il diario, cambiarsi tutti le scarpe per prendere gli stivali, preparare le scarpe di ricambio, evvai, finalmente fuori di casa.
Poi scuola, asciuga una lacrimuccia da abbandono materno di Catwoman, e corri a timbrare al lavoro prima delle 8.30.
Poi 4 ore di ameno lavoro fuori, a piedi, sotto l'acqua, ma con due pause caffeina al bar.
Timbra, corri a casa, la babysitter saluta ed esce, SperMario si sveglia da suo sonnellino (mentre io vorrei solo spalmarmi a letto ed entrare in un coma NON vigile), e deve mangiare.
Nutrire SuperMario, cambiarlo, e uscire in macchina per la spesa settimanale.
Spesa settimanale.
Quella che ti riempie il carrello fino all'orlo compreso il posto del bambino.
Arraffa più roba palusibile in meno tempo possibile (ovviamente AVEVO fatto una nota della spesa, ma risulta non pervenuta dalla borsa), tutto con SuperMario dentro la fascia perchè nel carrello non ci sta, poi 15 minuti di coda alla cassa, e finalmente fuori.
Carica la macchina, a casa di corsa, scarica la spesa con addosso SuperMario, sistema nel frigo le cose che vanno a male, e poi fuori di nuovo, in auto.
E' ora di andare a recuperare gli altri Fantastici.
Un quarto d'ora per trovare parcheggio (tempo di recite), recuperarli, opporsi a consueti capricci e lamenti post scolastici (la merenda non mi piace, voglio invitare la Gina, a me stare a casa mia fa schifo, voglio andare a casa di Francy, mamma per COLPA TUA ho preso una nota).

(...continua)


27 maggio 2013

ogni occasione è buona per festeggiare

Interno urbano.
Salotto illuminato.
Ore 22.00
La moglie:-Dobbiamo festeggiare.-
Il marito:-...-
La moglie:- No, non sono incinta.-
Il marito, avvezzo a ricevere ultimamente quasi un solo tipo di notizia:- Ah, bene.-
La moglie:- Ho trovato quel documento per il 730, con addirittura un giorno di anticipo.(rispetto all'ultimo giorno possibile per presentarlo, ovviamente)-
Il marito:-Uh, bene.-
La moglie:- e chiedimi perchè non lo trovavo?-
Il marito, poco convinto ma condiscendente:- perchè non lo trovavi? (come se fosse una notizia, che non si trovi un documento in casa nostra).
La moglie, con aria solenne: -Perchè era al suo posto. Ovvero nella cartelletta dell'assicurazione. Chi l'avrebbe mai detto, eh? Sono stata davvero un genio a cercarlo lì. Alla fine. (sì, dopo avere rovistato in tutte le borse invernali ed estive e nelle tasche delle giacche, essendo un documento del 2012.)

Una minaccia di divorzio in meno, a 'sto giro.
(bè, sì, sono io quella moglie, ovviamente)

26 maggio 2013

eredità

Che WoderWoman abbia un carattere totalmente diverso dal mio e da quello del Gmarito, è pacifico.
Estroversa, creativa (in modo totalmente differente dal mio), libera, audace, diretta, femminissima, testarda, zero permalosa, narcisista, vanitosa, generosa.
Non so perchè mi stupisco di ciò, non è che il carattere si erediti come il colore degli occhi (color cacchina, come i miei) o la tendenza ad ingrassare.
Eppure continuo a stupirmi, che ami il rosa  shocking, che voglia sposare quasi tutti i maschi della sua classe, che adori fare le pulizie (!), che per strada la saluti gente di svariato tipo (bambini, vecchi, mamme, ragazze, ragazzi, cani -sì, cani-) senza che io sappia minimamente di chi si tratti.
Continuo a stupirmi e a chiedermi: da ci avrà preso?
Soprattutto quando passa il tempo a ballare in mutande davanti al vetro della finestra che riflette la sua immagine, o quando dà certe risposte sfrontate con assoluta nonchalances.
-Catwoman cosa hai lì?-chiede alla sorella
-La corona del rosario-
-Ma se è una collana!- risponde bramosa Wonderwoman
-Nooo, è il rosario.- ribatte precisa come una tagliola Catwoman, che mette sempre tutti i puntini sulle i.
Wonderwoman scuote la testa e sentenzia:- Rosario, collana. Stessa cosa.-

24 maggio 2013

Le mamme perfette

Avete presente la storia delle mamme imperfette.
Come se ci fossero delle mamme perfette.
Non ci sono mamme perfette, ma solo mamme che sanno fare buon marketing di se stesse.
Per il resto, siamo tutte imperfette, nelle maniere più disparate possibili.

Essere mamme imperfette non è poi così male, perchè non abbiamo viziato figli mariti e colleghi con prestazioni straordinarie e così non dobbiamo combattere con l'ansia da prestazione.
L'essere imperfette e ammetterlo è un ottimo alibi già di per sè.

Poi in prezzo da pagare è naturalmente la disorganizzazione, l'ansia da cesto della biancheria sporca, lo tsunami della roba da stirare, il latte che manca a colazione, la smorfia di disappunto della rappresentante di classe a cui vi siete dimenticate di dare per l'ennesima volta la quota per la gita.

Tra i trip ricorrenti nel mio blog c'è quello della madre perfetta.
Naturalmente c'è sempre un evento scatenante.
L'evento scatenante in questione è questo, cioè che è venuta a trovarmi la mia mamma, da Bologna.
Per darmi una mano, sostenermi, darmi un pò di tregua, aiutarmi in casa.
Di solito, essendo io totalmente folle, e in preda costante dei miei sensi di colpa, due giorni prima che arrivasse pulivo forsennatamente la casa, mettevo pure in ordine, almeno apparente, lavavo i porcellini, svuotavo il cesto della biancheria. E cucinavo pure, in anticipo.
 Così, per fingere, con la mia mamma, di essere una massaia perfetta (che solo il termine massaia mi fa venire i brividi).
Ovviamente non glie davo a bere. Cioè, non è che si può fingere con una mamma di essere cioè che non sei.
E non è per niente bello, poi.

E così a sto giro mi son detta, sai cosa ti dico? E' la mia mamma.
E io sono io.
E lei lo sa.
E io lo so che lo sa.
Non prendiamoci in giro.
E SuperMario sta mettendo i denti. E il cesto della biancheria rigurgita. Ho appena avuto l'influenza. Ho iniziato a lavorare. Non ho una donna delle pulizie. Sono terribilmente stanca.
Sarò me stessa, e pazienza. Incasinata, pasticciona, che non ha la più pallida idea di cosa significhi dare le priorità ( se non quelle affettive).

Lei è arrivata, come un angelo.
Ha sbrinato il frigo, con incrostazioni risalenti al cretaceo, e forse ci ha trovato dentro un mammuth ibernato, di sicuro qualche resto di trota assiderata.
Mi ha pulito tutta la casa. Ha riordinato la dispensa. Ha pulito il frigo liberandosi dei reperti di cibo su cui crescevano muschi e licheni.
Ha svuotato l'infamante cesto della biancheria sporca.
Ha cucinato per me. Ha badato a SuperMario mentre io recuperavo qualche ora di sonno.
Ha spolverato.

Io mi sento molto inadempiente, naturalmente. Inadeguata, in colpa.
Perchè lo so che mentre sto qui a scrivere questo post o mentre cucio una borsetta fatta con una maglietta riciclata, potrei smistare almeno un pò dei vestiti piegati in corridoio da 10 giorni.
Ma io sono io, e se non mi ossigeno almeno ogni tanto, non sopravvivo all'apnea della vita quotidiana, in cui si susseguono doveri e corveè.

Oggi è ripartita e mi ha mandato una sms.
Che diceva più o meno così:
Sei incasinata e sciattona. Ma buona. Un bacio, mamma.

Che io voglio interpretare così: come casalinga sei un vero disastro, però non sei una pessima madre. E forse nemmeno una pessima moglie.





20 maggio 2013

domandone serale

E' sera, e i Fantastici 4 sono a letto, che aspettano la buonanotte (tranne SuperMario, già archiviato dalle 20.00), ed è il momento delle domande.
Le domande serali spaziano da: "domani posso mettermi la gonna nuova?" a "Da dove veniamo, e perchè esiste la Sofferenza in questa vita? Chi è Dio?".
E' il momento delle Grandi Verità, e anche il momento in cui, ogni scusa è buona per procrastinare il sonno.

MegaMind, appoggiato di malavoglia il Tex sul comodino:
-Mamma, a che servono le palline?-
-In che senso, le palline,scusa?-
-Ma mamma! Quelle che stanno sotto al pisellino-

Sono quei momenti in cui senti che per Te Genitore è arrivato il grande momento in cui devi dare prova di te stesso. Le domande sul sesso, insomma.
Quelle che ti sei prefigurato da quando il pupo aveva 6 mesi, ed è da allora che ti prepari, ma non hai ancora deciso se approcciarti con le api, i fiori, o semplicemente sorridere e procrastinare l'argomento per l'anno prossimo.

E comunque farsi vedere indecisi/imbarazzati/ammutoliti/ fa parte della parte del Genitore fallito.
Disinvoltura, naturalezza, pacatezza e precisa chiarezza sono la strategia migliore, bisognava cominciare ad allenarsi allo specchio almeno tre anni fa, questo è il punto.
Ora non capisci nemmeno più perchè dovrebbero c'entrare le api, visto che lo sanno tutti che fine fanno i fuchi, e hai vaghe rimembranze sul ruolo de pistillo, ma la botanica non è mai stata il tuo forte.

E così sono andata all'impronta, senza pensarci un secondo.
-Nelle palline ci stanno i semini, quelli che-quando sarai grande- quando entrano nella pancia della donna servono per far nascere i bambini .-
MegaMind deluso.
-Ah. Um. Bè, non credo che mi saranno molto utili.-
-E perchè scusa? Non credi sia bellissimo avere un figlio.-
-Mmmmm, sì. Un figlio si, ma...(smorfia di disgusto) una moglie....brrrrrr.-

Eccolo, il punto. E io che mi preoccupavo delle api.





18 maggio 2013

femmine

Non mi spiego come in casa nostra si respiri un clima così reazionario e maschilista.
Naturalmente la mia tesi è che sia colpa del Gmarito, lui invece ribatte che io sono più maschilista di lui.

Conversazione1

Io, madre italiana, guardo MegaMind ripetere la lezione di geografia sulle coste, e gli dico, così, a bruciapelo, come solo le mamme italiane possono fare.
-Sei bello. Sai. Avrai un sacco di ragazze-
MegaMing grugnisce come nei fumetti, emettendo così tutto il suo disprezzo per il genere femminile (esclusa la mamma, naturalmente).
-Rassegnati, è il destino dei belli-
-Mmmm. Non c'è problema, mamma. Basta avere una beretta.-
-Un cappello?-
-No, mamma. Non un cappello.-

Conversazione 2
-Allora, MegaMind, chi invitiamo alla tua festa di compleanno in piscina? Facciamo 5-6 amici, che dici?(Giusto così,senza esagerare, per non rischiare di perdermene uno e trovarlo che fa le avances alla bagnina o tenta di affogare l'amico del cuore)-
-Ah, va bene, allora. Matteo R, Matteo F, Matteo D. (come si può notare nel 2004 non c'era molta fantasia in fatto di nomi da maschio), Andrea, Luca, Lorenzo...-
-Ok, sono sei, va bene così?-
No, aspetta, dobbiamo invitare qualcun altro.-
-Si?-
-L'ostaggio.-
-Che vuol dire l'ostaggio?-
-La femmina, cioè-

Ecco, non so, tutta questa avversione per le femmine, non la capisco.
Lo so, ora magari mi preoccupo che non gli piacciano abbastanza, dopo dovrò preoccuparmi magari che non ne metta incinta qualcuna.

Non so che scegliere, in effetti.


9 maggio 2013

decluttering

Declutering è un nome figo per dire repulisti.
Vuol dire:
 aspetta che tutti se ne vadano di casa, prendi un sacco gigante della spazzatura e butta tutto quello che riesci prima che tornino i proprietari.

E' molto ma molto meglio che andare dallo psicologo.
E anche dal parrucchiere.
Dopo sarete spettinate.
E anche con le ascelle pezzate come un facchino africano, ma felici e con l'autostima alle stelle e forse avrete perso perfino 200 calorie.
Quindi potrete subito mangiare del cioccolato.

Il decluttering prevede una giudiziosa suddivisione tra ciò che è proprio da buttare, ciò che si può dare in beneficienza, è ciò che si può riciclare.
Quest'ultima opzione è pericolosissima, perchè se comincio a fare andare il cervello, praticamente tutto potrei riutilizzare, trasformandolo in qualcos'altro. E per una che si era messa a conservare i noccioli di ciliegia costringendo tutti a sputarli in una bacinella con acqua e sapone, la tentazione è forte.
Ma poi vince il desiderio di spazio, pulizia, il senso di liberazione catartico, per cui, una volta preso il via, butteresti anche il divano.


Dal mio decluttering di oggi (e mi sento BENISSIMO, devo ancora farmi una doccia, faccio schifo, ma sono bella dentro) ho salvato due Tshirt, una perchè aveva un disegnino carino,(poi per il resto era tutta una macchia di unto indelebile) e una perchè era di pessima qualità, senza infamia e senza lode.

E ci ho fatto una borsetta, che forse regalerò, ed è proprio carina.

non servono spiegazioni particolari, una maglietta dentro l'altra, i rimanenti pezzi cuciti insieme per fare la tracolla e il fiocchetto.
Devo dire che le magliettine si prestano benissimo a fare qualsiasi cosa con facilità, e poi eventualmente...si può fare a meno dell'orlo, che per una pigra come me...




8 maggio 2013

trip cucito

Ormai il mio trip del cucito deve ritagliarsi spazi tra lavoro, cucina, lavatrici, compiti figli, pannolini da lavare e cambiare, dialoghi utili e dilettevoli con g-marito, spesa, servizio taxi figli, sparecchiamenti, apparecchiamenti, ecc.

Quindi sono molto felice di essere riuscita a concretizzare due idee per le quali una persona normale ci avrebbe messo 10 minuti, e io, tra tutte le cose di cui sopra, rottura aghi, sostituzione bobina, infilamento ago per circa 10 volte, sostituzione fili, ci ho messo tipo una giornata intera.

Esausta ma felice.
Il primo progetto è un semplice affarino che ho rinominato:
il bavaglino infinito.
una fettuccia con alle estremità due clip delle bretelle, che trasforma qualsiasi pezzo di tessuto (una cravatta, un tovagliolo del ristorante, un fazzolettino di carta, un pezzo di cartaigienica, un foulard di gucci) in un comodo bavaglino.
Così, basterà portarsi dietro quello (e magari una scatola di fazzolettini di carta) per avere sempre a portata di mano un bavagliolo.
Tipo, quando andate a prendere un gelato e vi danno quelle salviettine di simil carta IMPERMEABILE che vi spalmano i gelato su tutta la faccia.

Geniale, ammettiamolo, sono molto soddisfatta di me.



E poi ho personalizzato la mia amata puch sling, che è il nome figo per dire fascia tubolare, che mi ero fatta e che sto usando molto.
Ho aggiunto una applicazione e un alto pezzo di fettuccia con una clip per attaccarci ciuccio, giochini, o le chiavi della macchina.

mi sembra carina.
(nel collage non era ancora personalizzata, solo nella foro in basso a sinistra...)

SuperMario ci ha subito rigurgitato dentro.Ora si sta sciugando.
(la fascia. E anche SuperMario)

6 maggio 2013

maternità alternativa/ sensi di colpa/ inadeguatezza

Con questo mio quarto figlio, ho un pò rivoluzionato il mio approccio pratico alla maternità, facendomi anche trascinare da molte novità che stanno prendendo piede (sì, forse diventeranno anche delle mode, ma ben vengano, mode così). Mi riferisco ad una maternità "alternativa",(più frikkettona? mah, può essere, va bene così), che mi si addice perchè è istintiva, non si basa su regole rigide e dettami e verità assolute, fossero quelle del pediatra, come quelle della mamma.(forse mi si addice proprio perchè sono così pigra che seguire le regole mi uccide...)
Mi sono cucita una fascia e anche un meitai, e sono diventata una specie di zingara portando SuperMario (e rubando portafogli, ovviamente).
E i pannolini lavabili.

Quello che c'è di bello in questa "corrente" di pensiero e modalità di essere mamma proposta dal libro di cui sopra, è l'ascoltare il proprio istinto di mamma e sentirsi meno insicura, liberarsi da tanti sensi di colpa (connaturati geneticamente alla natura femminile tanto quanto la cellulite), tabelle, prescrizioni, regole rigide e luoghi comuni.

Quello che c'è di brutto  che spesso all'interno di certe correnti di pensiero si ergono delle sacerdotesse che credono di possedere la loro Verità di Essere Mamme. Estremiste nel verso opposto.
Non hai allattato fino a tre anni?
Sei una sadica che hai privato dell'affetto della tetta il tuo bambino. 
Come, il bambino dorme nella sua culla a otto mesi?
Sei una madre snaturata perchè i bambini hanno il bisogno FISIOLOGICO di stare attaccati alla loro mamma. E tutti i figli devono dormire nel lettone. Si sa. (Che importa se tuo marito vede una tetta solo quando è ora della poppata, e dorme tutte le notti con un tallone di un seienne nell'orbita oculare)
Porti a spasso il tuo bambini nel passeggino? Povera creatura, così la privi del contatto FISIOLOGICO con la sua mamma, rimarrà traumatizzato e avrà la sindrome da abbandono.
Porti il tuo bambino nella fascia? Brava, ma sicuramente hai scelto la fascia sbagliata, devi fare un corso.
Porti il tuo bambino nel marsupio?
Stracciamento di vesti! Il marsupio, è il demonio. Sopratutto se porti il tuo piccolo con la faccia rivolta al mondo e non verso la sua mamma. (chissà quante cose brutte vede!)
E poi il marsupio non ha una posizione FISIOLOGICA per il tuo bambino. A te verrà la scogliosi, e al tuo bambini, non si sa, qualcosa di terribile.
Usi i pannolini usa e getta?
Inquinatrice dissoluta e irresponsabile.
Dai a tuo figlio gli omogenizzati industriali?
Ma non lo sai che lo avveleni? cos'avranno mangiato quelle vacche? dove avrà nuotato la trota? come avranno allevato quel coniglio?
Devi farli tu gli omogenizzati, anzi, ancora meglio, niente omogenizzati, vai con l'auto svezzamento, mangiare tutto a piccoli pezzi. Sennò, vuol dire che non hai voglia di dedicare attenzione e tempo al tuo bambino.

E' così che spunti e idee originali e valide possono diventare altri strumenti per creare insicurezza, sensi di colpa, e desautorare le mamme della loro capacità di essere madri senza dovere consultare qualche esperto in materia, frequentare corsi, appellarsi alle sacerdotesse della Maternità.

Io ho attraversato vari stadi di maternità.
Primo figlio: scaletta delle poppate e schemino delle pappe appeso al frigoroiero, tabella della crescita del peso appeso alla bilancia. Esaurimento nervoso da coliche. 
Secondo figlio: scaletta delle pappe sul frigo. Latte artificiale sul tavolo della cucina. Senso di colpa perenne per la tetta vuota.
Terzo figlio: latte artificiale, sacchi di pannolini non-lavabili sporchi, a spasso col passeggino doppio, nessuna culla in camera da letto, ma tutti e tre nella loro cameretta.

Ho fatto molti errori, e molti ne farò ancora.
Ma nessuno dei miei figli è troppo traumatizzato o infelice.
Con il quarto mi sento più serena, lo allatto ancora a 8 mesi, NON dorme (più) nel lettone, e ho molto più mal di schiena, perchè portare in fascia è  bellissimo, ma se non vuoi avere il mal di schiena, usa il passeggino, O madre.
E senza sensi di colpa.





3 maggio 2013

senza parole

quanto mi piace paint, nella sua primitività
che rassomiglia tanto ad un vero foglio-e-matita

2 maggio 2013

as a bird

al ritorno da un weekend dalla nonna paterna-in campagna- 3 dei miei Fantastici 4 (supermario non ha ancora l'età per fare weekend in quanto ancora tetta-dipendente) mi hanno portato una bella sorpresa.
-Chiudi gli occhi, mamma- Hanno detto.
Sono entrati in casa con una bella gabbietta per gatti.
Ho pregato che non avessero portato a casa un gatto.
E la mia preghiera è stata ascoltata.
Perchè nella gabbietta c'erano due uccelli, uno moribondo, l'altro totalmente isterico in evidente e condivisibile crisi di panico.
-Sono caduti da nidoooooo- Hanno detto con occhio lacrimoso presentandomi i trovatelli e io già immaginavo i tre mostri che inseguivano per tutto il prato i poveri volatili agguantandoli poi alla fine, loro malgrado.

Ora, lo so. E' il sogno di ogni bambino trovare un trovatello, e salvarlo.
E' che sul salvataggio, nutrivo qualche dubbio.
Che uno, era già in agonia.
Forse c'era qualche speranza per l'altro.
Ma non sapevo cosa accidente mangiasse.

-Guarda su internet, mamma.- Mi suggerisce con tono di chi da una risposta ovvia ad una bambina di 2 anni.
Io ho guardato il Gmarito, responsabile di avermi portato i trovatelli a casa con occhi iniettati di sangue:
-E se poi MUOIONO  di FAME? E se deperiscono giorno per giorno? eh? Ci hai pensato?-
-B, è CERTO che moriranno, scusa. Ma intanto i bambini fanno esperienza.
 Il Gmarito non aveva capito che il problema non era il trauma dei bambini (che avevano inseguito 'ste povere bestie per un pomeriggio finchè non si erano costituite spontaneamente probabilmente per disperazione), ma IL MIO TRAUMA.

-Non voglio che MUOIA QUALCOSA IN CASA MIA!- (escluse le piante, che ci ho messo ua pietra sopra)

I bambini li ho spediti a letto, tranquilli e con la coscienza a posto, di chi ha salvato due povere creature.
Io invece mi sentivo un'assassina carceraria .
Ho preso l'uccelletto che sembrava meno morto e gli ho dato un pò di pane bagnato.

Mi sono sentita un pò madre Natura, la pora bestia apriva il becco e mangiava pure. Dopotutto non sembravo così inadeguata.
L'altro, era già spacciato, invece, stava mezzo morto in un angolino e mi spazzava il cuore.

Ma almeno un 50% poteva farcela. Si sarebbe salvato dai miei bambini.

Ho dormito con l'ansia e la mattina dopo ho lasciato la gabbietta aperta sul davanzale.
Al ritorno dal lavoro, uno era stecchito.
L'altro, non c'era più.
Non ho verificato sull'aiuola 5 piani più in basso, ho preferito immaginarlo libero e felice ed evaso, as a bird.

Comunque  io stavo malissimo. Non sono riuscita a rimuovere il cadaverino.
Quando i 3 Fantastici4 sono tornati da scuola, mi hanno chiesto notizie delle bestie, e io affranta gli ho comunicato che uno era deceduto.
Loro sono andati, hanno guardato la salma senza battere ciglio.
-Mamma, uno è volato- mi dice Catwoman
-Si...(sniff)-
-L'altro è morto. Ma è in cielo? nel cielo degli uccellini morti?-mi chiede CW
-Si, certo...- Rassicurante, come da manuale nel capitolo:" come spiegare la morte ai bambini senza generare traumi e paure."
-Bè, allora, perchè sei triste? Sono in cielo tutti e due!-
Interviene MegaMind: -Dai, mamma su, si sapeva che uno moriva. Ce ne sono tanti. Non essere triste, mamma.-

Forse mi avrebbe dato anche una pacca sulla spalla.

Dopo questo trauma, ho chiesto informazioni ad un mio amico veterinario per capire che uccelli fossero.
Probabilmente merli, ha detto. Prima di volare i piccoli merli stanno a terra per qualche giorno, dove sono spesso preda di gatti e ....altri pedatori dotati di pollice opponibile.
-Non gli avrai mica dato del pane, eh? Perchè li condanni a morte certa.

Ok, sono in cielo tutti e due.
Pace all'anima loro.
(Mannaggia, G marito, rimarrò traumatizzata tutta la vita.)