28 gennaio 2015

To spin

Cosa vuol dire in inglese To Spin?
Vuol dire, pedala.
Fino alla morte.

Dopo 10 anni di inflaccidimento muscolare, considerando che tutte le amiche attorno a me hanno deciso di correre, cosa che apprendo dai post di Facebook in cui esse umiliano pubblicamente noi chiattone pigre, esplicitando i km effettuati, ho preso una decisione epocale.
Nella notte tra il 31 Dicembre e il 1 Gennaio, esattamente dalle 23,56 alle 00,04, ho deciso che anche io sarei andata a correre.
Che bello: nella bruma del mattino, mentre tutti dormono, tu sola, la musica, il rumore dei tuoi respiri, il sudore, l'affanno, la congestione, l'acido lattico, il 118.
No, la corsa non è fatta per me.
Poi lo so, il dottore direbbe che per le mie ginocchia non va.
Il Gmarito dice che il mio assetto muscolo scheletrico non è geneticamente predisposto alla corsa.
Alle 00,05 del 1 Gennaio 2015, infatti ho deciso poi che NON sarei mai andata a correre.
Di mia spontanea volontà, almeno.

Però ho optato per spinning.

Andare in bicicletta.

-Amore, hai già fatto la prova di spinning?-
-No, perchè?-
-Ah,allora guarda. Prima paga una ventina di lezioni. Poi fai a prova-
La consueta scarsa propensione per il Gmarito per i pagamenti anticipati, avrebbe dovuto farmi sorgere qualche sospetto.

Ma la mia amica omonima, lei, dopo due mesi di spinning c'ha un fisico pazzesco, e dunque-penso-posso farcela anche io. Cosa sarà mai, poi, andare in bicicletta, è un pò come andare in bicicletta, no? non si disimpara mai.

Così pago, e vado in questa palestra fichissima.
A parte il fatto che mi sono subito persa negli spogliatoi, arrivo davanti alla porta dove ci sono le bike.
C'è una ragazza che aspetta fuori ed è vestita da ciclista. Poi arriva un signore 60enne vestito da ciclista. (oh, beh, se c'è pure un signore 60enne...ja posso fà pure io, pure se c'ha una tutina aderente e sotto è nudo e chiaramente depilato, e questo mi inquieta un tantino).
Arrivano altri, in attesa di entrare, e sono tutti vestiti da ciclisti.
L'unica in tuta da sfigata ero io.
Poi sbircio dentro alla sala, dove stanno facendo l'allenamento precedente, da una finestrina sulla porta.
All'interno è tutto buio.
Una musica altissima rimbombante e discotecara.
Ci sono luci psichedeliche viola.
C'è uno schermo che proietta paesaggi avventurosi. Gente folle che si butta dal paracadute, scende giù dai burroni in bici, taglia traguardi tra folle esagitate.

E dentro, 16 scalmanati che fanno andare le gambe così veloci che non vedo i piedi.

Ora capisco il perchè del pagamento anticipato.
Finisce la lezione.
Prima di entrare entra un omino con lo straccio a pulire il pavimento.
-com'è che pulisce a quest'ora?-chiedo ingenuamente alla ragazza
-Pulisce il sudore che c'è in terra-
IL SUDORE CHE C'E' IN TERRA?
Cioè, questi grondano sudore fino in terra?
Poi passano alla pulizia delle bici. Sudate pure quelle.

Ma non c'è anche un rianimatore, in caso di bisogno?

Poi entriamo.
E io ho paura.
Come se fossi entrata nella setta di Scientology.

Così si comincia.
Inutile dire che io dopo i primi 5 minuti di riscaldamento ero già in iperventilazione.
Inutile dire che quando il trainer diceva di stringere (simulando la salita) io FINGEVO di stringere.
Inutile dire che quando il trainer urlava come un invasato: e adesso....running!!!!
ovvero alzarsi sul sellino e iniziare una lunga fuga verso la cima della ipotetica montagna, io restavo col culo sul sellino.
Rispetto agli altri sembravo una olandese placida che se la pedala lungo il canale tra i tulipani.
E invece ero mezza morta e solo un minimo di amor proprio, e il fatto che la mia vicina aveva 55 anni ed era a livello pendenza 5 senza fare una piega, mi ha impedito di lasciarmi cadere tramortita giù dalla bicicletta invocando pietà.

Poi c'è questo istruttore che ti motiva con frasi mistiche.
Su, dai, aspetta eh. Ora comincia eh. La senti la strada? Prendi contatto col tuo respiro Io lo so, che puoi farcela. Fidati del tuo cuore. fidati del tuo coraggio, lanciati, arriva in vetta, vinci le tue paure, DAI, DAI, cela farai, io lo SENTO!

E sembra sempre l'ultima salita, e invece, porca eva, quanto possono essere interminabili 45'?
Nemmeno l'interrogazione sulla tragedia greca mi faceva sto effetto.

Saranno assicurati?
Ci sarà un medico in loco?
E il sedere. Il sedere. TUTTO il sedere, non so se mi spiego.
Un dolore atroce, una tortura. Ma un bel sellino largone modello GRAZIELLA, no? dobbiamo pedalare su di un sellino di ferro? Largo 8 cm?

Qui, il Gmarito è capace di esigere un risarcimento per danneggiamenti perenni.
Intanto, grondavo sudore. Forse non fino a terra, ma per me, che sudo solo quando faccio la sauna, o un colloquio di lavoro, è già significativo.

Posso guardare il lato positivo. Non mi sono resa ridicola cadendo dalla bici.
Anche perchè i piedi sono ancorati ai pedali come in una macchina mediavale per le torture.

Ho pagato 20 lezioni.

Almeno mi scenderà il culone, no?



22 gennaio 2015

letargìa

L'inverno lo odio.

Amo il Natale, lo so, ma alla fine ho scoperto da WonderWoman, che in seconda elementare mi ha insegnato i giorni in cui iniziano le stagioni, che l'inverno inizia il 21 Dicembre,  (sono stupita: io pensavo che ci fosse una sola data in cui inizia una sola stagione, che è il 21 Marzo, ovvero la primavera, le rondini, eccetera); ne consegue quindi che praticamente tutto l'avvento è in autunno, e quando Natale finisce, l'odioso inverno è appena iniziato.

Il giorno del lutto è quando disfo l'albero di Natale.


Io d'inverno mi trasformo nella donna procione.
Non solo per la scarsa propensione alla depilazione (ancestrale istinto alla conservazione della temperatura corporea).
Non solo per le occhiaie che circondano di nero gli occhi.
Ma perchè- principalmente- l'unico inverno plausibile è quello che prevede il letargo.

Ma visto che la società civile non prevede il letargo nell'essere umano (dimostrandosi quindi mica poi tanto civile, per i miei parametri), io mi ci adatto come posso, cercando di preservare la mia sopravvivenza.

Intanto, il risveglio.
Dopo la settima sveglia, (ho sette sveglie, il sette è un numero magico, e spero così che si compia la magia, e io riesca a svegliarmi), come può non essere contro natura risvegliarsi, guardare fuori dalla finestra e vedere che, senz'ombra di dubbio, è ancora notte.
Perfino il barbone della stazione dorme della grossa.

Poi, il letto.
Credo che a tutt'oggi sul mio letto ci siano 5 coperte, col risultato che quando mi ci rintano sotto, ho questo peso addosso di circa 15 chili, praticamente la sensazione della sepolta viva.
Benissimo. Certe sere in effetti ambirei al riposo eterno, o perlomeno ad un coma (NON VIGILE) di almeno 6 mesi.
Assumo una posizione fetale, e guai a chi si muove.
Ovvero: guai al Gmarito!
-Non ti muovere! Che fai entrare lo spiffero!-
-Ma se c'hai su la tuta da sci!-
(che idea, potrei metterla davvero)

Quando voglio una serata romantica, il Gmarito sa che ci sarà una impennata nella bolletta del gas. E' il nostro piccolo compromesso.

Poi il freddo. Fuori. La nebbiolina. La brina. Romantica da dietro la finestra. Quando sei per la strada a piedi per 6 ore, vuoi regalare una rosa a chi ti amputerà i piedi ormai blu.
Con l'inverno, ogni vezzo glamour in me scompare.
Prevale l'istinto di conservazione.
Procedo con vari strati fino a raggiungere la temperatura corporea compatibile con la vita.
Raggiungendo anche le proporzioni di BigHero, in effetti.
A quel punto poco importa cosa indosso.
I miei vestiti da inverno sono tutti marroni, grigi, neri. Al massimo blu.
Cioè non so perchè, ma d'inverno ti propinano solo colori deprimenti.
Io indosserei pure un maglione giallo, se l'avessi, ma tanto i successivi strati sono comunque marroni, grigi o neri.
Dopo avere indossato l'ultimo strato, sono perfettamente mimetizzabile con la steppa siberiana.
(Almeno quando piove ho sempre i miei stivali giallo flash che funzionano meglio di un giubbetto rifrangente)

Allora-per sdrammatizzare- mi sono comprata una cappello a forma di volpe, che tutti pensano sia un gatto, e si vede che non hanno occhio.
La Volpe con gli stivali gialli.
Ciò fa molto bimbo sperduto di PeterPan,



e mi viene voglia di scappare sull'isola che non c'è, non fosse che, a causa del mio inesistente senso dell'orientamento, non ricordo più se è la prima o la seconda stella a destra.

O era a sinistra?

L'inverno è solo una lunga estenuante attesa della primavera.
L'inverno è accettabile solo quando cade la neve ed inesorabilmente-avessi pure quasi quarant'anni come una che conosco io- una parte di te ti sfugge e torni bambino e sai che non hai ancora fatto il pupazzo di neve perfetto, quello con tre palle una sull'altra, e vorresti tanto provarci.
O scivolare giù per la collina con la tua slitta di legno di nome Rosebud.


La donna-procione travestita da volpe.(qui senza stivali)






16 gennaio 2015

;-)

Partiamo dall'assunto che wats'up può salvarti la vita.
Ed è la migliore invenzione dopo la crema depilatoria profumata.

Però figlio di W'up è IL GRUPPO DELLE MAMME.

Il gruppo delle mamme è una cosa che nasce perchè gli avvisi scolastici che ai nostri tempi erano tre (data delle vacanze di Natale, data delle vacanze di Pasqua, data della recita di fine anno) sono diventati almeno 15 alla settimana. E non è che tutte le mamme hanno tempo per sedersi al pc e leggere le 25 mail ConRispostaAlMittenteIn CopiaATuttiIGenitori. Oppure, se hanno tempo, prefeiscono magari andare in bagno prima che venga la cistite, oppure guardare l'ultima puntata di BreakingBad fingendo di stirare.
E da qui, nasce il gruppo.
Poi, dopo circa una settimana, il gruppo comincia a degenerare.
Non più avvisi e memorandum (6 euro per la gita entro domani, ginnastica non più al venerdì ma al martedì, portare una risma di fogli), ma si comincia con i consigli per i compiti.
Si parte da "pagina 35 e 37 del libro giallo o del libro verde?" a inviare 17 messaggi con foto delle pagine ed inquadrature di ogni operazione in colonna.
Messaggi vocali in cui si ode la voce dello scolaro che ripete i numei in inglese fino a 100.

Naturalmente io smisto i messaggi, e mi guardo bene dall'entrare in materia, anche perchè sovente non so di cosa stiano parlando, nei compiti i Fantastici si autogestiscono, e se hanno dei dubbi piuttosto chiamo direttamente LaMadreAttendibile di turno.
Quantomeno restiamo nel tema scuola.

Ma la perversione del gruppo inizia con le faccine a sproposito, quasi sempre con gli occhi a cuore "Mi mandi la FOTO DELLA MAIL che hai mandato?"
(cioè un minuto di silenzio: La FOTO della MAIL, capite.)
[segue: faccina innamorata+faccina depressa+faccina stupita]
Dopo la domanda, o IN RISPOSTA alla domanda, seguono: delfini, teschi, fiori e scimmie che si chiudono le orecchie. Praticamente una libera associazione psicanalitica di immagini casuali.

Dopodichè si passa alle foto possibilmente di gattini o uomini seminudi  in bianco e nero con frasi non pertinenti, ma dense di significato, che potrebbero pure far riflettere, se uno riuscisse a soffermarsi su uno del 500 messaggi all'ora che riceve, tra un commento estasiato, una faccina con gli occhi a cuore, un filmato di gnomi che ballano e una catena di sant'antonio che ti minaccia di morte nel caso in cui tu non voglia diffonderla per il cyberpianeta.

Così succede che tra i millecinquecento messaggi che ricevo ogni ora, mi perdo proprio quello che mie serviva, ovvero la password per l'iscrizione scolastica on line.

L'ho trovata tra una foto di Brad Pitt in mutande col cappello di Babbo Natale, e "la Catena della Amiche per Sempre, che se non mi torna indietro vuol dire che non mi vuoi bene".
Più due delfini e un mazzo di fiori e una faccia che fa l'occhiolino.

Sono impopolare, lo so.
Ma pensate a questo:
Un gruppo di quinta
Un gruppo di terza
Un gruppo di seconda
Un gruppo di catechismo di terza
Un gruppo di Catechismo di quinta
Un gruppo di Scout

Ad un certo punto il Gmarito pensava avessi un amante.






15 gennaio 2015

ci sono, ci siamo, reportage da Bononia

Se non voglio che (alcune) mamme della classe di WonderWoman mi tolgano  il saluto, rimproverandomi che non riescono ad addormentarsi o sono diventate stitiche in quanto non possono leggere recenti post di questo blog, bisogna che io scriva.
Non che mi manchi il materiale.

Intanto non si pensi che io abbia cambiato lavoro. I tempi di reazione nel pubblico impiego sono paragonabili solo a quelli biblici, quindi forse quando comincerò ad incanutire e mi scenderà la cataratta, potrò finalmente smettere di staccare foglietti rosa dal mio blocchetto.

C'è stato il Natale.
Quand'è che si deve dire ai bambini la storia di BabboNatale? Ovviamente fosse per me potrei nascondere i pacchi amazon tra i gatti della polvere sotto il letto, trascinarmi fino all'una di notte per poter posizionare furtivamente i regali sotto l'albero, ubriacarmi col mezzo bicchiere di Marsala che si lascia per lui su tavolo della cucina, ancora fino all'età in cui si sposeranno.
Perchè io, nella favola, ci vivrei sempre. Non per niente siamo al 15 Dicembre e non ho ancora disfatto l'albero.
E poi alle domande di MegaMind, razionali e sempre più insistenti, sulla questione,  ho risposto con una lettera. Cioè, Babbo ha risposto. Ho architettato una versione così realistica, plausibile, moderna e razionale, che probabilmente ci crederà fino a quando entrerà in seminario.
(Megamind non si sposa, dunque ha detto che non gli rimane che farsi prete).
Una mia amica ha un figlio che ha 12 anni e ancora crede a Babbo Natale, e nonostante lei abbia lasciato palesi indizi, lui imparterrito, in seconda media scrive ancora la letterina.
Cioè, lei lo ha beccato che guardava siti di donne nude sul cellulare del suo compagno, però scrive ancora la letterina a BabboNatale. (Cosa gli abbia chiesto, alla luce di ciò, quest'anno, poi, non lo so, eh.)
La sorellina invece ha la pulce nell'orecchio, ha solo 8 anni e  ha detto alla madre che una compagna (ah, ma questi compagni smaliziati che c'erano anche ai nostri tempi, li manderei al riformatorio)le ha detto di avere le prove che Babbo Natale sono i genitori.
-Ah, si? Non esiste? Allora tu quest'anno non scrivere nessuna letterina, che poi vediamo.-

Geniale. Prendiamo appunti.

Il nostro Natale non è stato dei più spensierati.
Cuori e teste infrante a parte, parlando non solo metaforicamente, il soggiorno Bolognese non è nato sotto una buona stella.
L'incipit è stato la diffusione del consueto morbo bolognese, sottoforma di caghetta da trincea e altri ameni sintomi. Decimati lo zio d'America e Peter.
Una volta ristabilita la pace intestinale, perchè non ci si assuefacesse al dolce far niente della vacanza felsinea, ci ha pensato il blackout notturno ripetuto alle 3 di notte, che ha fatto scattare il duplice allarme di cui è dotata la casa dei miei genitori, che neanche la Banca Centrale d'America.

Successivamente, SuperMario, che voleva tenere alta la concentrazione di adrenalina, ha pensato di chiudersi a chiave in una stanza.
-Guardate bimbe!Davanti alla casa dei nonni ci sono i Pompieri! Forse c'è un incendio!- Esclamo spiritosona tornando da una di quelle cose culturali che voglio far fare (con decisione unilaterale) ai bambini, nella fattispecie la visita ad un museo.
In effetti 6 Vigili uscivano da casa dei miei.(bellocci, pure)
Meno male che ha trovato una chiave da girare e non un accendino.

Tutto ciò non ci ha impedito di rimpinzarci come tacchini, uscire a cena, accettare inviti anche ADDIRITTURA di soli adulti.

Quando siamo tornati a casa, dopo un lungo viaggio con molte tappe agli autogrill e gli stomaci debordanti di tagliatelle, CatWoman ha vomitato nell'ascensore.
Sul mio piumino.
Nella mia borsa. Che avevo gettato sul pavimento dell'ascensore cercando di tamponare il getto di vomito con un pannolino di Mario. (Ho trovato quello, in borsa. L'alternativa era tapparle la bocca con un tampax).
Lei ha mancato il pannolino. E ricoperto ogni superficie di vomito, che poi, per lei che non mangia una mazza, avrà tirato su il cibo di tre giorni prima. Solo il soffitto si è salvato, mentre lo specchio mi rimandava-doppiamente- l'immagine di una scena dell'esorcista.
In ogni caso, mentre sciorinavo tutto un vocabolario di parolacce oscene alle dieci di sera, ripulivo con ettolitri di alcol e dando fondo alla scorta di scottex di un mese, tutto l'ascensore, bloccando l'apertura con la borsa (piena di vomito anch'essa.)
Si lo so, che non è una immagine edificante. CatWoman mi fissava immobile e con lo sguardo vitreo delle bambine-horror giapponesi.
Dopo avere ripulito ( il Gmarito mai stato tanto contento in vita sua che gli fosse toccata la parte dello scaricamento di tutti i 150 sacchi sacchetti sacchettini dalla macchina) esausta e puzzolente e pregustando una doccia bollente a base di bagnoschiuma al cocco...
...si richiudono le porte scorrevoli del suddetto ascensore tascinando con sè avanzi ben riconoscibili del pranzo e della colazione.
Nel mentre il Gmarito mi informava che all'appello mancava una valigia.
La sua.

Ma tanto, a Bologna, nessuno ha la sua taglia.
Buon anno, eh.