17 marzo 2014

Carne Vale

Il Carnevale lo odio e lo amo Catullescamente parlando.
Potrei dire come mia nonna:- il carnevale è inutile, c'è già tutto l'anno. O tempora, O mores.-
Ma mia nonna, che Dio l'abbia in gloria, oggi avrebbe 108 anni.
Da piccola lo adoravo, sebbene non abbia mai visto una sfilata in vita mia, ed ascoltavo i miei compagni di banchi che favoleggiavano di questi carri fantasmagorici, che io immaginavo come delle cose trainate da buoi misteriosamente divertenti.
(I miei detestavano tutto ciò che comportasse folla, rumore, necessità di spostamento in auto-che non fosse almeno a 300 km- difficoltà di parcheggio).
Mi sono vestita da:
indianina (non pocahontas, che non esisteva)
ufficiale dei nordisti (sì, perchè? Ero bellissima, e avevo una splendida carabina)
pipistrello
diavolo
gatto nero (periodo un pò dark, sì)
primavera (periodo idillico-femminile)
notte
Poi c'è stato un lungo periodo in cui ovviamente ho ignorato l'evento.
Per inciso pure io sono un pò agorafobica, detesto la ressa, mi suscita istinti omicidi-di-massa.

Ho visto la prima sfilata di carri a 20 anni, da fidanzata del Gmarito, e per la precisione i carri erano organizzati dalla casa di riposo delala ridente cittadina in cui ho messo su famiglia, avevano come tema i pirati e consistevano in carri-vascelli seguiti da lentissime carrozzine con su svagati vecchietti imbottiti di tranquillanti e vestiti da pirati, loro malgrado.
Una roba che a pensarci mi viene da piangere ancora adesso.

Naturalmente da quando ho messo al mondo i Fantastici4, Carnevale ha ripreso il suo fascino, nella misura in cui i travestimenti sono pensati dai bimbi e realizzati (nottetempo) da me.
L'idea di comprare un costume di tessuto infiammabile made in china a 50 euro non mi sfiorerebbe mai.
Piuttosto li vesto tutti e 4 con dei sacchi della raccolta differenziata (carino, però, eco friendly, uno col sacco viola dell'indifferenziata, uno da bidoncino del vetro, uno col sacco giallo della plastica e il piccolo da sacco dell'umido. Vincerei il primo premio per il Politicamente Corretto. E i miei figli mi citerebbero per danni morali e sociali non appena raggiunta la maggiore età.)
Ma comunque.

Ho fatto vestiti da cowboy (almeno 6), ninja, cavaliere, jedy, ancora jedi, e poi ancora jedi in alcune varianti a me incomprensibili, e infine da Lucky Luke (sempre cowboy, è).
Poi ho fatto Sirenette, Rane, Trilly, PeterPan, Principesse e ballerine, Merida (Di Brave), Mamma di Merida, Le due sorelle di Frozen.

Per queste ultime due avevo trovato uno splendido tutorial che spiegava come fare i vestiti usando semplicemente teli di stoffa, striscie, e spille da balia.
Un ottimo escamotage per non passare le nottate a cucire.

Quando siamo usciti per strada il venerdì grasso per una prova generale, dopo i primo quarto d'ora ad una si vedevano le mutande e l'altra aveva il torso nudo.
Ho passato la notte a cucire.
L'alternativa e cucirglieli addosso per l'eternità.

Il sabato grasso però, pigiati nella folla come rifiuti in un compattatore, avevo una Elsa e una Anna felici, e debitamente non ignude, ed un cowboy abbastanza soddisfatto.

(Le foto, poi.)




3 commenti:

  1. haha anche io li faccio ...ma quasi quasi l'anno prossimo li compro!!!

    RispondiElimina
  2. Ma che brave che siete, io non so nemmeno cucire un bottone! In compenso qua in Francia i prezzi sono decisamente abbordabili, direi che te la cavi benissimo con 10 euro ;)
    Foto! Foto! Foto!

    RispondiElimina
  3. Non dono brava. In realtà quando non avevo la macchina da cucire prendevo magliette a pochissimo prezzo e le tagliavo o addirittura incollato stemmi di batman o di draghi col vinavil e usavo del gran cartone ...

    RispondiElimina