27 marzo 2015

Terza puntata. Le promesse dello gnomo

Francesco cominciava ad essere stanco.
Giovanni era magrolino, ma il suo peso cominciava a farsi sentire.
Ad un certo punto si sedette su un tronco tagliato.
-Che fai? Non lo vedo più, non vedo più l'uccellino azzurro!-
-Sono troppo stanco! Sediamoci qui.Non ce la faccio più-
Si fermarono un pò preoccupati. E se avessero perso le tracce dell'uccellino? In realtà le avevavo già perse. Ma Francesco non disse niente per non fare angosciare suo fratello.
Stavano in silenzio, poi Giovanni disse:- Ho fame.-
-Giusto! mangiamo!-
Aprirono i loro zaini. C'erano dei panini, c'era dell'acqua. Sembrava di fare un picnic.
Poi si presero per mano e ricominciarono a camminare. Il sentiero era dritto dritto, non c'erano deviazioni. Ma la foresta sembrava sempre più fitta, più buia, anche il tipo di alberi era cambiato, i rami si sporgevano sul sentiero come se volessero mangiarselo a poco a poco, i rovi si impigliavano ai vestiti, c'era un gran silenzio.
I fratelli comminavano vicini vicini, un pò perchè il sentiero era sempre più stretto, un pò per farsi coraggio.
Ad un tratto davanti a loro videro qualcosa di rosso, a punta, proprio in mezzo al sentiero.
Quando si avvicinarono abbastanza capirono di cosa si trattava.
In piedi, impettito, sopra un tronco tagliato, c'era uno gnomo. Aveva, appunto, un cappello rosso a punta, talmente alto che era il doppio di lui, in altezza. Molto rosso e molto aguzzo.
Anche le guance erano rosse, e aveva un grande grande sorriso.
I fratelli si fermarono a bocca aperta.
Gli avevano parlato degli gnomi, letto tanti libri, ma non credevano esistessero.
Credevano fossero favole o leggende.
Mentre lo guardavano con tanto d'occhi, quello parlò:-Ciao bambini. Cosa ci fate qui soli soletti?-
Visto che non rispondevano continuò- Hey, scommetto che cercate qualcosa. Forse potrei aiutarvi-
-Oh, sì. Sai cerchiamo il fiore azzurro. Ci serve il suo seme. - Disse Giovanni
Francesco gli diede una gomitata. Non voleva che suo fratello raccontasse i fatti loro. Non si fidava.
-Ahhhh, capisco. Il fiore azzurro. Siete sicuri? Non credo che esista proprio, sapete?-
-Certo che esiste! Il nostro giardino ne era pieno! Poi una tempesta lo ha distrutto!- Protestò Francesco.
-Oh, beh. Vi siete sbagliati. Forse non ricordate bene. Qui comunque non c'è. E anche se ci fosse, non lo trovereste mai, perchè la foresta è immensa, piena di pericoli, ma anche di cose meravigliose, ma di fiori azzurri, non ne ho mai visti-
-E tu come fai a saperlo?- Chiese Giovanni angosciato.
- Beh, certo che lo so. Questa forseta è mia. Nessuno la conosce quanto me, e io vi dico che non c'è alcun fiore azzurro.-
I Fratelli avevano le lacrime agli occhi.
-Ma  noi abbiamo visto l'uccello azzurro! Lui ci guidava!-
-Ah sì? E dov'è ora? Volato via, al suo nido, o chissà dove. Vai a fidarti degli uccelli. Date retta a me, bambini, inutile cercare fiori azzurri. Però posso portarvi alla grotta fatata. Lì potrete trovare molte meraviglia. Anche qualcosa di meglio del vostro fiore. Qualcosa che potete vendere e diventare ricchi. Oppure al castello di cristallo. Lì sarete trattati come re, meglio che a casa vostra. Ci sono fate e ninfe al mio servizio. Oppure, se prendete il prossimo sentiero a destra, arriverete nel regno dei Maghi. Loro hanno pozioni e medicine per tutto, e potrete chiedergli una cura certa per la vostra mamma, che la renderà felice  per sempre. Che ne dite? Non ne vale la pena?-
A queste parole i fratelli cominciarono a litigare. Francesco non si fidava per niente del nano, nonostante il sorriso e le guance rosse, invece Giovanni voleva vedere tutte le meraviglie promesse. Che forse avrebbero pure risolto ogni problema più facilmente.
Lo gnomo rimase a guardare, senza smettere di sorridere.
-Oh, io voglio solo essere d'aiuto. D'altra parte questa è la mia foersta. Quando vorrete parlare con me basterà chiamare.- E se ne andò in un battibaleno, come risucchiato dal terreno.
I fratelli continuarono a litigare.
- Ecco se n'è andato! E' colpa tua! non troveremo mai il fiore azzurro, hai sentito?- Gridava Giovanni
-E allora vai! Seguilo! Vai a cercarlo! Vattene dove vuoi, così non mi stai più tra i piedi!- Rispondeva Francesco.
Così, pieni di rabbia e di sconforto per quello che aveva detto lo gnomo, i fratelli si separarono. Giovanni prese a correre lungo il sentiero, e Francesco si sedette sul tronco.

Ma nessuno dei due pensava che l'altro facesse sul serio.
Giovanni pensava che suo fratello gli sarebbe corso dietro, e Francesco era convinto che il fratellino minore si sarebbe fermato e tornato sui suoi passi.
Invece, presi com'erano dalla loro rabbia, testardi, si allontanavano sempre più l'uno dall'altro.


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