4 febbraio 2016

Compio 8 anni. Forse 9.

Rendo noto che.
Dentro, io ho 8 anni, e il giorno del mio compleanno è come quando scende la neve.
Penso che sarò una giornata speciale e spettacolare come quando portavi a scuola la torta, e adesso non si fa più perchè tra allergici, celiaci, avvelenamenti alimentari, disturbi psicosomatici, diete religiose, introdurre un manufatto alimentare è un atto terroristico.
Ma non ho più otto anni, almeno all'esterno, almeno socialmente parlando, ecco, sono una donna adulta.
Allora mi metto a immaginare cosa mi piacerebbe fare, crogiolandomi all'idea di potermi concedere qualcosa di particolare, di mio, fuori dalla routine.
Subito mi scontro con un vecchio problema, che se ne esce ogni volta che assaporo una certa libertà di movimento, tempo, immaginazione: devo ri-sintonizzarmi su me stessa e capire di nuovo quello che mi piace. Sarà che non sono una esperta in telecomunicazioni, ma ogni volta mi riesce difficile.
Ma dopo vari tentativi su banda larga, si proiettano nella mia immaginazione alcuni scenari possibili, patinati come vecchie diapositive sul muro bianco.

1) Io che cammino in un bosco, o lungo il canale (qui ci sono dei bellissimi canali che arrivano fino a Milano), io nella natura.
La didascalia sotto dice: sai benissimo che dopo 10 minuti nella bruma invernale con una palette di colori che va dal celeste alla terra bruciata, saresti colta da una tale Ungarettiana o (peggio) Leopardiana malinconia che cominceresti a cercare un sacchetto in cui soffiare dentro.
E comunque, dopo 6 mesi che non pioveva il giorno del mio compleanno ha GRANDINATO.E poi è scesa roba bagnata che non aveva nemmeno la dignità della pioggia.
2) Io che sono immersa nella piscina termale della mia ridente cittadina. Luci soffuse, idromassaggio.
La didascalia sotto dice: hai ancora un costume intero che ti entra? Dove hai messo le ciabatte? A Febbraio è realistico sapere davvero dove sono gli infradito o la cuffia di gomma? Hai presente quello spogliatoio affollato di specchi che ovunque guardi vedi riflesso l'immenso sedere, e come se non bastasse affollato di donne nude come vermi che si aggirano disinvoltamente attorno a te senza alcun pudore o rispetto per il tuo senso estetico?
3) Io che faccio shopping
La didascalia dice: Ti vuoi davvero ridurre al bieco consumismo il giorno del tuo compleanno? Sei una brutta persona.
4) Una gita a Milano, una mostra, qualcosa di culturale.
Poi mi viene fatto notare che non ho tutte quelle ore a disposizione, anche fingendo che i treni possano essere puntuali.
5) Io, felice, col grembiule che cucino tutto il pomeriggio una fantastica cena per tutti dall'antipasto al dolce
La scritta sotto dice: guarda meglio, quella non sei tu, è tua madre
6) Io che faccio una cosa nuova, mi iscrivo a un corso di yoga, mi compro un mazzo di ranuncoli, dipingo una parete di blu cobalto, corro dal Gmarito a Milano e gli faccio una sorpresa per pranzo, mangiamo insieme in un ristorante indiano, ci baciamo su una panchina, prendiamo il tram a mezzanotte. 
Ok, per questo devo lavorare ancora un pò su me stessa.

Alla fine, mi sono presa qualche ora per me.
Ho comprato un nuovo tipo di sabbietta per i gatti.
Riordinato un certo armadio.
Mi sono fatta una torta di mele.
Ho guardato un film con tutta la famiglia.

Ho 39 anni.

Ma non dispero, eh.
Comincio ad allenarmi per l'anno prossimo, che magari arrivo più preparata.

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