8 febbraio 2016

Felicittà. E caffè.

Salgo le scale colorate, i muri colorati, con i disegni e la fiducia nel mondo, in un mondo buono fatto di Lego e di Felicittà disegnate da Richard Scarry, SuperMario ha il suo zainetto,
con dentro le macchinine, le caramelle per le lacrime, l'asciugamano di Nemo-il suo preferito- il bicchiere, il suo piccolo corredino di bambino della scuola materna

dovrebbe esistere solo la scuola materna
e un mondo giusto fatto di molti buoni e pochi cattivi
di stagioni,  ognuna col suo cappello (uno di neve, cristalli e rami secchi, uno di foglie gialle, vento e bacche rosse, uno di conchiglie e ossi di seppia e frutti maturi, uno di nidi e fiori e promesse),
di giorni della settimana da imparare, di mani da stringere e trenini per andare in bagno
di Maestri che ristabiliscano la Giustizia

il mio simbolo alla materna era l'ombrello a spicchi arcobaleno
quello di mio fratello (il fratellino, da proteggere, lo zio d'America) era il pesce

poche certezze
salgo le scale e superMario mi stringe la mano, lui è felice, e oggi non è lunedì, ma è il Giorno Rosso, e nello zaino ha la merenda cioccolatosa.
-Mamma speriamo che c'è la maestra Laura- Unico alterego della mamma plausibile, ci ha messo una settimana a venire a compromesso
-Vedrai che c'è- A tre anni e mezzo ti fai rassicurare da una parola e un bacio
-Mamma tieni-
SuperMario fruga nella tasca e mi dà 5 centesimi.
-ecco, con questi, vai a prenderti un caffè-

si lo so, non c'è tutta la punteggiatura che dovrebbe
illustrazione di Richard Scarry

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