18 luglio 2016

le cose della vita (una certa madre)


Una mia certa amica e madre (di un numero imprecisato di figli), mi ha chiesto di scrivere un post, e visto che non posso certo esimermi dall’aiutare un’amica perdippiù madre, che vuole però rimanere nell’anonimato per non correre il rischio di essere denunciata dai suoi (imprecisati) figli in futuro, eccoci qua.

Facciamo finta che un giorno questa madre si confronti con delle amiche.

E che scopra che tutte le sue amiche dotate di figli hanno fatto QUEL discorso alle figlie.

E anche ai figli maschi.

No, non la domanda sul sesso, su cui questa madre ha già tenuto conferenze infinite e variegate nei precedenti 4 anni e mezzo, e si considera già navigatissima, nonostante le ricorrenti domande le abbiamo instillato il sospetto che il numero imprecisato di suoi figli non abbia capito ancora una fava.

No, intendo il discorso delle (lo dico:) mestruazioni.

Maschi rabbrividite.

Perché a quella madre parlare di questo argomento con la figlia equivale a capire improvvisamente che ella non è più una bambina e questa cosa, insieme al fatto che le ha dovuto comprare dei pseudo reggipetti che sennò si vergognava, la fa piangere.

Sì, questa madre c’ha la frignata facile.

Ebbene, questa madre si stava preparando da Natale, e insomma era arrivato il momento di fare questo discorso prima che la figlia lo imparasse dalla compagna un po’ zoccola delle medie (che ce n’è sempre una in ogni classe) contestualmente all’uso della pillola e alla lettura dell’evoluzione del giornaletto “cioè”.

Allora, dunque, alla fine lei prende il coraggio a due mani, e mentre è in cucina, ove si consumano tutti i drammi e le gioie dell’universo mondo, questa coraggiosa madre chiama sua figlia decenne e le fa IL discorso. Che comincia con: "Adesso facciamo un bel discorso da signorina"

Lei crede di essersela cavata bene, di avere detto tutto per benino, senza tralasciare nulla e anche con una certa nonchalance ben costruita. E la figlia ha passato le varie fasi emotive e facciali durante tutta l’esposizione: curiosità, schifìo, imbarazzo, disgusto, solennità (ancora un po’ di schifìo) e infine delusione.

-Io pensavo che parlavamo del cellulare che mi dovete comprare alle medie!-

La madre, che si stava riprendendo dallo sforzo per mantenere un certo contegno e non mettersi a frignare dicendo di rivolere la sua bambina, non ha raccolto.

 

Mentre la sua figlia non più bambina concludeva dicendo: - fortunati i maschi, però-

A quel punto la madre, ormai lanciatissima e pronta a tutto, decideva di chiamare all’appello anche l’indefinito figlio maschio, per informarlo anche lui delle cose di femmine- cercando di indagare, contestualmente, cosa ne sapesse sull’argomento- (la qual cosa, pare, senza alcun successo).

La scenetta si è ripetuta, ma senza alcun commento da parte del figlio maschio, che ha semplicemente ostentato una sola unica espressione facciale con contorcimento di mani e braccia, ben riassunta nella seguente illustrazione.

E comunque la mia amica madre ne è uscita vincitrice ed orgogliosa.

Magari potrebbe fare un ripassino anche al (suo imprecisato) marito.

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