21 marzo 2012

tutto quello che non sono

Nella mia carriera di donna, ho scoperto che pensavo di essere in un modo.
E che invece ero in un altro.
Pensavo che mi piacessero delle cose. Invece poi ho scoperto che me ne piacevano altre.
Per un pò ho avuto un periodo-tipo- da schizofrenica. Ovvero, come se due Hysterik diverse con gusti diversi e difetti diversi e vestite in maniera diversa si prendessero a mazzate tutto il giorno, litigando come scimmie.
E poi in qualche modo (un modo che prevede anche un pò di impasticcamento) quelle due sceme si sono messe d'accordo.
Perchè non si può essere disordinate disperate e senza alcuna speranza e poi avere delle crisi isteriche se ci sono lego dietro il water e porporina rossa sparsa per tutto il pavimento della cucina, e poi sognare una casa da rivista-figa-di-architettura.
Non si può progettare di costruire una cucina giocattolo usando le scatole di legno delle bottiglie di vino e utilizzando circa 1200 di viti,  vinavil, attac, e calamite; e poi ostinarsi ad essere manager della famiglia e casalinga che non si dimentica di togliere dal colletto delle camicie quelle cosette di plastica (che-vedete- non so manco come si chiamano) prima di lavarle?
Non si può avere un armadio pieno di vestiti (scartando quelli in cui non entro più, ma che tengo e per puro sadomasochismo ogni tanto tento di infilarci dentro qualche pezzo di corpo) che non metto perchè mi incanto davanti alle vetrine con abiti tutti colorati come uccelli del paradiso, a righe, a pois viola e gialli e scarpe verde pisello?
Mi accorgo che quando mi vesto per benino, un pò come quando le bambine di 4 anni si mettono le scarpe col tacco della mamma.

E insomma non sono un sacco di cose. Nel bene e nel male.
Non sono organizzata, e non so dare priorità. Ovvero, date le priorità, scelgo ciò che mi sconfinfera di più. Ovvero, se devo fare la spesa, andare da mia suocera e fare benzina, mi ritroverò a piedi con una tanichetta in mano e le pive nel sacco.
Non sono ordinata e i miei tentativi per esserlo sono peggiori del disordine. Non c'è mai LO STESSO posto per ogni cosa (in quanto non me lo ricordo da un riordino all'altro), e quindi l'apparenza d'ordine è in verità un disordine diversamente disposto.
Mi piacerebbe viaggiare, ma la verità è che da sola non trovo le strade e mi perdo perfino nei meanrdi dei miei pensieri.
Vorrei amare le novità e i cambiamenti. E invece mi terrorizano. L'imprevisto mi fa regredire a bambina di 4 anni, vado nel panico e se potessi mi darei alla fuga immediata. Poi mi dò un contegno da donna adulta e riesco comunque a fare qualche cazzata, ma senza dare troppo nell'occhio.
Non sono costante e appena inizio una cosa e la comincio ad assaggiare, mi ha già stufato. Sono costante solo se c'è qualcuno che mi minaccia, ma questa con si chiama costanza.
Non voglio avere il controllo di tutto. Anche se lo volessi, non potrei ad avere il controllo nemmeno del mio beauty case, per cui improvviso. Lascio spazio all'improvvisazione del momento, che per qualcuno forse vuol dire semplicemente vivere a caso, e per me è invece un modo per non soffocare.
Non sono precisa, e la mia creatività ne è un ottimo alibi.

Soccia, che fatica scrivere questo post. Forse se scrivevo quello che sono, e non quello che non sono, facevo prima.

1 commento:

  1. :-) e allora aspettiamo il prossimo post, dove scriverai quello che sei!!
    anche io sono una che non ama i cambiamenti. so che fa molto più figo dire che invece i cambiamenti sono il sale della vita, che ti rimetti in gioco, che ti sorprendi eccetera eccetera, ma a me sapere dove vado a letto la sera o che c'è un minimo di routine piace. Poi, per carità, evadere dalla routine è bello. Ma deve essere un'evasiona calcolata e programmata (perchè io, a differenza di te, programmo e vorrei avere sotto controllo un bel numero di cose - anche se per fortuna ho capito che non posso controllare tutto!)

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