21 giugno 2013

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No, no mi sono data alla poesia.
Mi sono data alla malattia, ecco.
Dopo l'orticaria, circa un mese fa, a confermare la cattiva qualità del mio metabilsmo ormai non più in garanzia (per la sfortuna del Gmarito che non può cambiarmi con un modello più recente o farmi riparare gratuitamente) mi sono ammalata di nuovo.
Non vi tedierò con orride descrizioni raccapriccianti del mio male (perchè è un pò raccapricciante), in ogni caso non sto ancora bene, e spero non peggiori e anche che non lasci tracce eccessive.
Posso dire però che l'organo colpito è la bocca tale da non poter parlare (bene per il Gmarito) e mangiare (bene per la dieta mai incominciata). Male per me, che soffro e mi impasticco.
Comunque, posso mangiare solo gelato (bene per me, gelato scevro da sensi di colpa!).
E questo mi ha fatto venire in mente una storia di Richard Scarry, in un libro che leggevo da piccola.
Raccontava la storia di mamma e bimba (gattiformi, mi pare) che entrano in ospedale insieme: la bimba si toglie le tonsille. La mamma invece le fa una sorpresa e le scodella un fratellino. Così la bimba, felice, può mangiare solo gelato e godersi la bella sorpresa.

Stavolta non sono io quella che scodella un neonato.
Ma quella che mangia il gelato.

Se fossi ricoverata, però, mi riposerei di più.

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