28 febbraio 2015

parti e partenze

I viaggi, per la Gfamily, sono sempre un'epopea.
Ci s'accingeva a partire per una settimana in montagna a sciare, sempre che nostra Sorella Neve ci facesse la grazia di scendere.
Ora, io ricordo che finchè non ero madre, sapevo esattamente quanti giorni ore e minuti mi avrebbero separato dalla partenza.
La valigia non era un problema in quanto mettevo dentro praticamente tutto il guardaroba, non avendo praticamente limiti di grandezza, peso, pazienza (maschile), e bagagliaio.
Non c'erano liste.
Nè beautycase riempiti unicamente di sciroppi, aulin, supposte e antiparassitari.
Nè derrate alimentari.
Solo.
Una.
Valigia.
E chiudere il gas e portare giù la spazzatura.
Praticamente come spiccare il volo.

Ora siamo a: Oddio, tra una settimana devo iniziare a pensare di fare la lista delle cose da portare.
La mole dei doveri sommerge il piacere di partire.
La mia proverbiale inerzia mi fa desiderare di preservare sempre e comunque lo status quo.

Però poi alla fine si parte.

Epperò, quando la macchina finalmente è carica di tutte le valigie, gli sci, le derrate alimentari e i presidi medicosanitari, succede che si bruciano i fari. Tutte e quattro le luci.

Se una persona normale in queste circostanze andrebbe in uno di quei posti in cui fanno delle cose alle auto, tipo cambiare le luci dei fari, il Gmarito, no. Perchè lui, la parola elettrauto, non la può sentire. E' una parola di quelle che gli fanno sentire i brividi su per la schiena,come per esempio "ginecologo", o "crema depilatoria."
O peggio ancora: "avere il ciclo".
Quindi, sotto la pioggia, col cofano aperto, per strada, si è messo a smontare le lampadine bruciate, che a dirlo così sembra semplice,invece è come un'operazione a cuore aperto, con le braccia inficcate dentro alla ferraglia del cofanomotore, col rischio di perdere un dito, e sciorinando oscenità indirizzate alla meccanica fiat.
Poi, dopo averle smontate, si è accorto che aveva smontato quelle sbagliate.Ovvero quelle degli abbaglianti.(Gli unici funzionanti, of course)

Quindi è seguito una sorta di parto cesareo gemellare,con cui io (che hai le manine piccole,amore) dovevo estratte queste fottute lampadine dalle viscere grondanti olio della macchina -attenzione- servendomi di uno SPECCHIETTO (mio) PER IL TRUCCO (di Hello Spenk), col quale, utilizzato come un periscopio, potere vedere il punto esatto in cui sganciare quella minuscola molla e fare scattare quell'affarino e togliere la dannata lampadina.
Ok?
Tutto questo per strada, e sotto la pioggia.

Ok, e poi, dopo, la Gfamily, semivestita da sci, è andata dove?
Ma al BricoCenter! A comprare le lampadine!
E qui, nel parcheggio del Brico, si è ripetuta l'amena scenetta di me, il Gmarito, ed Hello Spenk, che effettuavamo manovre ostetriche con la testa dentro al motore.

Mentre i bambini in macchina si pestavano a sangue ormai preda dell'inedia.

-Amore,non sei contenta? Abbiamo risparmiato almeno un 100 euro che ci avrebbe chiesto l'elettrauto-
Mi dice ilGmarito salendo in macchina soddisfatto e accendendo tutte le luci di cui è equipaggiata la macchina, come un albero di natale.

Io,guardandomi nello specchietto di Hello Spenk l'ho guardato e gli ho detto:
-mestruazioni.-



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