21 settembre 2015

Diventare grandi e vecchi (e vecchi telefoni)


Quest’inizio di scuola è un vero casino. Megamind ha iniziato l’adolescenza la scuola media. Esce alle 13.35. Ma solo certi giorni. Per due giorni fa il pomeriggio, perché fa la specializzazione musicale. Ma-siamo nella scuola italiana- la sua prof di chitarra, non esiste ancora. Quindi non si sa. Se arriva, quando arriva, quando sarà la riunione con la prof, quali saranno i pomeriggi, a che ora saranno i pomeriggi.
E superMario, addestrato a fare la pipì in piedi, la cacca nel gabinetto, prontissimo per la scuola, comincerà MERCOLEDì 23.
Per sole due ore. Non inizierò un'altra volta il pippone sui sadici inserimenti all’italiana, che solo qui, nella terra dei mammoni-tessorodellammamma-ciccinobbbello esiste l’inserimento. (sì, quello affinchè le maestre non si traumatizzino dopo tre mesi di vacanza- Argh, l’ho detto, l’ho detto, perdono, chiedo veniaaaa)
Poi c’è il tennis. Che non si sa, quando sarà. (occorre aspettare la prof di chitarra, bla bla bla
Poi c’è danza, al venerdì. Il Catechismo al lunedì, al martedì, al mercoledì.
E poi ci sono i miei pomeriggi, che appena si sapranno quali sono questi fottuti pomeriggi della prof di chitarra, potrò sdoganare il sabato che fino ad ora lavoravo (io però forse mi riposavo, ma il gmarito, no, questo è certo).
Nel frattempo SuperMario usa i congiuntivi meglio di WonderWoman (“mamma io non volevo che tu andassi al lavoro, io vorrei che tu restassi qui con me), e li usa per sollevare impoonenti sensi di colpa mattutini.
Sempre nel frattempo, Megamind si cucina da solo. Gli ho insegnato a fare la pasta e a cuocersi hamburger, a riscaldarsi cibo semilavorato da me la sera precedente, e di questo devo ringraziare il Gmarito che 18 mesi fa aveva promesso che avrebbe riparato il forno a microonde.
(E che invece viene attualmente utilizzato come PORTAPANE)  Se che sembro un tantino sarcastica, ma anche no, in effetti è una fortua, perché adesso Megamind è grande, sa provvedere a se stesso, e questo lo riempie di orgoglio anche se il primo giorno ha eseguito in ordine sparso le istruzioni per la cottura della pasta scoprendo che la proprietà commutativa non si applica a tutto.
Eppoi ha un telefono.
“Buongiorno” dico entrando in un negozio di roba tecnologica usata “vorrei un telefono, sa, di quelli PER TELEFONARE” Ammetto di essermi sembrata vecchia e reazionaria da sola. Il ragazzino del negozio ride. E mi dà un telefono di quelli che probabilmente ora comprano solo gli ultra settantenni che non hanno capito cosa sia un tuchscreen. Ma megamind è felice. Devo solo ricordargli che ci sono i tasti, e che smetta di tormentare il display.
Un telefono-telefono che deve accendere solo quando esce da scuola per tornare a casa da solo, e che si spera nessuno gli rubi.
ciao figlio grande, come va? Tutto ok? Già mangiato?” è il primo SMS della madre a Megamind, con la pietosa scusa di una prova.
ciao mamma giovane, tutto ok
(Avrò fatto trapelare una certa paura dell’insieme: figli grandi-vecchiaia-morte? Nota per me: fare un corso per imparare a dissimulare)
Sempre ne frattempo WonderWoman vuole indossare solo leggins che sennò i maschi le guardano le mutande, e Catwoman sembra abbia smesso di strapparsi i capelli, qualche volta addirittura si pettina, e le dondolano un po’ di denti da latte. Forse anche il suo corpo ha capito che io le voglio bene anche se non la imbocco più con gli omogenizzati.
Abbiamo debellato una invasione di pidocchi apocalittica ancor prima che iniziasse la scuola.
Abbiamo ricominciato col dentista e gli apparecchi sono a quota due.
SuperMario, sei diventato grande! Quand’è che sei diventato grande?” domando retoricamente sapendo che una madre-che-si-deve non fa queste domande PER DAVVERO  a suo figlio di tre anni. (nota per me: fare un corso sulle cose da non dire a voce alta)
“oggi, mamma”

Aiuto, muoro.

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