1 settembre 2015

pensa positivo! (oppure non pensare.)

Lo scorso weekend avevamo pure programmato.
Basta, non si può vivere sempre così, Gfamily-style, una famiglia lastminute.
Sabato, a mattino io lavoro, mentre il Gmarito si martirizza (notare l’assonanza tra la parola marito e martire) facendo fare i compiti, portandoli fuori in bicicletta,(secondo il programma:  GODERSI i propri figli così come ci suggerisce il rimpianto che avremo tra 10 anni, nonostante poi, al momento, non è che si goda poi così tanto). Poi ci si va a confessare dai Gesuiti, poi si portano le bambine alla festa sui gonfiabili, poi si va dalla nonna che non vede i bambini da un sacco, a cui ho mandato un subliminale messaggio che ha generato uno spontaneo invito a cena.
E poi, alla domenica, si va al Santuario di Santa Caterina al sasso, sul BigLake, un luogo spettacolare, e si fa picnic sul lungo lago, ho già comprato piadine ed affettati, siamo a cavallo, è tutto organizzato, nulla ci fermerà.
Tutto andava secondo i piani, se si accettua il fatto che il Gmarito si è goduto così tanto i suoi figli che si è addormentato irreversibilmente, e quindi dai Gesuiti ci vado da sola, ma d’altra parte addormentarsi in confessionale, che dai Gesuiti è pericolosamente comodo, non avrebbe fatto buona impressione al Padre Eterno, e quindi è meglio così. D’altra parte, quando si gode troppo, Gmarito, poi bisogna riposare.
Vado a prendere le bambine alla festa, WonderWoman scende dai tappeti elastici su cui stava SALTANDO, e assume una espressione melodrammatica da vittima di guerra, iniziando a zoppicare. Dopo varie lamentazioni di stampo biblico, ho capito ancora una volta quanto possa essere illusorio il benchè minimo controllo sulla Gfamilylife, anche quando si fa uno sforzo sovrumano per organizzare un finesettimana.
Tutto ciò è valsa una simpatica gita al pronto soccorso domenicale, perché il pronto soccorso è una località che si visita principalmente nel weekend, quando i medici arrivano se va bene alle 11.00 e sono ovviamente di pessimo umore e c’è un affollamento da saldi estivi perché le person, come si alzano dalla scrivania dell’ufficio dopo una settimana di sedentarietà, si infortunano. Ore di attesa prima qui, poi lì, poi là, e finalmente, dalle 8.30, alle 14.00 siamo fuori, che non c’è niente di rotto. (Del senno di poi son piene le fosse,ok, ma io l'avevo detto).
Ma visto che ci eravamo intestarditi col lago, ci siamo trangugiati piadine e ci siamo andati lo stesso, sfidando tutta una serie di sfighe prevedibili, tipo:
-          - sbagliare strada, come ogni volta (ma abbiamo fatto una bellissima strada panoramica che ha allungato di un pochino, ma abbiamo evitato il centro di Laveno. Anzi no. Ma però, che bello, il centro di Laveno, dai.)
-         -  tutto l’universo mondo alle 8.30 invece di andare in ospedale, è andato sul lungolago, quindi abbiamo parcheggiato praticamente nel Comune vicino (beh, ma almeno ci sono le strisce bianche e non è a pagamento. Pazienza se WonderWoman c’ha un piede  inutilizzabile e il Gmarito deve portarla in spalletta)
-          - Ci sono 35 gradi, e noi siamo senza costumi perché va bene intestardirsi con il lago, ma una giornata di pseudomare corredata di teli, ombrelloni, sabbia, cambi, bagni, no, non ce la potevamo fare.(Ma bene così, meno male che alla fine non siamo andati all’Expo, saremmo morti dopo la prima coda di 240’ al primo padiglione)
-          - WonderWoman si è lamentata tutto il tempo dicendo di annoiarsi mentre Megamind e SuperMario hanno corso e giocato tutto il tempo, praticamente con nulla, un bastone, la corteccia degli alberi.(Ma sì, non importa, a volte ci si annoia, guardiamo il panorama. No, DUE euro per guardare con il cannocchiale non te li do, non vedi che non ci arrivi nemmeno?)
Abbiamo tenuto duro, abbiamo fatto scorta di sole e riflessi e azzurro per quest’inverno, siamo tornati a casa, tardi, ho preparato la cena, il pranzo per il giorno dopo, siamo andati all’ultima messa disponibile, la messa salvadomenica alle 20.30, abbiamo cenato e siamo praticamente svenuti, aspettando il lunedì.
Non so che insegnamento trarre, io odio la parola ottimizzare, mi sembra che abbia a che fare con il consumo, come se la vita sia da vivere nell’ottica aziendale per cui non è altro che una serie di caselline da riempire per evitare l’horror vacui.
La verità è che quello che conta è la disposizione d’animo, non ciò che si fa. E noi, il Gmarito e io, eravamo intenzionati a vedere il bello in ogni cosa, fosse anche la gita all’ospedale, dove ho mostrato a WondeWoman quante persone soffrano, molto più di lei, l’esercizio di pazienza nell’attesa (io, che detesto aspettare), il sollievo di sapere che non c’era nulla di grave, la contemplazione della natura al posto della noia, che è gratis.
Poi, meno male che il finesettimana dura solo due giorni, comunque.





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