2 settembre 2015

conversazioni impegnative

Oramai ceniamo quasi sempre in veranda, dove c’è cielo assai, al di là delle finestre. Mario sul suo seggiolone, come un trono.
-Mamma-
-Eh.—
-Mamma.-
—Eh!-
-Mamma!-
-Ehhhhhhh?????!!!!—
-Guaddami- 
Perché i Fantastici, tutti, se gli rispondi facendo qualcos’altro nell’ottica del multitaskin, dato che Dio c’ha dotato di orecchie separate dagli occhi, loro insistono finchè non li guardi e smetti di usare altri arti.

-Mamma, e adesso cosa c’è?-
-la carne-
-e poi?-
-La verdura-
-e poi?—
-La frutta—
-E poi?- 
(potremmo arrivare all’innalzamento degli oceani, l’allagamento delle terre emerse, e all’avvento del Messia, di questo passo.)
-Poi, si va a nanna.-
—Sì, si va a nanna, maaaaa…quando il cielo è buio.-
—Il cielo E’ buio, amore-
—No, mamma, guadda. Guadda. E’ un po’ BLUINO. Non è neo.-
-Uhm. Sì. Vedrai, che quando hai mangiato la frutta, sarà buio-
-Ah. Ma peò, quando è buio bisogna andare al mae.-
-Al mare? A nanna si va.-
-Ma io devo ballare alla bebidenz!-
 La fase di archiviazione coatte è iniziata. E io procedo con la mia tattica.
-Vai da papà col pannolino, che te lo mette- (sì, avete capito bene, la tattica è anche nei confronti del Gmarito.)
Lui corre con quelle gambette corticelle che fanno sembrare i suoi passetti una risata del pavimento, e presenta a suo padre il pannolino.
Dopodichè segue tutto un belletto di proposte di dilazione della definitiva messa a nanna.
-Papà, TU mi metti il pannolino. Poi la mamma mi mette in pigiama. La mamma. Che sono tutto suo. Un po’ anche tua, la mamma. Solo un pochino, ma è tutta mia.- 
Appena pannolinato per la notte, scappa e corre da me.
-Mi metti TU in pigiama– 
Come se fosse un premio, lui concede il privilegio acchè io lo metta in pigiama.
-Adesso a nanna.-
-No, adesso devo lavae i denti, papà, me li lava. Tu poi vieni a salutae.-
Ok, lavati i denti, mangiato dentifricio, bevuto, sputato nel lavandino.
-Adesso ho la pipì, TU me la fai fare, mamma.-
Ci prova lui, propone pulizia orecchie, taglio unghie e lunghissimo libro da leggere, ma non la spunta.
Allora tira fuori l’arma segreta.
-Mamma la pegghiea! Non l’hai detta! (senzadio, che non sei altro)l’avemaia, mamma.-

Meno male che non conosce l’esistenza del rosario.

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