Lo zio delle
Americhe, dopo una pausa in Vietnam, è passato dall’Italia per poi trasferirsi
in Africa.
Passandovi, si
è soffermato a Bologna, per dare un addio al gusto di carne di maiale
sottoforma di mortadella, ripieno di tortellino, zampone, salami, ragù, cotoletta
alla bolognese, prosciutto di parma. D’ora in avanti dovrà accontentarsi di ragù
di impala e coda di zebra, che del salame ha forse solo la forma. Probabilmente
saranno animali protetti, quindi si nutrirà di riso alle formiche.
Alla casa madre
si è iniziato a cucinare e surgelare un mese fa.
Il richiamo
dell’arrivo dello zio d’America, nonché il richiamo del tortellino e del
friggione, è giunto anche nelle desolate plaghe nebbiose del Nord, cosicchè la Gfamily
si è messa in viaggio.
Presso la casa madre
di Bologna si è riunita tutta la famiglia allargata.
La Bianchissima
nipotina ha potuto riabbracciare il suo cuginetto Manio, il quale può esercitare
finalmente su qualcuno il ruolo di maschio più grande ed autorevole sulla femmina
più piccola e potenzialmente ignorante (questo si chiama ”legno”, vedi?
L-E-G-N-O.) In realtà la Bianchissima è una specie di enfant prodige che
conosce i congiuntivi meglio degli alunni della madre sua, la zia Lavandina e
tra non molto darà lezioni di Shakespeare in inglese antico a WonderWoman. (Ora
controllo su Google se ho scritto “shakespeare” correttamente).
C’eravamo tutti.
La nonna Tittì
ha trasformato la casa madre in modalità albergo a 5 stelle. Gran parte del
tempo è stato dedicato a mangiare attorno ad un tavolo. E d’altra parte, le
cose più importanti per l’Umanità avvengono attorno ad una tavola imbandita.
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