11 aprile 2017

Lo zio delle Americhe


Lo zio delle Americhe, dopo una pausa in Vietnam, è passato dall’Italia per poi trasferirsi in Africa.

Passandovi, si è soffermato a Bologna, per dare un addio al gusto di carne di maiale sottoforma di mortadella, ripieno di tortellino, zampone, salami, ragù, cotoletta alla bolognese, prosciutto di parma. D’ora in avanti dovrà accontentarsi di ragù di impala e coda di zebra, che del salame ha forse solo la forma. Probabilmente saranno animali protetti, quindi si nutrirà di riso alle formiche.

Alla casa madre si è iniziato a cucinare e surgelare un mese fa.

Il richiamo dell’arrivo dello zio d’America, nonché il richiamo del tortellino e del friggione, è giunto anche nelle desolate plaghe nebbiose del Nord, cosicchè la Gfamily si è messa in viaggio.

Presso la casa madre di Bologna si è riunita tutta la famiglia allargata.

La Bianchissima nipotina ha potuto riabbracciare il suo cuginetto Manio, il quale può esercitare finalmente su qualcuno il ruolo di maschio più grande ed autorevole sulla femmina più piccola e potenzialmente ignorante (questo si chiama ”legno”, vedi? L-E-G-N-O.) In realtà la Bianchissima è una specie di enfant prodige che conosce i congiuntivi meglio degli alunni della madre sua, la zia Lavandina e tra non molto darà lezioni di Shakespeare in inglese antico a WonderWoman. (Ora controllo su Google se ho scritto “shakespeare” correttamente).

C’eravamo tutti.

La nonna Tittì ha trasformato la casa madre in modalità albergo a 5 stelle. Gran parte del tempo è stato dedicato a mangiare attorno ad un tavolo. E d’altra parte, le cose più importanti per l’Umanità avvengono attorno ad una tavola imbandita.



 

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