Saresti pronto a morire domani?
Mi è capitata questa frase, così provocatoria e illuminante.
Se mi dicessero che domani dovrei morire, accantonando le
opzioni raccapriccianti, diciamo dovendo semplicemente lasciare questa terra, sarei
pronta? Mi rendo conto che sono ragionamenti fatti in laboratorio, e quindi
prendiamoli come tali.
Sarei pronta a morire domani?
Ovviamente no, ma ci si può organizzare. Come passerei l’ultima
giornata in questo mondo?
Innanzi tutto, mi sveglierei presto, per una singola volta,
magari potrei pure vedere l’alba e dire una frase ad effetto, tipo: questo è un
bel giorno per morire. La stagione ideale sarebbe l’estate perché vorrei
sentire le rondini che gridano il loro inno al cielo. Poi farei una bella
colazione senza badare alle calorie.
Poi, sorseggiando il cappuccino, abbandonerei tutti i gruppi
w’up, godendo moltissimo.
Non avendo tempo per andare sull’Himalaya, né a vedere il
mare, probabilmente mi metterei a riordinare casa, per vederla in ordine almeno
prima di morire. Godendo dell’impunità del moribondo, porterei in discarica mezza
casa.
Firmerei tutti i miei disegni dimenticati, così, nel caso
diventassi famosa.
Scriverei lunghe liste di raccomandazioni e istruzioni per
tutta la Gfamily seduta in veranda.
Ci sarebbero poi delle persone a cui dire cose che di solito
si dicono solo in punto di morte perché sono così imbarazzanti o naif che dopo
non potresti riguardare in faccia quella persona. Oppure cose politicamente
scorrette e sgradevoli, ma giuste. Cose che dopo, meglio morire.
Tipo, direi al
barista Paolo, grazie, perché mi saluti sempre per nome e quando mi chiedi come
va, lo fai ascoltando la risposta, e perché saluti tutte le volte i miei figli
con un sorriso sincero. Paolo, ecco, ti direi che ti auguro tutto il bene di
questo mondo, perché non ti conosco ma sono certa che sei una persona buona.
Alla mia amica Mannamita, angelo giardiniere, direi di
lasciarmi un messaggio per sua mamma, così quando sono di là, posso
consegnarglielo. Le direi anche che essendo già un angelo, deve semplicemente
arrendersi a Dio e farci due chiacchere a quattrocchi, senza pregiudizi che non
le fanno onore, perché è sempre stata una persona libera.
Alla mia ex capa direi: ciao, tu sei l’unica persona che è
riuscita a farmi fare cose attinenti alla contabilità e quindi ad una scienza
esatta, in maniera- se non brillante- almeno decorosa. Tu hai saputo vedere i miei limiti e mi hai
insegnato a superarli senza però pretendere di cambiare la mia natura. Hai
tirato fuori il meglio di me in un settore in cui io do il peggio di me. Non so
come tu ci sia riuscita, ma questo ha incrementato la mia autostima di almeno
due punti.
Poi c’è la mia pseudo sorella gemella-diversa Ziulia. Mi
raccomando, non sposarti. Tu sei una nata per comandare, e purtroppo per te non
riesci ad adattarti ad un mondo imperfetto e ingiusto di gente cieca e meno
intelligente di te. Saresti un eccellente capo in una struttura molto
gerarchizzata, un capo giusto ed autoritario che non pretenda dagli altri meno
di ciò che pretende da se stesso. Oppure saresti stata una perfetta Madre
superiora. Saresti ancora in tempo, non fosse che ora devi occuparti dei miei
figli e vigilare che la casa in mia assenza non si riempia di spazzatura.
Dovrei pure chiamare mio zio Lacoste e dirgli che fin da
bambina ne ero innamorata, e l’immagine indelebile che ho è lui con una lacoste
bianca, gli occhiali verdi rayban, nel sole del Solimei. Oltre che bellissimo, sei
astrofisico, cioè a metà tra uno scienziato e un filosofo (lo deve essere per
forza, chi scruta la materia infinita il mistero del cosmo), sei un uomo mite e
paziente, molto ironico, e hai pure molto buon gusto. Il regalo che mi hai
fatto al matrimonio, una scatola di pastelli professionale, non è una scatola
di pastelli. E’ un luogo. E’ l’isola in cui ritrovo un pezzetto di me.
A Mariella che sta per sposarsi direi solo due cose che non
capirà subito. Primo. Quando durante il matrimonio le cose non andranno come
vorrai e sentirai tradite alcune aspettative più profonde, beviti un campari
soda e rilassati. Non significa che c’è qualcosa che NON VA. Va tutto bene. E’ la condizione sine qua non.
Il matrimonio è un lavoro. Secondo. Sarai e vorrai essere una moglie e una
madre diversa da tua mamma, ma per farlo non c’è bisogno di ferirla. Lei potrà
offrirti solo ciò che è, nulla di diverso. Ma sarà sempre la tua sponda.
Alla mia Lesboamica Pavese telefonerei come al solito, senza
dirle nulla di diverso dalle nostre telefonate consuete e sconclusionate, tra
riflessioni spirituali, consigli sui lavaggi, consulti psichiatrici e diete
dimagranti inefficaci.
Immaginando di andarmene senza pathos, immaginando una
relatà in cui la morte è solo come una partenza anticipata, un ritorno a casa
dopo un lungo tirocinio, al Gmarito direi:
Amore, se vuoi puoi risposarti. Se fosse un po’ più brutta
sarebbe meglio. I gruppi w’up sono l’inferno, sappilo. Insegna a Megamind a
fare i lavoretti i bricolage e a riparare la bici. E pure ad usare il pc.
In attesa della seconda moglie, quando alle bambine verranno
le loro cose, chiama la zia Zulia.
Parlagli molto e insegna loro molte cose.
Ai miei figli direi:
fate sempre pace.
Non abbiate troppa paura.
La preghiera è la cosa più potente che esiste.
I giorni in cui si butta la spazzatura sono il martedì e il
venerdì.
A tutti gli altri direi:
Vado. Vedo cosa posso fare per le vostre richieste.
Io farei tanto sesso...un po' superficiale????
RispondiEliminabeh, allora saresti la candidata ideale come seconda moglie del Gmarito
Elimina;-)
Bellissimo questo post!!!!Io nn farei tanto sesso assolutamente ahahahahah
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