18 aprile 2018

Megamind, chi sei?

Dopo essere uscita di casa alle ore 15,30 ed essere tornata alle 19.00, ovvero essere stata al parco tutto il pomeriggio a far razzolare SuperMario, entro in casa sfiancata dai primi giorni di sole dopo il castigo divino, lambiccandomi il cervello sulle opzioni cena.
Vedo Megamind vagolante per casa con occhi confusi di chi possiede un cervello in cui i neuroni stanno riorganizzandosi, e gli chiedo, semplicemente:-
-tutto ok?-
E' una domanda ancora lecita, no?
Non ho chiesto:
ti sei drogato?
hai la fidanzata?
hai guardato siti sconci?
hai voglia di invitare qualche tuo amico in settimana?
Hai fatto la doccia?

Ho fatto una domanda generica e contemporaneamente doverosa. Lo ammetto, dettata da un certo latente perenne senso di colpa acuito dal fatto che ero stata latitante tutto il pomeriggio (però gli avevo preparato il pranzo, ora che ci penso).
Questo qui, cioè Megamind, mani in tasca e occhiaie da biondo, alza gli occhi al cielo con una lentezza esasperante che pareva una di quelle gif animate che girano su facebook, e sbotta:
- Ma perchè me lo devi chiedere SEMPRE!-
Un ceffone, un ceffone dovevo dargli, che magari i neuroni si organizzano prima.

Megamind è così, a tratti entusiasta, a tratti- lunghi tratti- insofferente a qualsiasi dettaglio possa interferire con la sua confort zone, odioso con le sorelle, censorio con SuperMario.
Mi sa che me lo devo comunque tenere.

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