27 febbraio 2019

scrivo, disegno, sono malinconica, sì

Lo so che non sono una scrittrice, una giornalista e nemmeno una poeta.



So pure che non sono una illustratrice, dato che non ho sostanzialmente illustrato quasi nulla.
Mi rendo pure conto che tenere un blog abbia molto a che fare con la coltivazione dell'ego.
E pure che condividere i miei disegni su instagram sia un surrogato della gratificazione che avrebbe un illustratore se fosse pubblicato.
Non paga, ho pure partecipato negli ultimi mesi a tre concorsi di poesia.

Per tutto ciò ho moltissimi alibi e altrettante giustificazioni, che mi scagionano (ma solo secondo me)  dall'essere un narciso.
Per esempio il fatto che chi scrive, scrive per un lettore, chi disegna lo fa per un pubblico, quindi se non avessi un pubblico, anche se silenzioso ed invisibile, sarei piena di parole e di immagini.
E quando sono piena di parole ed immagini mi marciscono dentro.
E ho già visto cosa succede.
Poi c'è il fatto che da cosa nasce cosa e magari una botta di culo capita anche a me, come nei film qualcuno potrebbe notarmi e propormi un contratto da 10 Bilioni di dollari.
Piuttosto che chiudere i disegni  e le poesie in un cassetto, poterle spargere ai quattro venti senza pudore, può regalare delle opportunità.

C'è questa cosa poi che quest'anno sono riuscita a passare dall'idea all'azione in varie sfere della mi vita.
La mia parte spirituale (che poi è una parte o il tutto?) che è rimasta rinchiusa per tanto tempo come quei vasi cristallo nelle vetrinette, e veniva ogni tanto spolverata, finalmente ha riacquistato la sua realtà: il vaso è stato riempito di acqua e di fiori vivi.
E forse è questo che contribuisce a dare unità a tutto il resto, che altrimenti la mia vita mi appare spesso come una serie frammentata di eventi ed emozioni isolati e che pretendono un proprio unico palcoscenico,e senza una coerenza propria , vanno perduti.

Sul perchè della malinconia non so cosa dire, ho letto che la malinconia è il desiderio di assoluto, la nostalgia della perfezione e della bellezza che sentiamo come nostra aspirazione esistenzale, il destino che deve compiersi, la patria a cui siamo destinati.
Quindi, cari miei, me la tengo stretta.
Come la mia miopia. ( Che mi consente di fare una sintesi automatica di ciò che vedo)






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