15 ottobre 2019

casa madre

Ho fatto la lista delle cose da prendere


Ho scritto il menù per venerdì, sabato e domenica
Ho scritto il memorandum delle cose da ricordare.
Ho attaccato dei post-it minatori:
sulle gocciole nuove: non aprire finchè non avete finito i biscotti nella scatola, infami!
sulla torta: non mangiare! è per l'uscita scout!
sul frigo: ricorda l'antibiotico!
Ho dato istruzioni (per lo più inutili e dettate dall'ansia) per la ginnastica, il recupero a scuola grazie ad estranei, dove trovare i salumi per i panini.
Ho riempito la borsa di medicine (per il mal di schiena, per l'ulcera, per l'emicrania)

Sono andata a casa, ho buttato in valigia vestiti a caso, (tanto sbaglio clima comunque), spuntato le cose dalla lista, lottato contro i sensi di colpa e la sensazione che tutto mi sfugga, salutato i Fantastici presenti, e poi ho preso il treno per andare a Bolo a trovare i miei.

Ho preso un interregionale VELOCE. (è la parola veloce, che suona come una precisazione auto-ironica, come dire: vabbè, non puoi permetterti un freccia rossa, però questo fa del suo meglio, sai. Come se esistesse la categoria interregionale lento.)

Per un attimo sono rimasta interdetta quando ho visto che era un treno senza scompartimenti, quei salottini con poltrone in similpelle che aderiva alle cosce d'estate e ti fa scivolare sul pavimento d'inverno, e il corridoio con gli strapuntini dove ti appollaiavi e rimanevi con la faccia appiccicata al finestrino tutto il tempo a guardare campagna fuggire via, mentre a fianco sfilava la gente che doveva andare alla toilette.


No, l'interregionale veloce è un treno moderno, coi sedili fatti per chi deve fare viaggi brevi, infatti, fa tutte le fermate, e si riempe all'inverosimile, ma nulla di tragico se si ha un buon libro.

Beh, a Bologna sono stata benissimo, gastrite a parte.
C'eravamo tutti e questo dà un gran senso di compimento.

Poi c'è Bologna, che dopo un pò che ci sto comincio ad avere quel nodo allo stomaco come se dovessi dare la maturità tra un mese, perchè io me ne sono andata dopo la maturità.
Il nodo allo stomaco è lo stesso, ma nel frattempo sono passati mille anni.
Ma tutto questo è solo malinconia, che è la cosa più normale del mondo, e ti fa sentire semplicemente le cose più intensamente, nella loro irrevocabilità,  il che non è del tutto un male.



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