18 marzo 2020

quarantena



Mi ero fatta grandi programmi, ingannata dalla retorica del divano e serie in tv.
Ormai è chiaro a tutti qual è la categoria di persone che si annoia sul divano davanti a maratone su Netflix.
Le stesse persone che condividono su W'app i link per i musei vaticani on line, la biblioteca digitale mondiale dell'Unesco, le conferenze gratuite di Filosofia, ma che poi la cosa più intellettualmente impegnativa che riescono a partorire è la Lambada fuori dal balcone con il tricolore messo in modo che in realtà, è la bandiera dell'Ungheria.
Ovvero sono loro, i single che sono costretti a casa dal lavoro.
Tra uno smartwork e uno spuntino, devono trovare un antidoto alla noia.

Oppure, al contrario, invece di vegetare tra letto, frigo e pc, sono diventati tutti maratoneti.
Tutti a correre, devono andare.
L'italiano medio s'è scoperto improvvisamente podista.
Esigenze imprescindibili: cure antitumore, terapie salvavita, assistenza ai non autosufficienti, lavoro di prima necessità, come il poliziotto, l'infermiere, il medico. E correre.
Lo trovo quanto meno emblematico.

Per carità, io non critico. Io, che come ho ribadito molte volte, anche qui, se lasciata a me stessa, sola, in un appartamento, regredirei allo stato selvaggio succhiando i surgelati come ghiaccioli per non doverli scongelare.
Anche io vorrei pitonare un pò sul divano, o almeno fare cose diverse coi bambini. Ovvero con l'unico bambino rimasto, SuperMario.
Oppure cucinare cose fighe. 

Ma quando torno a casa, le riserve alimentari sono state tutte divorate dalle locuste bibliche, che aggrediscono perfino i cereali integrali alla crusca del Gmarito, che vuol dire praticamente mangiare trucioli di cartone.
Mi ero fatta tutto un programmino mentale: dipingere, sistemare la libreria, disegnare.

Non fa niente, ho deciso che nel weekend farò un corso di economia domestica. Unisco l'utile al dilettevole.Si lo so, suona un pò come una minaccia, lo ammetto.

**Come fare una lavatrice.**
Dividere per colore. E' facile. E' a prova di maschio che non distingue un lilla da un pervinca: infatti ci sono solo maxi categorie: bianchi, scuri, rossi (sempre da soli, ma la politica non c'entra), e miscellanea. Poi c'è da distinguere tra delicati e non. Già qui incontreremo delle difficoltà. Bisogna ragionare per insiemi e sottoinsiemi. Come alle elementari, gli insiemi di pere, mele, e mucche.
**Come stendere.**
La parola stendere già suggerisce il concetto che le cose vanno DISTESE, e non appallottolate, e appoggiate sullo stendino come fossero opere d'arte concettuale, sopra un piedistallo. (ricordo che la nostra asciugatrice è defunta e io porto ancora la fascetta listata a lutto al braccio).
**Come passare l'aspirapolvere.**
Prima di farlo, occorre avere una superficie libera da pulire, quindi rimuovere detriti, libri, biancheria, winchester, basi militari in lego. Non basta fare rumore con l'aggeggio, come quando avevate tre anni e usavate l'aspirapolvere delle barbie che simulava il risucchio.

Sono indecisa se iniziare gli adepti alla rischiosa arte dello stiro, (peraltro a me sconosciuta in quanto arte), ma non vorrei rischiare ustioni di secondo grado, chè non è il periodo più propizio per incorrere in infortuni famigliari.

**Come lavare i piatti a mano.**
Teoricamente saprebbero già farlo. Salvo poi le infinite eccezioni: le pentole troppo incrostate, no. I coltelli grandi, no. La padella con l'olio, che schifo. E via dicendo.
Quindi restano metà delle cose nel lavello.

Alla fine di questo master in economia domestica potrei regalare come gadget, a mò di monito, delle spugnette. O una spazzola da bucato.

Se l'isolamento continua potremmo addirittura organizzare un PhD in metodologia di smacchiatura.
o Come pulire il bagno.




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