4 marzo 2016

la caduta




1. siamo andati a sciare nella Valle Delle mele
2. le mie gambe erano un pò in pappa
3. il secondo giorno, pochi minuti prima bevevo il più buon bombardino della mia vita
4. pochi minuti dopo mi spaccavo tibia e perone (due ossa di cui prima non sapevo l'esistenza) sulle piste
5. ho passato ore di dolore indicibile, mentre due santi carabinieri mi hanno in qualche modo portato prima su un gatto delle nevi a valle poi sulla seggiovia, poi in ambulanza, poi in ospedale a Trento.

Per fortuna in Gmarito, dopo avermi visto partire in ambulanza, è rimasto coi fantastici, che erano al corso di sci e non hanno visto la loro madre urlare come una ossessa trasportata sulla barella.

In ambulanza, volevo solo della droga. Ma a quanto pare le mie vene non collaboravano affatto, quindi alla fine, dopo avere bucato ogni centimetro disponibile, mi hanno fatto questo antidolorifico su per il naso. Tipo supposta nasale.
-Potrai sentirti un pò confusa-
Oh, sì, confondetemi, rincoglionitemi, datemi pure una botta in testa, fatemi svegliare quando tutto è finito.Voglio essere confusa,, vi prego.
Invece, niente. Ma i stata meno confusa, sono più confusa quando calcolo i pagamenti rateali al lavoro.
Comunque fatemelo dire, gli infermieri sono quanto più simile agli angeli esista sulla terra.
-E lo scarpone?- Solo pensare che mi avrebbero tolto lo scarpone mi sentivo male, che già tiravo i porci ad ogni minima imperfezione del manto stradale( io già speravo, me lo taglieranno, lo scarpone, immaginando un infermiere con gli occhiali da saldatore che distruggeva lo scarpone con la fiamma ossidrica)
-Oh, non si preoccupi, prima di toglierlo, le faranno un pò di morfina-

Invece, macchè.
Le mutande, quelle sì me le hanno tagliate. Lo scarpone me lo hanno tolto, così. Senza neanche una botta in testa, un whisky, un'aspirina.
E poi un lungo ciclo di torture, dalle radiografie in varie posizioni, il buco col trapano (sì, usano il trapano ve lo giuro, ed è uguale a quello con cui appendi le mensole ikea) nel tallone, e poi alla fine, quando mi hanno fatto la flebo di morfina, basta, non faceva effetto.
L'ortopedico mi guardava come una tossica che ogni scusa è buona per chiedere un altra dose.
-E' impossibile, signora, che non le faccia effetto-
Gli ortopedici hanno tutti un'anima un pò sadica. Lo diceva e non mi guardava in faccia, perchè se mi avesse guardata sarebbe morto fulminato all'istante grazie ai miei occhi laser.

Vabbè, e poi mi hanno operato, e lì ho deciso che nella prossima vita sposerò un anestesista.
Il mio si chiamava Normann, e quando finalmente mi ha drogato come si deve, avrei voluto baciarlo, solo che era davvero troppo giovane. Allora gli ho promesso una torta.
L'equipe è stata davvero fantastica. Infermieri, chirurgo, assistenti.
Anche se l'operazione sembrava più l'assemblaggio di una libreria Billy, con trapano e inserimento placche varie.

Quando mi hanno portato in reparto, ancora sotto l'effetto della MORFA (sono già una tossica, vedete), mi sentivo come se avessi combattuto una battaglia lunghissima.
Ma con la paura di una strada incerta e in salita da percorrere.

Per fortuna quando i fantastici sono arrivati a trovarmi mi hanno trovato ancora sotto l'effetto di sostanze psicotrope, quindi in buono stato e tranquilla. Li ho salutati e sono pure riuscita a non piangere. Non piangere è stato lo sforzo che mi ha accompagnato per i 5 giorni di ricovero, eh, concediamoci questo piccolo separè di autocommiserazione, suvvia.

Dalla finestra vedevo le montagne nella notte.




1 commento:

  1. mi dispiace...... ero intenzinata ad imparare a sciare ma...forseaspetto va!!!!!!!!

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