26 giugno 2017

In memoria dello scoiattolo profugo


In attesa di partire per un breve weekend a Nervi, vorrei solo istituire un Giorno della Memoria.
Se andavate a Nervi qualche anno fa, non più di tre, e non eravate adusi al luogo, vi sareste stupiti nel vedere, in vendita dai giornalai, tra i secchielli di plastica cinese, i giornalini con le parole crociate e le figurine, dei sacchetti di noci.

Sarebbe bastata una passeggiata nei famigerati Parchi di Nervi, per capire quel mercato di nicchia. Bambini e nonni inginocchiati a battere tra loro due noci (i bambini genovesi tirchi battono una noce ed un sasso per far durare di più la loro scorta di semenze), e poco dopo avreste visto scoiattoli obesi scendere pigramente da araucarie, palme da dattero, banani o eucalipti, e dirigersi verso tutto quel batti-batti che significa merenda gratis.

Avreste notato che gli scoiattoli giovani, le nuove generazioni, sono più prudenti, aspettano che il benefattore gli lanci la noce. Ma solo perché la mamma si è raccomandata di non accettare cibo dagli sconosciuti.

Difatti i vecchi saggi, grassi come tacchini, e con la flemma dei pensionati, arrivano fino a servirsi direttamente dalla mano, rigirano la noce tra le zampette, e te ne chiedono una che non sappia di rancido.

Dopo qualche giorno vi sareste accorti che l’ora migliore per avvicinare le bestioline è al mattino. Dopo le 16 hanno mangiato talmente tanto che non riescono neppure a scendere dagli alberi perché in piena digestione. Qualcuno lo fa solo per pura cortesia e non deludere gli astanti, si tratta del solito esibizionista.

 

Poi, un anno, sono arrivati gli esperti. I puristi. Si sono accorti con orrore che gli scoiattoli non erano AUTOCTONI. Erano scoiattoli extracomunitari, c’era un problema di coerenza ecosistemica, non facevano parte della fauna tradizionale ligure. Oltre a ciò, avevano la malaugurata abitudine di scopare come ricci, senza le dovute precauzioni, e non essendoci dei predatori in grado di contenerli, essi minavano l’armonia di Madre Natura.

Madre Natura è buona, ma come tutte le madri, non tollera il disordine.

Dunque gli esperti, con un provvedimento filonazista, hanno preso tutti gli scoiattoli. Li ha deportati in un campo di concentramento e qui li hanno condannati alla morte per estinzione tramite la sterelizzazione di massa. Una forma di eutanasia molto raffinata e anche politicamente corretta.

Non importa se i Parchi di Nervi sono pieni di alberi non autoctoni, proprio perché portati qui da famiglie patrizie che hanno creato bellissimi giardini botanici portando piccoli germogli da tutto il mondo. Non importa se banani, datteri, palme ed eucalipti sono anche loro extracomunitari. Non importa riflettere sul fatto che anche il pomodoro era originario del Sud America e se nel passato fossero esistiti gli eco-nazisti ad oggi la pizza non sapremmo manco cosa sia. Forse a Madre Natura le piante diverse danno meno fastidio: stanno ferme, e non fanno la pupù.

Per gli scoiattoloni culoni che sembravano usciti da un film di disney, non c’è stato nessun giorno della Memoria.

In compenso, per ristabilire l’ordine naturale e l’armonia faunistica originale, hanno pensato bene di introdurre gli scoiattoli nostrani, italici.

Degli animaletti scuri minuscoli- leggendari, peraltro perché nessuno ha mai visto-  presi direttamente dalle montagne Piemontesi. E come tali diffidenti, scontrosi. Incazzati neri perché i rami dell’araucaria (che in Piemonte non s’è mai vista) gli pungono le chiappe, e perché i datteri gli fanno schifo.

Loro vogliono la nocciola Tonda Gentile delle Langhe, sennò hanno detto che fanno lo sciopero del sesso.
 

1 commento:

  1. Mi hai fatto morire dal ridere!!! Ma tra una risata e l'altra questo tuo scritto mette in luce un sacco di tristi verità...

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