7 dicembre 2018

l'imprevisto

Ad un certo punto, mentre pianificavo il mio pomeriggio di libertà in cui avrei fatto shopping spericolato con mia madre giunta da pochi giorni nelle lande desolate del nord, suona il cellulare.
Un numero fisso-sconosciuto- col prefisso locale.



Un numero fisso in un mondo in cui tutti usano il cellulare è foriero di cattive notizie. Fosse stato un numero di Milano c'erano ampie probabilità che volessero propormi il sistema di depurazione dell'acqua o un modo per risparmiare sulle bollette.
Il prefisso di Roma mi dava la certezza che fosse ancora la Telecom che da 10 anni cerca disperatamente di recuperare i suoi vecchi clienti.
Da Firenze chiamano invece per offrirmi olio autentico Italiano e non le basse imitazioni che provengono dalla Grecia.
Il numero fisso locale ha un piccolo margine di probabilità che possa essere l'agenzia immobiliare che ti chiede se qualcuno nel tuo palazzo (possibilmente proprietario di immobile) fosse morto.
Invece era la peggiore delle ipotesi.
-Buongiorno sono la maestra L.- (sopra alla mia testa compare un fumetto contenente parolacce-rivolte al destino beffardo-sottoforma di emoticon che ancora non sono stati inventati)
- Dovrebbe venire a prendere SuperMario perchè un bambino gli ha dato un pugno in faccia e potrebbe avergli rotto il naso-
Così sono andata a scuola a prenderlo.
L'ho trovato con un guanto di gomma ripieno di ghiaccio adagiato sulla faccia, sembrava un travestimento Halloween. Ma tutto sommato non stava così male, era solo attonito.
Ricostruendo l'accaduto tramite testimoni oculari, pare che un bambino di un'altra classe, senza apparente motivo e senza che ci fosse alcuna interazione tra loro in corso, gli abbia mollato un cartone.
Visto che non sono una che spreca energie in tragedie inutili, il naso non sembrava rotto, SuperMario era più contento che dolorante, il mio shopping pareva salvo.

Tornando a casa SuperMario rielabora a modo suo l'accaduto:- Anche alla materna c'era un bambino picchiatore. Sai, forse gli è partito un pugno-
-Come un pupazzo a molla?-
- Si, esatto.-
- Beh, dai oggi non ti porto a ginnastica sennò ti esce ancora sangue dal naso...-
- Ah, ok. Quindi oggi è una piccola vacanzina-

SuperMario è uno da bicchiere mezzo pieno.

In ogni caso lo shopping scatenato con mia madre ha prodotto solo due dolcevita di colori bon ton. Se guardavo altre cose un pò più strane, faceva quella faccia.
Quella in cui arriccia il naso, e poi commenta:
-...quel rosuzzo...- 
-...quei brillantinuzzi...-
-...così corto?-
-...così largo?...-
- ...è un pò slagno ...-(molle, straccetto)
- No ma se a te piace...- (hai quarant'anni e non sono più nella condizione di vietarti l'acquisto di cose orrende)
Niente da fare l'unico vero shopping per me è in solitaria. Quello con la Madre è un'altra cosa. Una cosa (bellissima) tra madre e figlia. Molto BonTon.

Quando sono tornata dal mio shopping moderatissimo e parsimonioso, SuperMario, rimasto a casa coi fratelli a godersi un film, mi accoglie sulla porta e mi dice:- Mamma, ho messo in freezer il tacchino che avevi lasciato sul tavolo perchè avevo paura che diventasse marcio-
Era la cena per stasera, ma vabbè. Un ricongelamento di carne cruda scongelata non ha mai ucciso nessuno. O forse no. Ma è stato carino da parte sua preoccuparsi della carne che andava marcendo sul tavolo della cucina, avezzo ad una madre smemorata e pasticciona.


2 commenti:

  1. Ahahahahah!! Questo post mi ha fatto talmente ridere che mi sono coperta la bocca con la mano perché ho il piccolo che dorme!!!!

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