7 febbraio 2019

Compleanno

Qualche giorno fa è stato il mio compleanno.
Ho realizzato che le aspettative del giorno del proprio compleanno cambiano mano a mano che si diventa adulti. Adulti in senso lato.


Da piccola mi alzavo la mattina consapevole che quel giorno splendevo come un piccolo sole, tutti avrebbero avuto dei riguardi per me, avrei scelto il menù e la torta, avrei detto a tutti, dal bidello al giornalaio, che compivo gli anni, probabilmente avrei potuto estorcere ai prof l'immunità dalle interrogazioni.
A vent'anni (indicazione generica di sacra giovinezza simbolica), splendevo ancora come un piccolo sole, desiderando molti pianeti che mi gravitassero attorno, pianificavo il giorno speciale affinchè tutto fosse perfetto e le persone potessero rendermi degnamente omaggio, organizzando io stessa una festa che doveva essere meravigliosa.
Da fidanzata le aspettative avevano raggiunto un maggior grado di complessità: che a mia insaputa venisse organizzata dal mio bello una giornata interamente a me dedicata, con profusione di fiori, magari un evento a cui partecipare, una sorpresa o improvvisata, e possibilmente una cena fuori, coronata dal cadeau.
Quel Cadeau, negli anni del fidanzamento, assumeva progressivamente sempre di più la forma- nelle mie aspettative- di un anello. Che per la cronaca, non è mai arrivato, ma mi sono sposata lo stesso.
A quanto pare.
Poi mi sono sposata.
Da quando mi sono sposata, per il fatidico 3 febbraio, ho sognato la colazione a letto, possibilmente con una rosa, ma mi accontentavo pure di un rametto di rosmarino.
Magari se non la colazione a letto, al bar.
Ok, va bene anche in cucina, basta che non sia io a prepararmi il caffè. Possibilmente col cucchiaino allegato alla tazza.
Ho sognato anche una bellissima sorpresa, preparata nei mesi precedenti, un viaggetto, una cena romantica.
Ve bene anche non una sorpresa. Una cena romantica a due prenotata all'ultimo. 
Ok, anche coi bambini, perchè all'ultimo la babysitter non la trovi.
In mancanza d'altro, anche fare la spesa e preparare la cena al posto mio non sarebbe male.
La pizza d'asporto è sempre un ottimo compromesso.
Poi, si può recuperare sulla torta. La torta la si compra in un battibaleno.
Ecco, magari non la Sacher, che è l'unico dolce al mondo che mi disgusta.
Ma piace tanto ai bambini e la Sacher della pasticceria del centro si sa che è eccezionale, e poi regge benissimo le candeline ed è molto fotogenica.
Beh, le candeline almeno bisogna avercele.
D'altra parte si possono usare quelle coi numeroni grossi usate dei bambini, sommando un tre col cinque e aggiungendone di quelle magre, mezze consumate. 
Ecco, purchè stiano accese il tempo necessario per esprimere un desiderio.


Insomma, mano a mano che gli anni passano l'ego si riduce, ed è una cosa meravigliosa, secondo me.
E quest'anno il Gmarito e io siamo andati a Bologna da soli, arrabattandoci all'ultimo (perchè tutto deve essere così, sull'onda dell'emergenza emotiva e pratica, è questione di adrenalina: "Wonder l'hai piazzata? No, aspetta, magari ho qualcuno che mi deve un favore...")
Abbiamo festeggiato senza candeline, ma con ottimo pesce manufatto dal mio papà, rivisto un'amico di tanti anni fa, mi sono ritrovata con tutti i miei fratelli, e domenica sera, dopo avere radunato il gregge disperso dei figli, siamo andati tutti a cena fuori coinvolgendo anche mia suocera.







3 commenti:

  1. A me basta che ci sia il pasticcio di mia madre e il tiramisù. E un weekendino fuori...non chiedo molto in fondo!

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