17 giugno 2019

il viaggio a Terni

Dopo 16 anni (16?) di matrimonio, l'ho fatto.
Sono andata via per un weekend da sola.
A trovare lo Zio d'America a Terni. Si lo so, si chiama zio d'America anche se sta a Terni, ma dopo essere stato in America, in Vietnam e in Africa mica potevo cambiare nome ogni volta.
Sono partita venerdì, dedicando tutto il tempo a preparare la valigia, senza nemmeno preparare un straccio di cena per il resto della famiglia.
Visto che ero sola, volevo aderire al modello ideale della donna fine e impeccabile che viaggia e non alla sciattona sudata che si accinge a passare le successive 6 ore sui treni, scegliendo abiti comodi e trasandati modello crucco vacanziero con sandalo dr sholl.
Così ho indossato una gonna ampia e lunga (usano lunghe quest'anno, le gonne amiche di chi vuole evitare la ceretta ogni 15 giorni) di fresco cotone, ballerine e camicetta color crema di viscosa simil seta molto bon-ton.
Mini trolley alla mano, borsa, meraviglioso libro da iniziare a leggere, sono salita sul treno per Milano Garibaldi, da cui poi in pochi minuti con la metropolitana avrei raggiunto Milano Centrale e sarei salita sul frecciarossa per Roma, eccetera.
Mentre ero immersa nella lettura del romanzo, mi sono accorta con orrore che il treno si era fermato da almeno 10 minuti in un imprecisato punto dell' interland Milanese.
I 10 minuti sono diventai 15 e poi 20. Per l'ansia ho divorato tutta la frutta secca che avevo portato per lo spuntino salutare. Poi, ho cercato il capotreno prima per essere rassicurata che non avrei perso il frecciarossa, poi, davanti alla sua apatica indifferenza all'evidenza che il treno era praticamente perso, per dire molte parolacce che poco si addicevano alla camicetta bon-ton.
Se qualcuno venerdì si trovava in Stazione Porta Garibaldi, avrebbe potuto vedere una donna con una lunga gonna azzurra e una camicetta in simil seta che correva zoppicando a causa della sua gamba di legno, trascinando un piccolo trolley e vomitando un sacco di parolacce ad alta voce, come una pazza.
Lo stesso in Stazione Centrale, dove la sottoscritta ha provato a chiedere un rimborso del biglietto che non le è stato concesso in quanto il biglietto era di quelli che comprano i poracci, supereconomy.
Biglietti che costano meno, ma non puoi modificare, nè chieder un rimborso, e forse nemmeno usare il bagno del treno.
In sostanza Trenitalia non mi rimborsava il biglietto perchè la colpa era di TreMERD Trenord, e Trenord (dopo mezz'ora di coda allo sportello dei RECLAMI ILLUSORI ED ALTRE INUTILI PRATICHE BUROCRATICHE) non poteva certo rimborsarmi perchè il treno perso era Trenitalia.
E così, niente, ho comparto un altro biglietto, sono salita su un altro frecciarossa e, non avendo potuto farlo con la giugulare della dipendente Trenord, ho addentato la mela, che era l'altro spuntino salutare che mi ero portata, mi sono macchiata la camicetta in finta seta, e mi sono immersa nella lettura.
Poi ho preso un fantastico interregionale VELOCE (!), dal binario est della stazione di Roma Termini, che è un binario remoto, ad un chilometro di distanza a piedi, su una banchina assolata e un pò sgarruppata, che è stato come tornare indietro di 20 anni: quando i treni di lusso erano gli intercity e il pendolino era come prendere l'aereo.
Così 2 ore più tardi, impadellata, sudata, e con la mia gonna modello Hamish stazzonata, sono scesa a Terni.
Dopodichè tutto è stato meraviglioso.
Da Bologna sono giunti anche mio fratello Giacca e sua moglie Lavandina, assieme alla Bianchissima bambina.
Tutto il resto, lo raccontano le foto.










3 commenti:

  1. Al di là dell'avventuroso viaggio (i binari assolati di Roma Termini mi riportano alla mente i miei dieci anni da pendolare, quando in estate il binario assolato era la prima tappa del viaggio di ritorno verso i castelli romani, dove avrei trovato ristoro nel fresco serale dopo la giornata nell'afa di Roma) le foto parlano...
    Può succedere di tutto, ma ritieniti fortunata ad avere un marito che ti da la possibilità di vivere questi momenti. Io ho provato a chiedere al mio (dopo 13 anni di matrimonio e quattro figlie) di andare con mia sorella ad un concerto (visto che lui non aveva voglia di venirci) e la risposta è stata : "tu sei ubriaca"!

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    1. mmmmm....bisogna lavorarci.Non ne faccio una questione ideologica, ma suppongo che tuo marito non abbia problemi a fare delle cose da solo. La verità-oltre alla questione che non sei in galera- è che è arricchente per entrambi. Sia per l'esperienza nuova che poi si porta a casa (siamo tutti finestre sul mondo) sia perchè si torna ristorati e più felici e di questo beneficano tutti. Beh, io avevo chiesto a mio marito se potevamo andare assieme, ma lui ha preferito stare a casa, per semplificare l'organizzazione. (sistemarne 4 è sempre complicato). In ogni caso l'età dei figli conta. E il marito in certi casi....va anche un pò...messo davanti a decisioni prese.

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  2. Grazie della condivisione :)
    In effetti noi abbiamo la piccola di due anni e mezzo che è ancora un po impegnativa da gestire... magari tra un paio d'anni sarà diverso.
    C'è poi sicuramente un fattore "culturale".
    In ogni caso è vero : a volte forzare un po la mano si rivela necessario, magari a rischio di qualche muso lungo, ma con la consapevolezza che quella boccata d'aria che prendiamo è utile a tutti.

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