SuperMario ha fatto la Comunione.
In attesa della cerimonia, alle ore 15.00 di un pomeriggio testimonial del surriscaldamento globale con 32 gradi, si rilassava facendo una partita a briscola con la nonna.
Sabato, il giorno prima, cucinare è stato come scendere agli inferi.
Mi pesava troppo andare a comprare i confetti, 15 euro al kg di zucchero ripieno di una palta improbabile- le mandorle sono da poracci, no: meglio gusto Cassata Siciliana o fantasia di caffè, o bouquet di frutta secca aromatizzata al lime. Assomigliano sempre di più alle caramelle di Harry Potter, come si chiamano, quelle che non sai se ti capita gusto arancio o caccola del naso.
Allora, ho avuto la luminosa idea di accendere il forno e fare un centinaio di zuccherini, microscopici biscottini a forma di anellino che secondo la tradizione emiliana, si servono al posto dei confetti.
In ogni caso la Cerimonia è stata bella, intensa, sempre commovente, e apprezzo ogni anno di più il minimalismo severo lombardo con cui i bambini vanno tutti vestiti da fraticelli bianchi o -come direbbe qualcuno- da baby Jedi.
Niente batuffoli svolazzanti in tulle o piccoli smoking damascati. Meno divertente, ma aiuta certamente il raccoglimento spirituale.
Dopo c'è stata una bella festa, però solo con i parenti lombardi.
I parenti bolognesi verranno domenica prossima, al mattino, per motivi logistici (per esempio come si fa a fare la Comunione alle tre del pomeriggio della domenica? La domenica pomeriggio è destinata alla tristezza che deriva da una leopardiana percezione che il weekend sia già finito, praticamente è già un mezzo lunedì.)
Così Mario ha vinto due feste.
E io ho vinto...vabbè lasciamo stare.
Li punirò con una pizzoccherata bollente. Niente spiedini di frutta per loro (peraltro un'altro piatto finto-veloce, finto-easy, finta-idea-furba, peggio della macedonia e del pinzimonio). No loro si beccheranno tiramisù e torta angelica, e finiranno di digerire all'uscita per Bologna Centro.
E così, caro papà, la vita va avanti e ci trascina nella sua corrente.