31 ottobre 2018

ragazze, no?

UN MARTEDì RECENTE


-Megamind. Cosa fai qui? (Lo sai, questo è il mio momento di ginnastica con la mia amica in cui oltre a sollevare 8 chili, fare addominali sulla fit-ball, sparliamo di altre madri e ridiamo dei nostri figli.) Quindi dovresti andare in camera tua finchè non finiamo.-
-Ok Madre. ma dopo ti devo parlare-
Inutile dire che tutto ciò ha guastato la mia seduta di fitness con la mia Personal-friend-trainer, ha allarmato qualcosa dentro il mio cervello di madre.
Sarà un brutto voto? o sarà un episodio di bullismo? C'entrerà mica il suo compagno cannaiolo e writers promotore di atti vandalici alla Cosa Pubblica?
O magari c'entra una ragazza? Ossignore, fa che c'entri una ragazza, finalmente, ti prego.
Facciamo i nostri squat, i piegamenti (che si chiamano in un altro modo più fico che non ricordo mai), addominali e plank, e poi dopo un caffè per reidratare il fisico spossato tramite una adeguata dose di caffeina, esco (vestita in modo improbabile con una cappottino bon-ton in tweed e sotto scarpazze fluo e pantaloni della tuta) a prendere SuperMario a scuola.
Appena torno a casa, mi presento da Megamind.
-Eccomi. Cosa mi dovevi dire?-
Mi fissa in silenzio con aria diffidente e ostile.
Quando è adolescente non lo sopporto.
Preferisco quando regredisce all'età mentale di 4 anni e litiga con SuperMario per la sorpresa dell'ovetto Kinder.
-Mbeh? allora? ti ascolto. -
-Non riesco mica a dirtelo, se stai qui e mi fissi. Te lo diro dopo. Ciao- Ha quasi gli occhi lucidi.
(è una ragazza me lo sento, me lo sento)
Con uno sforzo immane evito di ripetergli altre 15 volte che VOGLIO sapere COSA mi deve dire, e quindi vado a fare la spesa. La spesa GROSSA. Quella titanica.
Ci metto un'eternità perchè mi porto dietro anche SuperMario, e poi, con grande nonchalances butto lì a Megamind:
-Dai, aiutami a metter via le cose, così intanto mi racconti-
Lui mi sgama subito, ma mi asseconda, come i pazzi, e viene in cucina.
-Prima di tutto il mio Topic (relazione in inglese con presentazione di slide) sulla Brexit è andato benino. Ho preso otto perchè ho fatto qualche errore di grammatica. Infatti non sono soddisfatto.-
-Beh, dai otto non è male-
- No, non mi piace. Ma lasciamo perdere-
- Ok, e poi?- (Questa ragazza?)
- Ecco. Mentre presentavo il topic sulla brexit, la prof mi ha chiesto come la pensavo, e poi alla fine mi ha chiesto, politicamente, insomma, per che partito sono-
Certo che nei tempi che corrono, in cui vige una legge sulla privacy per cui puoi mostrarti senza mutande sui social, ma è reato far sapere a tutti la rata dei buoni pasti che paghi, fare una domanda DIRETTA sulle tue idee- perdipiù POLITICHE- è una cosa che richiede un gran coraggio.
Forse qualcuno avrebbe denunciato la prof, invece io l'ho apprezzato.
-E tu che hai detto?-
-Beh, che io sarei di più per il PD...e la prof mi ha fatto un gesto come dire "ah tu si che allora sei figo". Capici? invece alcuni miei compagni maschi- che si sa che i maschi leghisti o fascisti vanno tutti al classico- mi hanno detto che li ho delusi, praticamente.-

Ma perchè non si tratta di una ragazza, perchè?

-...mi spiace, ti sei sentito tradito?-
-No, è stato interessante! poi tutta l'ora successiva (che c'era supplenza) abbiamo discusso sugli immigrati, i clandestini, e Mussolini (hanno detto quella cosa, mamma, pensa, quella cosa lì: che Mussolini ha fatto anche cose buone!) e anche sul nazismo e il ruolo della Germania durante la seconda guerra mondiale e sui libri di storia che, secondo loro, sono stati scritti dai comunisti-
- Ah. Ok. Di tutto un pò insomma-
-...e Casa Pound, e la dittatura, e i rifugiati della Siria e la chiusura dei porti, la Diciotti e tutto il resto!-
Era sempre più infervorato e galvanizzato, perchè ad ogni luogo comune dei compagni, lui aveva la battuta pronta, magari ragionamenti un pò ingenui, ma che stavano in piedi, e soprattutto frutto delle sue idee.
- Va bene Megamind, mi sembra sia stata una bella discussione, dopotutto. E' bello discutere delle idee in cui si crede in maniera civile.-
- ...che dici, allora, ho fatto bene a dire che avrei votato il PD?-
-...-
-No, comunque io lo voterei davvero.-
- Beh, uno può dire: nessun partito mi rappresenta completamente, però in questo momento se dovessi votare voterei...e comunque in tutto questo...le ragazze? (torniamo alle ragazze)-
- ...le ragazze invece, durante la discussione, facevano i filmati col cellulare-

Spero che questo trip della politica passi in fretta e cominci ad interessarsi delle FEMMINE.

30 ottobre 2018

l'ora del buio contro l'ora dell'ammore


E' vero, si dorme un'ora in più, per una domenica.
Ma in cambio abbiamo sei mesi di buio a merenda.
Lampioni accesi all'ora del tè, tristezza a cucchiaiate.
Comincio domandarmi cosa fare per cena verso le quattro.
E poi, è sempre troppo tardi, perchè è inutile: migliaia di anni di evoluzione non mi hanno tolto l'impressione che-se fa buio- la giornata è finita, ed è meglio andarsene a dormire.
E'il momento della naftalina che inaugura il cambio degli armadi, che dura ben più di una settimana bianca.
A volte sniffare la naftalina aiuta, bisogna farlo finchè non la toglieranno dal mercato in quanto tossica. Presto dichiareranno le tarme specie protetta.
Non potendo andare a dormire alle cinque, mi viene voglia di fare torte, unica attività che si armonizza all'inverno.
Ma la città veglia, i figli pure, pullulano di compiti resi più intollerabili dalla sensazione che il pomeriggio è finito prima di cominciare.
Mi sveglio con il buio, la luce stenta a farsi strada, esattamente come me, verso la cucina per preparami il caffè. 
E naturalmente piove, per ricordarmi che c'è qualcosa di peggiore dell'oscurità bugiarda che traveste il giorno da notte.

Per prepararci a questo triste rituale dell'ora solare, io e il Gmarito abbiamo deciso di scappare insieme.
Abbiamo scelto accuratamente il weekend prenotando il nostro smartbox dal titolo sessualmente allusivo proprio nei tre giorni in cui era prevista l'allerta meteo per la perturbazione "Apocalisse biblica".
Così, casomai ci fosse venuta voglia di mettere il naso fuori dall'albergo saremmo stati dissuasi.
Per fortuna ho avuto l'ispirazione di scegliere un hotel con beauty farm e acque termali.
Mentre fuori imperversava una tempesta che lasciava presagire la fine del mondo, abbiamo esplorato tutto il percorso benessere previsto dall'Hotel. Palestra, idromassaggio bollente, bagno turco, docce fredde, sauna, tisana al finocchio.
Perfino il Gmarito- seguendo pedissequamente le tappe indicate dal depliant informativo- è entrato nella vasca di fango freddo ricoprendosi di melma benefica così paludosa, che pareva di entrare nelle sabbie mobili della Storia Infinita.
Ci siamo concessi pure un massaggio lunghissimo dopo il quale, tutti unti e con i muscoli talmente rilassati da pensare di essere diventati improvvisamente degli invertebrati, ci siamo dedicati alla lettura, all'acqua gym, altre docce fredde e saune.
Nella struttura abbiamo conosciuto il proprietario, che giura- così come ripetono i filmati informativi in loop sul televisore della sala lettura- di avere creato il Centro Benessere dopo avere scoperto e messo a punto un metodo per guarire praticamente tutte le malattie con fango e vapore.
Io, naturalmente, sono rimasta molto colpita, essendo una credulona: purchè la teoria sia esposta in maniera affascinante e piena di passione, potrei credere perfino che la terra è piatta.
Così ho deciso di prendere il biglietto da visita del Signor B., non si sa mai.
Da un lato c'era il logo del suo Hotel centro benessere di medicina naturale.
Sull'altro lato, l'Agenzia di Pompe funebri di cui è titolare.

Che dire, i bergamaschi sono uomini pratici.
E onesti, dopo tutto.
allusione all'arca in contesto diluvio universale

Sylvia, Sylvia e ancora Sylvia

sala lettura

rococò 


sbirciando fuori: gocce grandi come piattini, direbbe Sylvia Plath

concetto lombardo-veneto di eleganza e lusso
brrrrrrr



25 ottobre 2018

i ricordi degli altri

Achi interessano i ricordi degli altri?
A NESSUNO!
A meno che tu non abbia fatto la guerra e possa raccontare aneddoti raccapriccianti di gambe sanguinanti senza il resto del corpo, corse disperate sotto le bombe, apparizioni di fantasmi.
Oppure vicende divertenti di quando eri piccola in campagna dai nonni e tuo fratello ha messo il piede nel vaso da notte.(Seguono spassosissime spiegazioni su cosa sia il vaso da notte, che i tuoi figli sbigottiti considerano una barbaro retaggio dell'antichità)

I ricordi degli altri non interessano nessuno.

Interessano solo te stessa e quindi te li ri-racconti rimacinandoli come la favola di Cenerentola, per rassicurarti sul finale, anche se fosse un rimpianto: non importa, è la vita tua, dunque interessantissima, epica, poetica (e patetica) e mitica.
Ecco a che servono i blog, anche.
E' una sorta di terapia della scrittura narcisistica che però ha il vantaggio che non costringi nessuno ad ascoltarti.
Al massimo, quel post andrà deserto.
Oppure sei così fica da sapere scrivere i tuoi ricordi in maniera talmente originale e sarcastica e sorprendente, che- senza barare raccontando i ricordi di un'altra più fica di te- ti si legge lo stesso.Con piacere.

Tutta questa premessa serviva per sentirmi giustificata a raccontare il ricordo di un mio primo e antico (e forse unico) corteggiatore che mi veniva romanticamente a prendere in bici all'uscita dal liceo, ma adesso-ormai, a causa del mio stesso prologo- mi vergogno.
Se volete però vi racconto di quando una notte mio fratello ha messo il piede nel vaso da notte (pieno) nella casa di campagna dei miei nonni, al Solimei.(Per sapere cosa sia il Solimei, nella improbabile eventualità che qualcuno sia interessato a saperlo, qui un pallosissimo post -narcisistico-in cui io, come una centenaria, ripercorro i ricordi di infanzia senza probabilmente risultare originale nè sarcastica nè sorprendente)


24 ottobre 2018

cose da rendere

Quel giorno in cui rendere
braccia e gambe,
finito il prestito,

stanchi, come dopo
una bianchissima giornata di neve
e accecati

Quel giorno
che saremo null'altro
che il nostro nome, nudi

risucchiati nei decrepiti cieli
senza pelle a contenerci,
saremo

capriole d'atomi in espansione
strascichi solitari di comete 
negli spazi siderali

ancora tutti da creare

quel giorno
non è un giorno
ma è tutto il tempo del mondo.

22 ottobre 2018


la scuola

la scuola di SuperMario
SuperMario ha un maestro di matematica, che noi conosciamo già perchè è stato maestro di Catwoman.
E' un maestro superlativo. Forse farebbe capire la matematica pure a me.
Ad ogni modo SuperMario lo adora.
-Com'è andata oggi SuperMario-
-Oggi avevo il maestro Luigi. Mi piace molto.-
- Sì, è molto bravo. E cosa hai fatto oggi con lui?-
- oggi l'ho abbracciato-
- Ah. così? Ma a mensa, all'intervallo?-
- No, in classe. Lui stava parlando, io ho pensato che è molto bravo, allora mi sono alzato e l'ho abbracciato-
- Ah sì? E lui stava facendo lezione? Non si è arrabbiato?-
- No, non si è arrabbiato.-
- E che cosa vi stava spiegando?-
-No so. Non ricordo.-

Sono le priorità di superMario. Cibo, e abbracci.

la scuola di CatWoman

CatWoman è entrata nel mondo preadolescenziale, o almeno questa è la sua aspirazione e vocazione del momento.Quanto agli sbalzi d'umore tipici dell'età, si era in messa già in pari dai 6 anni in su.
Il risvolto positivo è che alla mattina si sveglia da sola.
(E qui faccio un minuto di silenzio perchè sono ancora commossa, incredula, e temo che sia solo un sogno e che presto mi risveglierò)
Non so se si lava, ma quantomeno si alza, si veste e si prepara la colazione da sola, naturalmente pungolata continuamente dalla sorella molesta e impicciona che si è ritagliata il ruolo di controllore della Corte Suprema dei Doveri (degli altri).
Scolasticamente parlando, non studia granchè ma ha quella cosa, si chiama memoria-mi sembra- e a quanto pare consente di immagazzinare informazioni nel cervello che non si volatilizzano dopo due ore, per cui riesce ad avere il massimo risultato (possibile) con lo sforzo minore.

la scuola di WonderWoman

Wonder si alza alle sei. Cosa faccia fino alle sette e mezza, quando esce, non lo so. Anche perchè io mi alzo alle sette. Tanto prima tutti i bagni sono occupati.
Probabilmente Wonder si dedica ai capelli, che costituiscono 85% del look.
Poi fa il caffè per sè e per la sorella, fa colazione e va a svegliare SuperMario, che di solito finge di essere morto.
Wonder nello studio è diligente, ha molto amor proprio. In cima alle priorità comunque ci sono le public relation in classe, i pigaima party e gli outfit(s).
E' molto organizzata, difatti tende fastidiosamente ad organizzare la vita di tutti quelli che le stanno attorno, cosa da cui però anche io talvolta traggo vantaggio.
-mamma non è oggi che devi andare dal dentista con Marta?-
- ah. sì. CERTO che mi ricordo. Era alle....cinque.-
-...non era alle sei?-
La sua capacità organizzativa viene dedicata di solito a raggiungere obiettivi mondani: feste, cene, pranzi, appuntamenti a casa di qualche amica, possibilmente con pernottamento annesso.

la scuola di Megamind

Megamind è nel suo periodo "politica".
Ora che ha scoperto che a scuola esistono le liste per il consiglio di classe, sta fantasticando su una sua prossima candidatura e mettendo a punto la campagna elettorale per diventare-nel frattempo-rappresentante di classe.
Tra una declinazione e una traduzione in greco, fa discorsi deliranti su come convincere le masse a votare per lui, basandosi sull'efficienza e sui servizi.
Pare che uno di questi cosiddetti servizi, sia quello di passare i compiti già fatti su whatsapp, ma dopo essergli sfuggito nella veemenza retorica della presentazione del suo programma con la Madre, ha poi negato tutto.
Ha un futuro certo, parrebbe dunque.
Spero che quanto prima sviluppi qualche altra mania ossessiva compulsiva. Tipo sulle ragazze, magari?
Comunque studia. Anche troppo. La sua giornata è scandita da: ritardi sui treni, compiti, chitarra, studio, partite di scacchi al cellulare in solitaria, scout. 


la scuola mia

La scuola mia è la vita.
Non so, almeno questo ti dicevano quando eri piccolo.
Assieme all'altra cosa:
gli esami non finiscono mai

In ogni caso, certe cose si imparano:
per esempio che ogni saluto è sempre un addio
o per dirlo in maniera poetica:
la vita è un susseguirsi di addii, perchè ogni cosA è irripetibile. Ma te ne accorgi solo dopo i 40 anni, ecco perchè sono diventata così piagnona.

16 ottobre 2018

morire è questo

Immersa nella mia ossessione per le poetesse suicide Anne Sexton, Sylia Plath, e Antonia Pozzi, leggo e rileggo le loro vite, e guardo compulsivamente le loro fotografie.
Fotografie in posa di sorrisi e abiti pieni di stile, così come oggi possono sembrare raffinati pure i knickerbocker sotto al ginocchio e un foulard annodato con disinvoltura al collo, nella tenuta da montagna di Antonia Pozzi, a noi che ci vestiamo con braghini fluorescenti della decathlon per andare a funghi.
Scruto gli occhi ingigantendo a video le fotografie, la piega della bocca, oppure la posizione della mano sul braccio di (un) lui, noto i particolari della tazza di tè appoggiata ad un tavolo ingombro di libri, lo scorcio di una camera sullo sfondo.
Insomma cerco gli indizi nelle pieghe delle istantanee. Indizi che mi portino a quel momento in cui hanno scelto di scattare l'istantanea finale della loro vita: un estremo fotogramma a cui poi mai si potrà togliere o aggiungere alcuna cosa.
Non cerco una ragione, Sylvia scrive a fiumi del suo doppio oscuro che cerca di rinchiudere nello scantinato della sua coscienza. Il suicidio rimane sempre una porta socchiusa, da cui il mostro la spia.
Anne Sexton aveva disturbi psichiatrici conclamati, è stata in cura per anni.
Antonia Pozzi ha scelto un prato per addormentarsi e riempirsi gli occhi di cielo nell'ultimo sguardo, a causa di un amore negato, forse un bimbo che non è nato. Un'altra scorticata, che si aggirava in questo mondo senza pelle, disarmata e sempre sanguinante di fronte alla vita affilata.
A vederle, le premesse c'erano, per tutte.
Allora non so, cosa cerco in quelle foto, e neppure nel fiume di parole che hanno scritto- specialmente nelle lettere e nei diari Sylvia.
Come potevano desiderare l'annientamento anime così bramose di vita e di bellezza?

Oppure non era l'annientamento, ma il Desiderio- oltre ogni fede dichiarata- di tornare a casa e sentirsi chiamare per nome, e diventare finalmente tutte se stesse, complete.

Morire è questo/ ricoprirsi di rovi/ nati in noi.
(A.P.)



15 ottobre 2018

I PIGGIAMAPARTI


O voi madri di figlie femmine al di sotto della soglia della preadolescenza, prendete nota.
I pomeriggi a giocare alle barbie sono demodè.
Ora l'unica forma possibile di incontro tra femmine sono i pigiama party, ovvero se non si passa insieme la nottata a NON dormire (MA IN PIGIAMA), non ci si diverte.
Poco importa se nottetempo si fanno le stesse insulse cose che si potrebbero fare sotto la luce del sole.

Le regole dei pigiama party delle adolescenti sono:
1) crea un gruppo per il pigiama party su whatsup al fine di trovare una congiunzione astrale che permetta di fissare data, presenza di tutte le invitate e (soprattutto) location disponibile
2) proponi a tua madre di ospitare le tue 5 amiche, in quanto c'è stata la repentina defezione da parte delle madri di tutte le altre con scuse varie e fantasiose che vanno da: "noi non possiamo perchè viviamo in un camper" a "abbiamo tutti i weekend occupati da cene di raccolta fondi per curare i piccioni feriti".
Essendo la tua madre a corto di creatività con le scuse, visto che le ha già usate tutte per non fare la rappresentante di classe, ottieni il consenso.
3) prepara un programma per il pomeriggio non troppo impegnativo:
- giro in centro a prendere un gelato
- farsi i selfie
- farsi ancora dei selfie
- girare dei musically in cui non si veda la faccia altrimenti il cellulare ti sarà requisito finchè non ti sposi
- lanciarsi i pupazzetti sdraiate per terra
- giocare al "bruco" dentro al sacco a pelo.
- farsi ancora qualche selfie, magari dentro al sacco a pelo.
- parlare.
- truccarsi.
- pettinarsi.
4) Allontana la sorella importuna chiedendo alla madre di farla adottare (provvisoriamente o anche definitivamente) da un'altra famiglia.
5) prepara un menù rigorosamente di cibo spazzatura, perorandolo presso tua madre con motivazioni convincenti. (semilavorati veloci e non sporchevoli: 
Hamburger, ketchup, patatine chimicamente aromatizzate, gelato.
6) visto che i tuoi genitori non sono disponibili ad andarsene per lasciarti cenare in pace con le tua amiche, apparecchia una tavola separata per sole adolescenti femmine "perchè dobbiamo parlare di cose private".
7) compra un film di paura che passi la censura genitoriale.
8) Corrompi tua madre per concederti il permesso di consumare i pop-corn sul divano in quanto appartenenti alla categoria del cibo spazzatura sdoganato per la serata.
9) appronta un numero sufficiente di giacigli di fortuna: i letti tradizionali non sono contemplati, sono banali. Il modello accampamento di zigani fa più atmosfera.
10) Cerca di dormire il meno possibile e di evitare incursioni di fratelli piccoli nel gineceo, che guastano l'atmosfera.

Bene, vi dico che si può sopravvivere.
A parte il fatto che alla 30esima volta che sentivo la parola "Raga" mi stava venendo l'orticaria, le ragazze sono state dentro i limiti predeterminati dall'autorità genitoriale.
Hanno anche ottenuto il permesso di utilizzare l'Iphone X del Gmarito (che consente di creare video con effetti prestigiosi che servono a giustificare il prezzo esorbitante dell'aggeggio) con la clausola che non condividessero nulla su alcun social.

Quando il Gmarito a fine pigiama party ha ripreso possesso del suo cellulare controllandone i contenuti creati dalle preadolescenti scatenate, ha osservato:
-se la polizia entra in possesso di questo telefono, mi arresta-
...poi la mattina dopo



12 ottobre 2018

a Bologna, altri inizi






Siamo stati da poco a Bologna, per intercettare lo zio D'America che temporaneamente transitava sul suolo italico.
Lo zio d'America, il cui nome è riduttivo, avendo vissuto anche in Vietnam e Africa, giunge qui- nella sua città natale- al termine di molte avventure e disavventure. Per riposare lo spirito e la mente e il cuore, laddove è possibile, in attesa di ripartire in Italia, nel mondo o dovunque lo porti il suo lavoro.
Non basteranno certo tortellini, polli arrosto, pasta con vongole, ragù, salsicce, tagliatelle, gelati, ciambelle al savaur, friggioni, arrosti, pecorini, lambrusco per rinfrancare del tutto gli spiriti.
Però aiutano. Soprattutto se ci si circonda di quei fratelli che sono gli stessi con cui ti picchiavi rotolandoti sul pavimento della stanza o litigavi per avere di nuovo perso a "non t'arrabbiare" (gioco sadico che mette alla prova i legami di sangue)
Lo zio d'America presto intraprenderà un altra avventura lavorativa, trasformandosi nel Signore delle Zanzare.
Nel suo lavoro ha la peculiarità di occuparsi sempre di insetti ripugnanti come vespe cinesi, larve aliene, ed altri simpatici  artropodi.
Ma a lui piace.
Ai Fantastici mostra curiosità esotiche che provengono dai suoi viaggi o da remoti cassetti della scrivania che non apre da quando andava al liceo
Ai loro occhi sono misteriosissimi e a volte terrificanti tesori: per esempio tutti i suoi "quadretti" con all'interno insettoni giganteschi e schifosi e irti di zampette stecchite da lui medesimo catturati e trafitti da spilli.
Oppure acchiappasogni fatti dagli indiani, penne di uccelli, insetti meccanici, attrezzature che servono per sopravvivere nelle foreste, coltellini, cannocchiali, bussole.

A Bologna ho ricevuto da mia cognata, la Zia Lavandina (la zia colta), una biografia di Sylvia Plath e un libro con le sue opere.
Il Gmarito teme che io mi deprima, a leggere compulsivamente la vita di una poetessa suicida con la testa nel forno che lascia come testamento dell'anima una poesia e due tazze di latte per i suoi bambini addormentati.
 Invece è catartico, inoltre io ho una ossessione morbosa per le biografie, è una sorta di necrofagia psicologica. Immaginarsi nelle vite altrui è come vivere in un universo parallelo in cui esploro l'esperienza di essere un'altra.

Così adesso anche io posso vantare di avere una provvisoria routine serale, che non è farsi la maschera al cetriolo ma:
1)lavare i piatti
2)leggere Pinocchio a SuperMario (il vero Pinocchio scritto da Collodi e illustrato dal grandissimo Mattotti, non adattamenti politicamente corretti e melensi)
3)dipingere tazze e teiere da vendere per beneficienza 
4)struccarmi e mettermi in pigiama
5)leggere della contorta, oscura, geniale e maestosamente terribile, anima della Plath, che si dipana davanti a lei stessa ed al lettore come i tentacoli di una piovra.
6)e poi cadere addormentata finchè la melodia del "volo del calabrone" di Korsakov proveniente dalla sveglia del cellulare non mi riporta traumaticamente alla realtà.

A Bologna ho avuto anche un'opportunità da illustratrice, ma per scaramanzia ancora non ne voglio parlare.

A Bologna mi sono accorta di una mia propensione all'abbraccio quasi indiscriminato a me prima totalmente estranea, che mi ha sorpreso.
Probabilmente sto per morire.

Sylvia Plath







9 ottobre 2018

Iniziare cose nuove

Ho già detto, citando liberamente una frase di Pavese che è anche l'unica che so perchè Pavese probabilmente lo lessi, ma non mi ricordo nulla (qui lo dichiaro per manifestare la mia onestà intellettuale): che 
" l'unica vera gioia è iniziare."

Quest'anno scolastico avevo tre miseri propositi, nell'ottica che riducendo la lista magari io sarei arrivata almeno al 50% dei propositi realizzati:
1 Investire sullo Spirito
2 Investire sull'attività fisica (minimo sindacale)
3 l'ultimo non me lo ricordo.
Sarà forse fare un corso di memorizzazione veloce.
Comunque devo averlo scritto da qualche parte.

Però quest'anno mi sono fatta furba, conoscendo la mia leggendaria carenza di: costanza, propensione alla routine e forza di volontà (esatto, sono una larva); so che se qualcuno non mi costringe facendo leva sul mio amor proprio o anche con minacce esplicite, io non quaglio.
Quindi, per quello che riguarda l'attività fisica ho reclutato un personal trainer.
Per quello che riguarda lo Spirito, sto cercando di contattare uno dei quattro Angeli dell'Apocalisse disponibile.

Il mio personal trainer è un'amica, e siamo riuscite ad incastrare i nostri rispettivi orari in modo da ritagliare 45' giusti giusti tra la fine del lavoro e l'uscita di scuola di SuperMario.

Lei ha già capito come deve essere con me. Esigente e incorruttibile.
Così due giorni a settimana, esco dal lavoro dopo essermi cambiata in una cabina telefonica come Superman, uscendone con leggins, scarpe da ginnastica e maglietta da fitness e mettendo assieme un'accozzaglia di colori fluorescenti che quando mi guardo allo specchio devo indossare gli occhiali da sole.
Perchè il fitness, ragazzi, è fluo.
E mi catapulto a casa.
La mia amica arriva pochi minuti dopo, portando con sè una fitball grande come Giove (rosa fluo), e  non faccio neanche in tempo ad imbarazzarmi per lo stato pietoso in cui versa la mia casa, lasciata esattamente così come siamo usciti di casa al mattino, che siamo già lì a fare addominali.

E poi anche squat.
Ah, finalmente anche io faccio parte della cerchia degli squat. Che non è fico quanto andare a correre, quello è un olimpo inaccessibile, ma ci si può accontentare.
Io, che faccio gli squat.
Per non parlare del plank.

E' bello avere qualcuno che ti costringe a fare qualcosa per il tuo bene.
Vorrei spiegarlo ai Fantastici, ma a quanto pare è una cosa che si capisce solo dopo i 40 anni quando il sedere comincia a scendere.