21 agosto 2014

il menù della madre (ovvero salvatemi dalla pasta al pesto)

Parliamo dei menù settimanali.

Cosa c'è di più critico, desolante, monotono, della cucina-di-tutti-i-giorni?
Quella che alla fine fai sempre le stesse cose, quelle che mettono d'accordo il rifornimento del frigo, i  gusti dei Fantastici onde evitare troppe guerre, la scarsità di tempo.

La mia amica omonima, anche lei Hysterik (ma bionda e 30 cm più alta di me) ha pubblicamente chiesto di salvarla dalla pasta al pesto, piatto che ammorba il suo menù dall'età dello svezzamento dei suoi due pargoli, che sono biondi, ma presto gli cresceranno i testa verdi ciuffi di basilico.

Anche da noi il pesto va di brutto, insieme agli hamburger, le uova sode, la cotoletta preimpanata (avete presente quel semilavorato probabilmente ricco di ormoni, pesticidi, e segatura, ma che risparmia tempo e chili di pangrattato per terra?) le polpette, la pasta al pomodoro, le coscette di  pollo in padella, la pastina in brodo (ma con mezzo chilo di parmigiano). Ah, dimenticavo la mitica pasta al burro.

Io un tempo amavo cucinare (lo so è quello che dicono tutte).
Anche ora mi piace, ma solo quando faccio un invito a cena con almeno due persone adulte che non mi chiedano il ketchup da mettere indiscriminatamente su carne-fagiolini-insalata.

Per risolvere il problema del noiosissimo menu settimanale, si potrebbero mettere in comune le ricette-base  (chiamiamole ricette)  di ogni famiglia, condividerle e scambiarsele, con l'unico vincolo che siano fattibili con al massimo 5 passaggi e gli ingredienti presenti in un frigo anche al venerdì sera (ovvero una carota secca, due uova e un barattolo con dentro sott'olio una sola oliva).

La pasta al pesto, Hysterik2, non vale!

Io comincio.

Pasta al Pesto (ALLA ROMANA, eh)
1) soffriggere aglio
2)aggiungere ricotta e basilico
3) aggiungere passato pomodoro
4) chili di pecorino grattuggiato. O parmigiano grattuggiato.
Far consumare. Non dimenticare sul fuoco.
Frullare tutto (eventualmente, se si vuole ricevere il bacio della buonanotte, togliere l'aglio prima)

Pasta al tonno un pò diversa.
La pasta al tonno è infida perchè potrebbe essere una schifezza, una sbrodaglia unta e scivolosa, ma con due accorgimenti potrebbe essere buona anche per un pubblico adulto
1) soffriggere aglio. O cipolla. Quello che avete.
2) aggiungere il tonno (non importa sgocciolarlo, suvvia, un pò d'olio in più non fa mica male. Così non spargerete unto nel lavello)
3) aggiungere capperi e/o olive (nere, verdi, sott'olio, sott'aceto...). Se avete la solita carota rinsecchita e solitaria da finire si potrebbe aggiungere anche quella tagliata in piccoli pezzi
4) aggiungere pomodoro e basilico (se c'è sennò fa niente)
Far consumare. Non dimenticare sul fuoco.
Frullare tutto.
A volte dopo avere frullato aggiungo anche i piselli, ma devono piacere.

Pasta alla parolaccia.
Questa è la pasta alla puttanesca, rivisitata per la Gfamily, e naturalmente censurata.
1) soffriggere cipolla o scalogno se siete raffinati
2) aggiungere i rimasugli di salumi che avete in casa (non la mortadella però vi prego) tagliati in piccoli pezzi (io li taglio con le forbici che faccio prima, ah,ah. Mica mi SOGNO di usare la mezzaluna che si fa notte)
3)aggiungere passata pomodoro (va alla grande il pomodoro da noi, olè!)
4) aggiungere chili di parmigiano o pecorino
Far consumare. Non dimenticare sul fuoco.
Frullareeeeee!

Ma soprattutto:

perchè frullare?

E' ovvio, per cancellare le tracce di quello che i vostri figli potrebbero identificare di estraneo. Perchè se l'oliva, la pancetta, la foglia di basilico, il cappero, li vedono, non li mangiano.
Ma se non li vedono, allora sentiranno solo il sapore.

Voi comunque negate sempre.

-Mamma, ma c'è per caso...dell'oliva nera in questo sugo?-
-Ma nooooo amore, DOVE la vedi l'oliva?-
-Non so, c'è una sfumatura più scura del solito-
-Oh, ma quello è perchè l'ho rosolato bene sto sugo, non senti che buono?-
-Si molto buono-

Missione compiuta.

Poi, la prossima volta vi scrivo del finto risotto.





Alieni (post serioso)

Ho scoperto una cosa sconvolgente.
E' una cosa che ho scoperto lentamente, giorno per giorno, nel tempo, piccoli segnali che mi hanno portato ad una grande rivelazione, una rivelazione che per me è stata un pò uno shock, ma anche una grande verità.

I figli, i tuoi bambini, quelli che sono stati nella pancia nove mesi, che hai partorito nel dolore, allattato nel dolore, cullato per intere notti, eccetera eccetera, risparmiamoci il repertorio materno, quelli lì, che pensavi di conoscere come te stessa, solo perchè hai dato loro la vita, ecco, in realtà, più crescono, più ti rendi conto che sono degli estranei.

All'inizio pensavo ci fosse qualcosa di sbagliato in me.
Perchè oltre una certa età, quel feeling animale che ti lega a tuo figlio e fa di te tutto il suo mondo, che ti dà l'illusione di prevenire se non suscitare qualsiasi desiderio o bisogno, quella illusione di controllo totale, quel rispecchiarsi nel volto e nella persona di tuo figlio, viene meno.

E cominci a non capire e non sapere più perchè è scontento, o sapere cosa gli piace fare, ti scontri con una volontà che non comprendi, che non puoi prevedere, che non puoi contrastare o pilotare.

E pensi-ovviamente-di essere una pessima madre.
Invece sei libera!
Perchè tuo figlio è un estraneo, ha una sua personalità, una sua volontà, che a te è più sconosciuta di quella di tuo marito (che presumibilmente ti sei scelta dopo un considerevole numero di anni, e un oculato bilancio del rapporto costo/beneficio).
Sei libera perchè non è scontato che tu debba capire al volo tuo figlio solo guardandolo negli occhi come quando ti guardava una tetta e tu sapevi esattamente cosa volesse.
Sei libera perchè puoi prenderti tutto il tempo-tutta la vita magari- per scoprire chi è tuo figlio, prendendo le distanze da lui, per osservarlo da lontano, per guidarlo senza avere la presunzione di comprenderlo a fondo, del tutto, come vorrebbe essere-pervasivamente-una madre.
Sei libera prenchè prendi atto del suo essere diverso (vivaddio) da te, tuo marito, suo fratello.

Questo ovviamente causa dei problemi.
Per esempio potresti non sapere cosa piace a tua figlia, regalargli una Barbie e scoprire che avrebbe voluto il meccano.
Oppure non essere in grado di entrare in sintonia, di non riuscire a farlo contento, sedare un capriccio, fargli superare la timidezza, fargli apprezzare altri colori che non siano il fucsia, farlo desistere dalla passione politicamente scorretta delle armi.
Insomma non riuscire a controllarlo.

(meno male!)

Ma non siamo noi che possiamo farlo/a contento/a, spesso non è giusto nè possibile  cancellare una frustrazione, pilotare un capriccio, impedirgli di essere arrabbiato, costringerlo ad avere buon gusto (il nostro), o condizionare i suoi interessi.

Tutto ciò a prescindere dall'educazione, perchè-in fondo-si può educare con successo anche se non conosciamo nostro figlio come vorremmo, semplicemente accettando il suo carattere bislacco, lunatico, emotivo o imbarazzante, ma guidandolo da lontano.

Lasciandolo libero.
Prendendo le distanze.
E demolendo almeno alcuni dei nostri perenni sensi di colpa materni.

FACILE, no?

;-)