28 marzo 2014

io e il blu

Io faccio dei sogni ricorrenti.
Uno di questi è tuffarmi da un alto trampolino.
Di questo sogno esistono due versioni, una brutta e una bella.
Nella versione bella, io ho un corpo fantastico, e sono sempre un pò più giovane, quanti anni non saprei, dato che un corpo fantastico credo di non averlo mai avuto neanche a 15 anni, ma si sa, è un sogno.
Indifferente alla gente che mi guarda, anzi con un pò di narcicistico autocopiacimento, mi tuffo di testa disegnando nell'aria  un arco perfetto e entrando nell'acqua come un delfino, senza fare un solo spruzzo.
Nell'altra versione del sogno-quella sfigata-io sono su un trampolino, e ho una fifa blu.
E la cellulite.
Le smagliature.
Ed altre medaglie al valore.
In alcuni casi mi manca pure un pezzo di costume.
Insomma la fiera dell'inadeguatezza freudiana.
Tutti mi guardano-o almeno mi sembra così- e io vorrei riscattarmi con sto tuffo, e invece cado in acqua come una melanzana, di pancia, sollevando un onda anomala che nemmeno quella di Hokusai.
E mi sento terribilmente infelice.

Io, tra una gravidanza e l'altra, ho smesso di nuotare, unico sport in cui riuscissi bene, vista l'assenza di palle, reti, competizioni e campi.
L'estate scorsa- molto felice di avere perso 3 kg grazie a un provvidenziale virus di cagarella combinato con una infezione alle gengive- mi sono presa un pomeriggio tutto per me e me ne son andata in piscina.
Là ho bulimicamente divorato un libro dall'inizio alla fine (questo)

sganasciandomi in solitaria sotto un pino marittimo e interrompendomi solo per spalmarmi di crema e ingurgitare liquerizie.
Poi ad un tratto ho pensato che ero in piscina, e  magari potevo anche nuotare un pò.
Poi ho visto quel trampolino (di quelli alti come un bidet a bordo vasca, eh. Cosa credevate.)
E ci sono salita.
E ho guardato l'acqua azzurra come solo quella delle piscine può essere.
Ero lì dentro al mio sogno e pensavo.
Cosa cippa ha da guardare quella bambina con la faccia da Pippi Calzelunghe? 
(no, ma a parte tutto quanto è brutta quella bambina del telefilm?)
E quel ciccione? 
Sì, ho la cellulite, e allora? 
E la bionda doveva scendere dalla scaletta proprio ora? 
Oddìo ce l'ho la cuffia? 
Mi sarò poi depilata abbastanza?
Chissà come devo essere guardata da lassotto. 
Obesa.
Adesso atterro di pancia.
No, adesso scendo.
No se scendo faccio una figura di merda sono qui da un quarto d'ora.
Vabbè, oh.

E mi sono tuffata. Ti testa, come quando avevo 20 anni e facevo 80 vasche senza fermarmi (giuro).
E non sono andata male, eh. Un tuffo pulito, dritto dritto e affusolato, azzurro, con la luce della sera d'estate.

Quel giorno ho capito cosa sono i blocchi mentali.
E cosa vuol dire buttarsi, nella vita.

Lo so che sembro pazza, ma quel giorno è cambiato qualcosa, in me.



21 marzo 2014

San Papà

Mi sono persa la festa del papà, che noi festeggiamo solo perchè il Castissimo sposo falegname ha lo stesso nome del Gmarito.
Il Gmarito era in trasferta per lavoro, io ho festeggiato andando al suo posto alla riunione condominiale, e così considero pure di avere ottemperato al regalo, quest'anno.
Che a dire il vero avrei preferito regalargli un posacenere, ma vabbè.

Ho pensato ai lavoretti che si facevano all'asilo.
Posacenere.
Portasigarette.
Pipe di cartapesta portapenne.
Cravatte portapenne.
O cravatte portasigarette.
Portachiavi a forma di cravatta, di sigaretta o di auto.
Erano proprio i primi anni ottanta.

Che facevano i padri?
Fumavano le sigarette.
Talvolta la pipa.
Lo facevano in casa, laddove trovava utile avere svariati posaceneri.
Lavoravano (o aspiravano a farlo) ad una scrivania, dove scrivevano con delle PENNE.
Portavano la cravatta.
Guidavano l'auto.

Ora cosa si ragala ai papà?
Portafoto con la foto dei figli.( Di pasta.Di bottoni. Di perline. di fondi di bicchieri di plastica)
Calendari con la foto dei figli.
Cucini con la foto dei figli.
Portachiavi con la foto dei figli.
Dischi orari. (con la foto dei figli)

Che fanno i padri oggigiorno?

Guardano i figli.
Sono innamorati dei figli. Sono un pò mammi.
Si dimenticano gli appuntamenti.( E i compleanni dei figli?)
Dormono.
Guidano ma prendono le multe.

;-)

Al Gmarito cosa si potrebbe regalare?
Un posacenere -che fuma, brutta persona-.
A forma di cravatta, che lui la porta spesso.
Un calendario con sopra scritti-magari sotto alle foto dei figli- i giorni della raccolta differenziata.
Un disco orario.

Il Gpadre fa delle cose che sono solo sue.
Fa i compiti coi Fantastici, sant'uomo.
Fa addormentare SuperMario con una tecnica di ipnosi a me sconosciuta.
A volte rompe le regole.
Fa la lotta sul lettone rischiando l'evirazione.
Quando sgrida è definitivamente efficacie.
Si fa ubbidire da SuperMario, persino riguardo a non pigiare i tasti del pc.
Riesce a insegnare le canzoncine di inglese a WonderWoman.
Guada i quaderni di scuola.
Accompagna i Fantastici tutte le mattine. E parla pure con le mamme (ma stai attento, eh?!)
Non sbaglia strada.

Il mio Castissimo GSposo, un padre Fantastico, è.








19 marzo 2014

sfatiamo un mito

Ok, a proposito di Carnevale, sfatiamo un mito:
non sono brava a cucire.
Mi arrabatto. Perchè sono imprecisa e sopratutto perchè non ho pazienza.
E voglio TUTTO. SUBITO.

Incomincio senza un progetto e poi vado avanti alla sperindio, usando lo stesso metodo del Disegno: comincio a disegnare un asparago e poi diventa una storia con un maiale amico di un bambino.

Dunque ecco come ho fatto i costumi.
Elsa di Frozen.
Il tubino di paillettes è un tubo con un elastico cucito in alto. Ho usato una sciarpa di paillettes coprata per 5 euro. Poi visto che era corto ho aggiunto un pezzo di fodera azzurra.
Niente orlo, che tanto nessuno se ne accorge. (Una frase cavallo di battaglia della Gfamily che non sono riuscita ad applicare ai pantaloni del Gmarito, mio malgrado!)
Per le maniche: calze collant bianche tagliate e infilate come lunghi guanti e fissate dietro alle scapole con una spilla da balia. No, non le ho fissate alla pelle viva, è sufficiente farlo tra i due lembi dei collant.
Poi ho preso due pezzi di tulle, che ha il pregevole vantaggio di non necessitare di alcun orlo, (amo gli orli, si nota?) e li ho cuciti con 2 punti (di numero) dietro al vestito altezza schiena.(una specie di mantello che ha Elsa).
Visto che tendeva a scivolare l'abito ("si vedono le tette!"-"Tu non hai le tette"- "si ma le avrò!"-) ho cucito pure due spalline piccole usando un avanzo di tulle.
Anche lì due punti.

Bona l'è.

Anna di Frozen.

Per la gonna ho semplicemente cucito un elastico su un pezzo di fodera azzurra. (col metodo della culisse che vedrete nella PROFESSIONALISSIMA illustrazione!)
Niente orlo, che tanto nessuno se ne accorge.



Corpino nero: un pezzo di jersei nero, che, come ho imparato da una amica che se ne intende, pare sia elastico. L'ho semplicemente annodato dietro facendo due giri. ( E ha un effetto contenitivo che dovrei prendere in considerazione...)
Un nastro intrecciato sul corpino.
Il mantello è un telo di fodera viola con attaccato (cucito) un pezzo dello stesso nastro..
Maniche azzurre sacrificando un altro paio di calze collant azzurre.
Olè.
Finito.

Cowboy.
Camicia rossa (mia)
Jeans
cintura con fodero pistola in cartone manufatto da MegaMind
cappello in cartone acquistato per 2 euri e ridipinto di bianco con un avanzo di pittura da muro (l'arrabattarsi è d'obbligo)
fazzoletto con tessuto di scarto

Mario aveva un vestito da rana, ma ha passato il pomeriggio del sabato grasso a dormire, e mi pare il bambino dormiente sia la maschera più meravigliosa che ci sia.


Carne Vale photos





17 marzo 2014

Carne Vale

Il Carnevale lo odio e lo amo Catullescamente parlando.
Potrei dire come mia nonna:- il carnevale è inutile, c'è già tutto l'anno. O tempora, O mores.-
Ma mia nonna, che Dio l'abbia in gloria, oggi avrebbe 108 anni.
Da piccola lo adoravo, sebbene non abbia mai visto una sfilata in vita mia, ed ascoltavo i miei compagni di banchi che favoleggiavano di questi carri fantasmagorici, che io immaginavo come delle cose trainate da buoi misteriosamente divertenti.
(I miei detestavano tutto ciò che comportasse folla, rumore, necessità di spostamento in auto-che non fosse almeno a 300 km- difficoltà di parcheggio).
Mi sono vestita da:
indianina (non pocahontas, che non esisteva)
ufficiale dei nordisti (sì, perchè? Ero bellissima, e avevo una splendida carabina)
pipistrello
diavolo
gatto nero (periodo un pò dark, sì)
primavera (periodo idillico-femminile)
notte
Poi c'è stato un lungo periodo in cui ovviamente ho ignorato l'evento.
Per inciso pure io sono un pò agorafobica, detesto la ressa, mi suscita istinti omicidi-di-massa.

Ho visto la prima sfilata di carri a 20 anni, da fidanzata del Gmarito, e per la precisione i carri erano organizzati dalla casa di riposo delala ridente cittadina in cui ho messo su famiglia, avevano come tema i pirati e consistevano in carri-vascelli seguiti da lentissime carrozzine con su svagati vecchietti imbottiti di tranquillanti e vestiti da pirati, loro malgrado.
Una roba che a pensarci mi viene da piangere ancora adesso.

Naturalmente da quando ho messo al mondo i Fantastici4, Carnevale ha ripreso il suo fascino, nella misura in cui i travestimenti sono pensati dai bimbi e realizzati (nottetempo) da me.
L'idea di comprare un costume di tessuto infiammabile made in china a 50 euro non mi sfiorerebbe mai.
Piuttosto li vesto tutti e 4 con dei sacchi della raccolta differenziata (carino, però, eco friendly, uno col sacco viola dell'indifferenziata, uno da bidoncino del vetro, uno col sacco giallo della plastica e il piccolo da sacco dell'umido. Vincerei il primo premio per il Politicamente Corretto. E i miei figli mi citerebbero per danni morali e sociali non appena raggiunta la maggiore età.)
Ma comunque.

Ho fatto vestiti da cowboy (almeno 6), ninja, cavaliere, jedy, ancora jedi, e poi ancora jedi in alcune varianti a me incomprensibili, e infine da Lucky Luke (sempre cowboy, è).
Poi ho fatto Sirenette, Rane, Trilly, PeterPan, Principesse e ballerine, Merida (Di Brave), Mamma di Merida, Le due sorelle di Frozen.

Per queste ultime due avevo trovato uno splendido tutorial che spiegava come fare i vestiti usando semplicemente teli di stoffa, striscie, e spille da balia.
Un ottimo escamotage per non passare le nottate a cucire.

Quando siamo usciti per strada il venerdì grasso per una prova generale, dopo i primo quarto d'ora ad una si vedevano le mutande e l'altra aveva il torso nudo.
Ho passato la notte a cucire.
L'alternativa e cucirglieli addosso per l'eternità.

Il sabato grasso però, pigiati nella folla come rifiuti in un compattatore, avevo una Elsa e una Anna felici, e debitamente non ignude, ed un cowboy abbastanza soddisfatto.

(Le foto, poi.)




3 marzo 2014

lezione di sci

cosa ho imparato sullo sci
e sulla vita

che quando sei sulla pista puoi solo scendere
che per stare in equilibrio devi mettere tutto il tuo peso proprio là dove ti fa più paura
cioè a valle
che tutta la tua paura della velocità
è solo illusione di controllo
e paura di cadere.

E che l'unico modo per farti passare la paura
è proprio cadere.

E cadere.

E cadere.

Ho imparato che quando il mio baricentro basso non basta
e cado rovinosamente
con gli sci talmente incastrati
che non distinguo la mia gamba destra dalla sinistra
proprio mentre mi dico che scenderò a vale sul mio sedere
-di certo più sicuro e senza rischi-
uno che passa di lì
che non conosco
mi aiuta a rialzarmi
anche se il mio orgoglio dal basso baricentro si rifiutava di chiedere aiuto.

Tutto ciò senza che io diventi mai
nè una velocista
nè una campionessa di sci.
O di vita.