18 febbraio 2021

amor vacui e portagioielli fai da te

 Avere ampliato l'appartamento e l'aver buttato via camionate di roba ha liberato spazi che prima avevano la densità di buchi neri supermassicci: luoghi nascosti in cui stipare oggetti altrimenti senza un destino certo, ma che dovevano sparire alla vista.

Per esempio sotto il nostro letto, al di sopra degli armadi, dietro alle porte. Luoghi in cui regnava il caos e l'oblio.

Ora ogni tanto mi ritrovo a fissare con aria contemplativa un'anta dell'armadio addirittura vuota.

In questo ambiente più rarefatto e luminoso creare è più facile.

Così ho iniziato (e finito -questa la vera notizia-) alcune cose che avevo in testa.

Porta gioielli di legno scampato al marciume

Occorrente:

Un legno raccolto dalla spiaggia

Un posticino in cui nasconderlo per sottrarlo alla vista del marito durante il viaggio di ritorno

Un post-it in cui scrivere il luogo in cui esso verrà nascosto una volta tornati a casa

Pittura acrilica opaca (io ho comprato la Fusion perchè sono pigra, asciuga in pochi minuti e non ha bisogno di primer)

Ganci a vite 

pennelli

una parete libera (non è scontato, infatti io l'ho dovuto mettere obliquo perchè mi mancavano cm)

chiodi e fil di ferro per fissarlo al muro in maniera assolutamente empirica)


Inutile dire che su Piterest se ne trovano decine di migliaia e anche molto più belli, ma mi voglio vantare.

Fotoracconto:

 ne ho dipinto solo un pezzo perchè l'effetto quasi marcio è molto fico

ganci dipinti per evitare l'effetto ferramenta avanzata

non chiedetemi come l'ho appeso, ma dietro al legno è un groviglio di fil di ferro e chiodi

comunque di tutto ciò il senso è evitare che le collane si aggroviglino

attenzione che la fusion crea dipendenza...

dipingerete tutto quello che avete a tiro, avvertite il marito disordinato


16 febbraio 2021

stanze e stanze

 A volte mi chiedo cosa sia questo blog.

Un pò crafty, un pò contenitore spirituale, un pò poesia, un pò illustrazioni, un pò giornale di vita (sempre meno),un pò caro-diario, un pò life style dei poveri, un pò ricettario.

E' una casa, con tante stanze.

Ora, ci sono stanze in cui preferisco di più stare.

Per esempio, le stanze dei figli adolescenti, no. Non ci sto volentieri.

Il figlio adolescente sedicenne è più imprevedibile perfino di me. 

Megamind si irrita se ti interessi a lui.

Se gli chiedi come è andata.

-Com'è andata?-

sbuffa.

La Madre non resiste. Non dirlo!

Ma lo dice.

-Tutto a posto? ti vedo un pò così.-

L'adolescente maschio si scrolla di dosso le parole lamentandosi e  chiude la porta in faccia alLa Madre.

La figlia femmina grande, alias Wonder Woman, manco si accorge che la madre è tornata dal lavoro. Quando se ne accorge si ricorda di dirle che ha bisogno di mutande, magliette con le maniche lunghe, e i vocabolari di latino e greco che non le sono ancora stati comprati.

-E come è andata?- chiede la madre. ma vorrebbe chiederle di lavarsi le ascelle.

-Bene ma ora devo studiare, sono in ritardo coi miei programmi di 5 minuti, quindi ciao.-

E attacca la chat fiume con la sua amica Giulia.

La figlia femmina piccola è nascosta nella stanza-della-madre in quanto unica stanza dotata di divano.

Cerca di mimetizzarsi con esso coprendosi con una coperta gialla, ma il filo fucsia del cellulare la tradisce.

-Ah, ciao mamma, non mi chiedi com'è andata? ti ricordi che avevo la verifica?.-

-....com'è andata?-

La figlia femmina piccola, alias Catwoman, prende fiato come quando ci si deve tuffare, e inizia un racconto recriminatorio su tutta la giornata a partire da quando è uscita di casa e non aveva l'ombrello.

 Perchè la giusta misura decantata dalla cultura classica non è connotazione adolescenziale. La figlia femmina piccola segue la Madre per tutta casa raccontando nei minimi dettagli la sua mattinata, finchè ella sfinita non le dice che ha bisogno un attimo di stendersi prima di uscire a prendere super Mario. 

Il quale le racconterà di come si immagina i robot del futuro e del gioco che hanno inventato lui e il suo migliore amico.

Ma la verità è che io frequenterei solo la mia stanza-tutta-per-me e la camera da letto in cui raggiungere l'oblio.



10 febbraio 2021

una stanza tutta per sè-non solo crafty room

 Mi sono assentata dal blog, forse perchè ora ho meno bisogno di una stanza virtuale, ora che ho la mia stanza reale.

Dall'annessione dei territori confinanti è saltata fuori una stanza per gli ospiti.

Che si è trasformata nel mio studio, stireria, craftyroom, nascondiglio.

In questa stanza sono finiti tutti i mobili scartati: una libreria Billy, una pseudo kallax appartenuta alle ragazze, l'ex scrivania di Megamind, le valigie vintage che uso per immagazzinare i ricordi, un armadio a ponte avanzato, una vecchia tenda dei miei genitori, il divano letto (non dimentichiamoci che sarebbe la stanza degli ospiti...), un vecchio filo led in disuso.

Come le stoffe e i pizzi delle sorellastre che finiscono raccolti dai topolini per Cenerentola, ho arredato la mia stanza-tutta-per-me a mia immagine e somiglianza.

Ora è l'espansione fisica di me stessa, e ora mi corrisponde uno spazio mentale anche nella testa, un luogo e un tempo che ora finalmente possono esistere.

Mettere insieme tutti questi oggetti ha avuto davvero una funzione terapeutica, consolante, come se mi fossi riappropriata di una parte di me.

Ora non resta che cacciare gli intrusi, e disegnare, contemplare, dormire, pensare, stirare, nascondermi.

La prima cosa che ho fatto è stato costruire una lampada che illuminasse il tavolo.

Costruire è presuntuoso...Avevo già un filo con portalampada e interruttore (le mie conoscenze di fisica non mi permettono di assemblare componentistica elettrotecnica senza rischiare un blackout del quartiere). Ho ricoperto il filo con della lana (seguendo un tutorial online in inglese da cui si desume la facilità della realizzazione), ho creato un piccolo paralume con carta plissettata, fissandolo alla mensola con dei morsetti da falegname, che ho poi decorato con del washi tape.





Alla scrivania ho appeso una bacheca.



Ho creato una bacheca magnetica con una vecchia scatola di caran d'ache, una delle mie creazioni più brillanti devo dire.

Ho usato vasi trasparenti della marmellata per mettere matite e pennelli in modo che fossero a portata di mano. Con un vecchio pezzo di legno ho costruito un pannello inclinato su cui disegno per non diventare completamente gobba.



Ho riutilizzato una scatola di vino di legno e il suo coperchio come contenitori e vassoi.







Ho creato dei piccoli giardini in barattolo, con muschio raccolto per strada dai marciapiedi e muretti, mentre i passanti mi guardavano come una squilibrata. Dentro ai giardinetti ho messi piccole figure create da me in cernit, una casetta, un fungo.


Ho appeso quadri che amo.

Ho messo alcuni libri su dei reggilibri e ogni tanto li cambio a seconda dell'ispirazione.







Le valigie sono diventate un comodino eventualmente contenitore per gli ospiti.






Questo spazio è stato un grande dono, mi ha tenuta occupata la mente, le mani e il cuore.