31 maggio 2016


Comunque.

Sta arrivando l’estate e io ho l’ autonomia di mia nonna a ottant’anni.

C’è stato un momento della mia vita non molto felice, in cui desideravo avere già ottant’anni. Arresa alla vita. Dopo avere già vissuto. E passare ore seduta alla finestra della cucina davanti alla pianta di geraneo sul balcone, cucinare cose ipercaloriche per i nipoti, vivere di ricordi, di crema nivea, di piccoli piaceri strappati alla vecchiaia.

Si, molto triste. Ma non del tutto, in fondo in fondo.

Beh, comunque ora posso dire che mi sia stato concesso un assaggio di vecchiaia.

(A parte i cibi ipercalorici, ma potrei sempre essere condannata a diventare una vecchia obesa perennemente a dieta)

Intanto, per cominciare, sento il tempo con due giorni di anticipo.

Ci metto ore ad attraversare sulle strisce. Faccio segno con la mano alle macchine. Tipo: porta pazienza che sono vecchia.

Ho bisogno del corrimano per salire e scendere le scale.

Faccio un sacco di cose da seduta che prima facevo in piedi.

Guardo le riviste degli ausilii da vecchi. (presente quei cataloghi di oggetti improbabili over 70 , tipo calze per alluci valghi, bastoni prensili, scarpe riposanti, copridivani con rose inglesi stampate, reggipetti rinforzati termici in lanamerinos?)

Indosso solo scarpe larghe.

Ho una caviglia che sembra una mortadella.

Ho messo una calza contenitiva di quelle bianche, 1570 denari. (una sola, ma molto sexy, è autoreggente. Nonostante la mia gamba sembri un insaccato)

Camminando lentamente, noto un sacco di cose. Persone, dettagli.

La gente mi apre le porte.

No, non mi fermo a guardare i cantieri perché quello lo fanno solo i vecchietti maschi.

Dormo con una gamba su un cuscino rialzato

Quando comprerò un carrellino per la spesa, mi prendo una torta e spengo 75 candeline. Così, per provare che effetto fa.
 

30 maggio 2016

sorprese nella sabbia e nella vita


Vorrei condividere con voi una scena di un film. Ognuno tragga le conclusioni che vuole.

C’è questo ragazzo –chiamiamolo ragazzo A- che entra in un parco giochi dove ci sono un mucchio di bambini su scivoli altalene e co.

E’ sconvolto. Ha appena scoperto (visto che lei gli ha vomitato in faccia durante un amplesso) che la donna di cui è innamorato e che frequenta da circa 8 giorni (non si deve perdere tempo nei filmsss) è incinta.

Non di un ex. Ma di un donatore, ovvero ha fatto l’inseminazione artificiale.

Appena ripreso dallo shock lei gli dice che sono due gemelli.

Lui protesta: -Ancora non mi sono abituato alla coppia, ma questa è una folla!-

Poi vaga spaesato ed entra appunto in questo parco giochi.

Lì c’è un padre –lo chiameremo ragazzo padre-che prima lo scambia per un maniaco pedofilo per via di come fissa attonito tutto quel fottìo di bambini, poi quando scopre che è perché sta per diventare padre di due gemelli, prima lo deride un po', poi ci fa due chiacchere.

Il ragazzo A gli chiede: -Chi è tuo figlio tra quelli?-

Ragazzo padre: - Quello, quello, e quella, e infine vedi quello nella buca della sabbia?

Ragazzo A: -Quello che sta mangiando la sabbia?-

Ragazzo padre:-Si, proprio lui.-

Ragazzo A:- Ma sta mangiando la sabbia!-

Ragazzo padre: -Ah, sì, beh, sai col quarto non badi più alla sabbia-

Ragazzo A: -Beh, senti, dimmi, com’è avere dei figli? -

Il ragazzo padre fissa il vuoto e dice (più o meno):- Sai, quando ti nasce un figlio pensi che sarà bellissimo.
Poi ti accorgi che: basta cene, basta sesso con tua mogie, basta amici, basta girare per casa nudi, basta tempo libero, basta sonno. Insomma ti guardi attorno, più passa il tempo e più la tua vita è schifosa. Schifosa, schifosa, schifosa, e ancora schifosa.

Poi arriva un attimo, un solo attimo, bellissimo. Meraviglioso, che ti illumina tutta la vita e pensi, ecco è per questo che avere dei figli è stupendo.

Poi l’attimo passa. Ed è di nuovo tutto schifoso, e schifoso. E schifoso, e poi ancora schifoso. Poi, ecco un altro attimo.

E poi di nuovo schifoso, schifoso, schifoso, schifoso, schifoso, schifoso, schifoso. E schifoso.-

Arriva il figlio mangiatore di sabbia dal ragazzo padre:- Guarda papà cosa ho trovato nella sabbia! Una cosa meravigliosa!-

Apre la mano ed è una cacca.
(Ripeto) Ognuno tragga le conclusioni che vuole.
 

27 maggio 2016

genoma G


Megamind è come me e suo padre messi insieme

Cioè messi insieme i difetti

I pregi invece sono inediti e sono tutti suoi (non è la versione del gmarito, ma che apra un blog pure lui, la G-version, se vuole dire la sua)

Insomma Megamind è smemorato, con poco senso dell’orientamento, misantropo. Come me. Sulle nuvole, pieno di rovelli, introverso e (sempre) smemorato (come suo padre).

Ieri ha dimenticato le chiavi di casa.(A casa) Chiavi con cui doveva entrare in casa una volta uscito da scuola, uscendo io dal lavoro dopo di lui.

Ieri l’altro ha dimenticato il cellulare. (a scuola)

Ergo, era senza chiavi e senza telefono.

Allora ho chiamato la scuola e gli ho detto di venire qui al lavoro da me che saremmo andati a casa assieme.

E di recuperare il cellulare.

E gli ho ricordato la strada che per inciso sarà un minuto e mezzo di strada a piedi. (6 minuti con la gamba di legno).

Stimavo arrivasse qui al più tardi alle 13.40.

Alle 14 non era giunto.

Il cellulare era spento. (ah, ecco l’altra caratteristica paterna, che o non risponde perché il telefono è spento, o non risponde perché è silenzioso).

Me ne sono rimasta -stranamente(per la mia indole)-tranquilla. Già sapevo cosa era successo:

1)      Si era completamente dimenticato di non avere le chiavi

2)      Si era dimenticato che doveva venire qui

3)      Si era dimenticato di accendere il cellulare e/o forse l’aveva dimenticato di nuovo a scuola

Il mio collega vigile alla centrale radio è entrato nel panico, che voleva mandare una pattuglia a cercarlo.

Ma io, conoscendo il mix genetico, ho atteso. Stranamente,ripeto ,(per la mia indole) ero tranquilla.

Alle 14.05 è suonato il cellulare.

-Mamma sono io-

-Eh.-

-Mi sono dimenticato di non avere le chiavi. E poi, mi sono dimenticato di venire lì…-

- E perché non riuscivo a chiamarti sul cellulare?-

-…mi sono dimenticato di accendere il cellulare-

-ok torna verso qui che ci incontriamo a metà strada-

Ho tranquillizzato il collega e gli ho portato un bicchier d’acqua, mentre soffiava in un sacchetto di carta.

Con la mia gamba di legno, non eravamo proprio a metà strada.

E l’ho visto là.

Col maglione di lana e 26 gradi all’ombra. Troppo pigro per toglierlo. Tutto sua madre.

E con una cartella di 54 kg (il mio peso forma) perché per non dimenticare nulla, meglio portarsi dietro l’universo mondo. Tutto suo padre (e il suo zaino da 120 libbre).

26 maggio 2016

cose che accadono in cucina


Nella nostra cucina, si fa tutto.

Io cucino. E a volte nel frattempo guardo qualche puntata di qualche serie piratata sull’ipad.  

WonderWoman sta in cucina a fare i compiti, perché la scrivania che abbiamo messo in cameretta non serve per fare i compiti, ma per giocare alla scuola finta.

(la scuola finta occupa due scaffali della libreria: -Mamma non trovo il quaderno giallo dei testi- -Ma se qui ce ne sono tre!- -Ma no, quelli sono il quaderno dei testi della scuola finta!- Credo che persino il Cappellaio matto andrebbe in crisi.)

CatWoman sta in cucina per fare i compiti. Per giocare col pongo. Per cucinare ( Masterchef Junior, possa tu essere dannato per l’eternità)

SuperMario sta in cucina per disegnare. Per giocare col pongo. Per combattere coi mostri. Per fare il BimboBacinella (un bimbo a cui è cresciuta una bacinella al posto della testa). Per tendere agguati alle gatte che transitano guardinghe per abbeverarsi e cibarsi.

MegaMind non vive in cucina, lui è come il Paguro, e la camera è il suo guscio.

A meno che non debba fare i lavori di Arte, allora viene in cucina. E comincia a fare un elenco di cose che gli servono per OGGI da consegnare per DOMANI.

Cose di facile reperibilità come lastre di metallo, cartoncini color blu di prussia e terra bruciata, cemento a presa rapida, rami di alberi, fotocopie a colori di edifici.

E’ in cucina che- quando non sono al telefono con la mia lesboamica- si parla di tutto. E si fanno varie domande. O si mette alla prova la sottoscritta con vari trabocchetti mirati a minare la mia autostima di madre, donna, diplomata al liceo classico (e non alla scuola finta).

CatWoman:- Mamma, secondo te. Quali di queste forme sono poligoni?-

Io:-Mah, questa, questa, questa e questa.-

CatWoman:-Ma no! Questa e questa NON sono poligoni!-

Io guardo meglio:- Ah, già perché hanno un lato un po’ tondo.-

CatWoman mi guarda con la faccia esasperata:- Tondo? Tondo? CUR-VI-LI-NE-O. E poi non sono poligoni perché sono MISTILINEI-

Ah, vabbè, oh. Io durante l’ora di trigonometria ho scritto le mie poesie più belle.

-Ok. Brava. Bravissima- Mantengo un contegno-Si vede che geometria ti piace-

Intanto SuperMario disegna. E’ nella fase disegno, e io sono nella fase in cui ogni riga sul foglio, mio figlio è Picasso.

-Braaaaavo Mario! E’ bellissimo questo! Sembra proprio uno scarafaggio!-

CatWoman alza la testa come E.T. e sbircia il foglio.- Uh. Sì. Sembra proprio uno scarafaggio. O piuttosto. Un Trilobita.-

SuperMario protesta perché non è né uno scarafaggio né un trilobita ma una prigione rotonda dove un bambino che si chiamava Mario è stato  imprigionato da una strega che prima era una statua e poi è diventata viva.

Guardando meglio, ha ragione lui.

24 maggio 2016

ragionamenti

I micro ragionamenti di SuperMario
-Mamma. Ma se le femmine avessero il pisellino…(notare il congiuntivo)…sarebbero maschi.
(gender free)
-Mamma, quando sarò grande diventerò…. (mette il petto in fuori e si accarezza i pettorali, come dice lui) tutto peloso!-
- Mamma, sono grande, non sono piccolo.-
Io:-Allora non posso più prenderti in braccio e farti le coccole e il solletico.-
-Non ho detto GRANDISSIMO!-
I ragionamenti di Catwoman che taglia le zucchine a rondelle e ogni rondella in quattro:
- Quindi ogni pezzetto è un quarto. Se una fettina è un intero. Invece se l’intero è la zucchina e faccio 20 rondelle per ogni zucchina, e ogni rondella la taglio in quattro, ogni pezzettino, vediamo, che frazione è?-
Io:-Ahem si? Scusa, che mi si brucia la frittata.-
-Mamma ma tra un pianeta e l’altro cosa c’è-
Io-C’è tipo, del gas. (?) No del pulviscolo. Mmmm forse degli atomi sparsi. Con un po’ di spazio intorno-
-Si, lo spazio, appunto, di cosa è fatto?.-
Io-Aheeemmm….-
- E il mondo quantico?-
(Sai ho un’amica si chiama La-creativa-E-la-Scienziata. Potresti chiedere se ti adotta. Ma forse preferirebbe un maschio)
I ragionamenti di WonderWoman.
-Mamma ma devo chiederti una cosa. Ma se una tua amica ti dice un segreto. Cioè non proprio la migliore amica. Cioè la Sara mi ha detto un segreto. Allora, fai finta che uno ti dice un segreto. E’ una tua amica…Per esempio la Kate. O la Ketty. O anche un tuo collega. Ma tu hai colleghe femmine o solo maschi, perché io ho visto solo colleghi maschi. Vabè. –
-Vieni al punto-
- Allora oggi a scuola mi si era avvicinata Sara a mensa e voleva dirmi una cosa (cioè il segreto-presente?), cioè perché la settimana scorsa avevano un po’ litigato, ma non prorprio litigato, perché lei mi ha chiesto il bianchetto…hai presente quel bianchetto che mia sorella voleva ma che tu non gli avevi comprato perché lei non usa ancora il bianchetto?-
Gli aneddoti di WonderWoman si ampliano nello spaziotempo fino a raggiungere la notte dei tempi. Se la lascio proseguire a ruota libera arriviamo alla prima elementare.
I ragionamenti di Megamind
Io:- Ciao, come è andata a scuola?-
-Ooook.-
Io-Ma tutto bene. Quindi.-
-si.-
Io-Sicuro?-
-Ok, deve esserci qualcosa che non va?-


21 maggio 2016

sacramenti (non intesi come parolacce)

Nel periodo di azzoppamento sono accadute tante cose.
Drammi e spaventi, preoccupazioni e consolazioni.
Delusioni e fatiche.

Dove scopri che:" la famiglia  è la famiglia " è una bugia.
La famiglia può essere l'inferno.
E' l'amore che crea i legami. Amore e volontà. Non il sangue, nè la convivenza. Nè le prassi sociali.

Tra le cose belle e brutte che capitano in tutte le vite, la Gfamily ha ricevuto  due sacramenti, la comunione di WonderWoman e la Cresima di MegaMind. 
A distanza di una settimana.

E' così che, nello stress, si è costretti a riscoprire perchè l'Eucarestia. 
Se un simbolo dal bel significato o qualcos'altro.
Ovvero la differenza che c'è tra fare gli auguri ad un amico su Facebook, e presentarti a casa sua a cena con un regalo e mangiare la torta di compleanno con lui.
E si è costretti a riscoprire cos'è 'sto Spirito Santo, se anche lui un simbolo sentimentale, o qualcosa di molto pratico.
Ovvero la differenza che c'è fra combattere contro Jocker con una pistola ad acqua, e chiamare Batman.

Se dovessi descrivere la vita della gfamily ora, la descriverei come fare una torta.
Sei tu che decidi gli ingredienti.
Se ci metti dentro solo quello che hai in casa il venerdì, ovvero a frigo semideserto, verrà fuori qualcosa di insapore e tristissimo. Nel nostro caso, probabilmente senza zucchero.
Bisogna uscire di casa, andare alla ricerca di altri ingredienti, farsi aiutare da una buona ricetta.
Sei tu che decidi cosa metterci dentro.

Stiamo guardando Masterchef junior fino alla nausea, si vede?






La Piccola cuginetta bianchissima imbocca SuperMario





Bomboniere HandMade Origami







20 maggio 2016

perchè il bombardino c'entra con la piscina

Bombardino + caduta + fracassamento di tibia e perone = nuoto

Quello che non sono riuscita a fare in 12 anni, ovvero tornare a nuotare, lo ha fatto accadere un bombardino.
Ora mi sono dovuta iscrivere in piscina. Nuoto libero. Non versione strafiga che va a nuotare in pausa pranzo per tenere su il suo sedere di marmo, ma versione vecchietta ostoporotica
che nuota con la tavoletta.
(per inciso, il sedere di marmo non l'ho avuto neanche a 11 anni)

Adoro la piscina.
Quell'odore di cloro che rimane sulla pelle. 
L'acqua che ti isola dal mondo esterno.
E che appaga la mia sostanziale misantropia.

Ovviamente il nuoto libero è bello quando hai la corsia tutta per te.
Come entri in piscina, guardi se c'è una corsia libera.
Come ti accorgi che devi condividere una corsia con qualcuno, tu e l'altro, ci si guarda come quei gatti selvatici su marciapiedi opposti con gli occhi gialli che risplendono d'odio nella semioscurità.
Se nessuno dei due cede, occorre condividere la corsia.

Io mi ritrovo nella categoria che vent'anni fa deterstavo.
La vecchia lenta con la tavoletta.

Il galateo della piscina prevede che si tenga la destra, il che significa che il più veloce, che nel mio caso ha tendenzialmente una sessantina d'anni
(-umiliazione-), debba aspettare il più lento.(Io!)
A questa regola fondamentale si può derogare raggiungendo un accordo: si divide la corsia a metà, ognuno quindi è indipendente.
Il problema si pone quando ci si incrocia, in particolare modo quando uno nuota a rana e l'altro a stile, e quello che nuota a stile si prende delle pedate dalle gambe di rana, mentre quello che nuota a rana quando alza la testa per respirare si beve mezzo litro d'acqua clorata delle bracciate di quello che nuota a stile.
Per non parlare del rischio frontale quando entrambe si nuota a dorso.
Come ci si ferma, uno da un lato, l'altro dalla parte opposta della piscina, e ci si guarda con odio.

E' una cosa molto stressante.

Nel mio mondo ideale sociopatico di finta socievole, io nuoto da sola in una piscina olimpionica.

Ma dovendo fare a patti con la realtà, sto testando vari orari e affluenza.
Ai vecchi stakanovisti del nuoto piace andare al mattino.

Nella palestra con piscina in cui mi sono iscritta, dalle 21 ci sono i maniaci della sala attrezzi e i pigroni dell'idromassaggio, e la piscina è tutta per me.

Va a fagiuolo, perchè da oggi ho iniziato di nuovo a lavorare, nonostante sia ancora con la gamba di legno e due stampelle, e quindi non mi resta che la sera per coltivare la mia misantropia e l'accrescimento del muscolo della gamba destra, flaccida come un Shar Pei.(espressione presa in prestito dalla mia omonima amica)

Mi immergo e finalmente penso.
O anzi non penso.
Insomma mi estraneo.

Grazie ad un bombardino.
(nella logica di Pollyanna per cui cerchiamo di trovare un lato positivo in ogni cosa)



Immagini tratte da "Film Blu". Io non ho tutta sta gnocchitudine, e, seppur sola, non ho il coraggio di fare delle moine da sirenetta.
Fico, però.