1 febbraio 2012

la madeleine

Oggi, mentre andavo al lavoro (nonostante, per la cronaca, io abbia ancora la febbre), ho visto una vecchia polo nera coperta di neve. E quando dico vecchia, intendo di una ventina d'anni fa. Quel modello spigoloso che assomiglia ad una piccola station wagon pur restando utilitaria.
La polo è stata la mia prima macchina. A dire il vero è stata la macchina di mio fratello maggiore, e in quanto io femmina secondogenita, l'ho avuta di seconda mano. Comunque in ogni caso è la macchina su cui ho imparato a guidare (punto su cui il G marito non è tutt'ora d'accordo) dopo avere superato al terzo tentativo la prova pratica. E' stata la macchina della nostra G famiglia fino alla nascita della porcellina nr 2. L'abbiamo rappezzata e riportata in vita così tante volte da fare un baffo a Frankeinstein. Alla fine perdeva così tanto olio mentre camminava, che ogni 5 kilometri dovevi fare un rabbocco, e quando curvavi a sinistra si accendevano tutte le spie contemporaneamente, come un albero di natale. Quando alla fine l'abbiamo rottamata ho un pò pianto. Ho tenuto il frontalino dell'autoradio che cuoceva le cassette, ma che come radio andava ancora alla grande.
Così, rivedere quella sagoma è stato come mangiare la famosa madeleine di Proust, mi ha riportato alla memoria tutte le avventure passate sulla mia polo come se viaggiassi nel tempo.
Una volta durante un viaggio in tenda con degli amici in Toscana, abbiamo guadato un fiume. Fiume, vabbè, un torrentello. Ora non ricordo poi perchè ci fossimo finiti dentro, però è stato mitico.
Ricordo quando prendevo lezioni di guida da mio fratello G., che siamo stati fermi ad uno stop di una stradina in montagna deserta (con una pendenza forse dell'1%) per circa tre quarti d'ora perchè non avevo il coraggio di lasciare il freno a mano. Finchè poi non è arrivato un contadino col cappello in testa, su un trattore, che ha cominciato a bestemmiare e allora sono ripartita dopo avere brasato la frizione.
Mi ricordo di quell'estate, l'anno prima di sposarmi, quando siamo tornati in 5 da Bevagna a Bologna, con 35 gradi (in una macchina nera, e senza aria condizionata, chè le polo erano spartane, una volta), e tenendo sulle ginocchia un grande quadro raffigurante la Madonna di Re, regalo di mio futuro suocero. Ora come ora non ricordo proprio perchè diavolo lo avessimo in macchina, però ricordo benissimo com'è stato viaggiare una una tavola ricoperta di cellofan su metà corpo, devo aver perso molti liquidi.
E comunque considerate le condizioni del viaggio la Madonna deve averci protetto, visto che ci abbiamo messo quelle 6  ore.
Mi ricordo quando a Milano ha nevicato così tanto che ho dovuto pulire una decina di auto in sosta per capire quale fosse la mia, e poi dopo l'ho dovuta lasciar lì perchè era circondata da un muraglione di neve alto un metro.
Mi ricodo anche che una volta,  a Milano ho trovato un parcheggio dopo ore di tentativi, e in più era pure un parcheggio a sinistra, e per infilarci la polo ho fatto una ventina di manovre, e alla fine, quando finalmente ce l'ho piazzata, un vecchietto affacciato a una finestra del condominio vicino mi ha fatto un applauso.
La polo sembrava piccola da fuori, ma dentro riservava dell sorprese. Il bagagliaio era un pò come la borsa di mary poppins, bastava lasciare un piccolo corridoio di visibilità , e potevi riempirlo fino all'orlo;
oppure potevi abbassare uno dei sedili e ci potevi mettere tranquillamente due valigie da aereo.
Ci siamo andati in vacanza con porcellino nr 1 appena nato, un torrido agosto, con pure la gabbietta del gatto, quando ancora non ci eravamo imborghesiti con la Passat SW.
Per qualche anno ha fatto il suo servizio come seconda macchina, finchè poi la sua inarrestabile incontinenza di olio ci ha costretti a rottamarla. Ma non le ho mai dato un addio come si deve.
Grazie, vecchia polo.
Ci hai insegnato a sopportare la vita senza aria condizionata, accontantandoci dei finestrini aperti coi quali poi la musica non si sente un accidente. A esercitare gli addominali per uscire dalla porta anteriore.
 A portarci dietro solo l'essenziale. A usare i cavi della batteria. A rabboccare l'olio e anche (pure) l'acqua. (E voglio sapere quante donne sono capaci di farlo, tiè).

2 commenti:

  1. Quante donne ne sono capaci?
    Citroen AX bianca del '95, anche lei ereditata dal fratello maggiore (anche io secondogenita) ed anche lei ci ha accompagnati in giro per l'Italia fino a dopo la nascita del nostro primo figlio (anche noi ne abbiamo 3) ed anche lei incontinente fino alla fusione della testata del motore che ne ha segnato la fine (R.I.P.).
    Infine, per rifarmi ad un altro tuo post, anche mio marito avrebbe dato la medesima risposta del tuo se gli avessi comunicato una quarta gravidanza...con tutte queste coincidenze magari compro un test!

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  2. ...siamo gemelle separate alla nascita! E anche le nostre auto!!!!di che segno sei?

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