8 febbraio 2016

Una botola, una bolla, un'uscita di sicurezza

desiderio
di fuga 
ad ogni angolo
della giornata

Come mi giro, voglio fuggire.
Apro l'armadio, dove sono ancora mischiati vestiti invernali, estivi, stretti, nuovi mai messi o di quando avevo 18 anni, lo apro, e vorrei che fosse com l'armadio delle cronache di Narnia.
Entrare, e andarmene.
Dall'80% delle finestre di casa nostra si vedono treni che partono.
Ecco, se la paura di perdermi, di prendere l'autostrada, di guidare col buio, di non arrivare al pulsante del casello, mi fermassero, basterebbe che scendessi e salissi su un treno.
Se ci fosse uno sgabuzzino buio in cui rinchiudermi, tipo un sottoscala, lo farei.
Un botola, magari. Di quelle che portano nel Giardino Segreto.
Forse è la primavera che tarda ad arrivare. O la neve, che non è scesa.
Non è che non mi piaccia. Mi piace apparacchiare alla sera, per sei. Mi piace anche sentire Megamind che suona la chitarra, SuperMario che mi racconta dei ragni giganti e mi mostra tutte le case abbandonate, WonderWoman che
è felice con niente ed entusiasta di tutto, Catwoman che cerca di comprendere la realtà quantica usando sillogismi da 8enne, mi piace quando sento il rumore della porta alla sera ed arriva il Gmarito, e tutto sembra prendere una certa piega più
coerente e sensata. 
Però c'è questa cosa che non puoi scendere dalla giostra.
Non ci sono botole. Uscite di sicurezza.

Non c'è nessun odio, non c'è rifiuto.

Bisognerebbe riuscire a entrare in una bolla per qualche ora, mentre tutto il resto si ferma. Raccogliere soffioni in un prato, passeggiare in un bosco, alzare lo sguardo e vedere se ci sono ancora le stelle anche se non è il 10 agosto, sapendo che ne frattempo la vita non sta fuggendo, e nessuno sta chiamando mamma, i carciofi non si stanno carbonizzando sul fuoco,
la lavatrice ha finito la centrifuga.
Non una vera fuga, diciamo, ma un pò come marinare la scuola.


Venerdì ho portato la marmaglia (felice) dalla nonna( non so se anche lei, felice).
Già mentre tornavo a casa con la macchina vuota, mi sentivo improvvisamente padrona della manciata di ore che mi aspettavano, e padrona dei miei pensieri, perfino.

La casa silenziona.

I letti fatti, i pupazzi in posa sui cuscini. Il tavolo sgombero. 
Sono arrivati la mia lesboamica e Fa-brico da Pavia, come due vecchie coppie della media borghesia, saremmo usciti a cena, tra persone adulte.
Fabrico ha portato la cassetta degli attrezzi per risvegliare dal coma il microonde.
La mia Lesboamica mi ha portato un regalo per tossicodipendente. Un profumo da guanciale, praticamente un cerotto alla nicotina, cosicchè io smetta di sniffare detersivi.
Ho una dipendenza da profumi, al supermercato stappo di nascosto tutti gli ammorbidenti.E il Vim.

Mentre gli uomini smontavano il microonde, noi donne borghesi trangugiamo salame e Brachetto, in attesa della cena giapponese.
Mi sono sentita leggera, e non per il vino.
Gli uomini con cacciaviti e altri aggeggi in mano discutono di un'amica da montare.
No, un attimo.
Che amica da montare?
-La mica. LA MICA. Un isolante per il microonde.-
Sono diffidente, ma ci aspetta il giapponese. Fabrico è talmente un Brico-gentle-man che non v'è dubbio che all'amica da montare preferisce di gran lunga la mica isolante e l'appagamento del forno a microonde riparato.

Metto il rossetto nonostante la smorfia di disgusto del Gmarito, e andiamo. 
Persino ordinare dal menù (senza pensare a porzioni baby, mediare, censurare ordinazioni improponibili)è puro godimento.

Poi riso, chiacchere, pesce crudo, salsine, risate, nessuno sguardo all'orologio, conversazioni senza interruzioni.
Tornare a casa e fare tardi, e salutarsi sulla porta e crogiolarsi all'idea che non metterò la sveglia.
No, beh, la metterò, ma non prima delle 10.00.Farò una colazione senza inutili spargimenti di cacao, recupero di biscotti spappolati, cannucce di plastica, eliminazione di panna dalle tazze.

Ecco, bèh, questa è una ottima via di fuga.
Una botola efficacie.
Peccato che non è sempre disponibile, sotto il tappeto.
Ci vuole almeno un complice, che tenga in ostaggio la marmaglia.
E talvolta buoni amici con cui essere se stessi.

Nessun commento:

Posta un commento