17 maggio 2017

No Jesus, no party

La Gfamily ha fatto una grande festa per la Comunione di CatWoman. Ogni volta che si festeggia un sacramento, siamo tutti un po’ costretti a riscoprirlo di nuovo. Quello che mi piace ricordare ai Fantastici, è che per salvarci e ricordarcelo ogni domenica, Gesù aveva a disposizione tante idee creative, più religiose, più solenni, più spettacolari, più ascetiche. Invece ha scelto una tavolata con gli amici. La cosa più umana e necessaria: il pane per sopravvivere, il vino per farlo in allegria, gli amici per essere felici. Cioè, della serie, se Lui fosse venuto oggi, avrebbe scelto un'apericena.

Ecco perché la festa dopo la cerimonia in chiesa è così importante: conferma quello che ha voluto Lui, cibo buono, buona compagnia, convivialità.

Le regole perché tutto vada bene sono:

1)        La gente non si ricorderà se i vetri sono puliti, ma i parmigianini caldi non li dimenticherà mai più

2)        L’ottimo è nemico del bene. Ovvero, il perfezionismo può uccidere.

3)        Durante la Messa sviluppare un udito selettivo nei confronti dei commenti vari dei genitori

4)        Sviluppare all’uopo anche una vista selettiva sulle mises degli stessi partecipanti alla cerimonia. Il proprio senso estetico e del decoro potrebbe subire un trauma irreparabile. Poi dopo bisogna tornare a confessarsi.

5)        Non fare le foto in chiesa. Piuttosto photoshopperai la comunicanda con lo sfondo della Basilica: 90 bambini con corollario di parenti che voglio fare TUTTI la foto davanti all’altare necessitano di un servizio d’ordine che neanche per fare un selfie con Gabbani

La festa, che la Gfamily per scelta fa sempre e comunque in casa, è stata proprio una Festa. C’era forse un tantino troppo da mangiare, ma questa è una costante che è entrata a far parte della tradizione. Posso vantarmi dicendo che ho fatto un tiramisù memorabile. Catwoman è stata felice.

Noi le abbiamo regalato un coltellino svizzero, oggetto dei desideri da molti anni. Visto che non avevo fatto in tempo prima, l’ ho impacchettato mezz’ora prima di darglielo. E ho pensato che incartare con cura un dono, pur sapendo che pochi minuti dopo il fiocco verrà disfatto, e la bella carta stracciata, è esattamente il paradigma dell’Amore. Che si consuma.

L’amore è un continuo fare perché poi venga disfatto, preparare perché sia consumato. Altrimenti le nostre vite sono come quei bei bicchieri dentro le vetrinette, che non si usano per paura si rompano, ma così non ne godiamo nemmeno, e dunque sono morti, chiusi nelle loro bare di vetro.

Auguro a mia figlia CatWoman che del sacramento ricevuto le resti questa immagine dell’amore.


 

4 commenti:

  1. Ciao, ti leggo già da qualche anno, pur non avendo mai commentato. Sei una delle pochissime distrazioni sul web che mi concedo e mi piace un sacco leggere i tuoi post, che condivido nella sostanza e anche nella pratica quotidiana (qualche anno in più, qualche figlio in meno, ma, da quel che colgo,lo stesso cuore). Grazie.

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    1. Oddio mi sento molta responsabilità addosso... Ma se ci penso, essendo sostanzialmente piena di buoni propositi ma inadeguata... Non creo ansie da prestazioni agli altri. Grazie!

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  2. Auguri!! Quello che hai scritto è molto bello e molto vero!

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    1. Grazie. Le mie invettive simboliche e non, contro le vetrinette e le cose mai usate sono ormai famose, tra i miei figli. Sono uno dei miei cavalli di battaglia! ;-)

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