17 giugno 2012

dell'essere pronta e del fasciatoio fai da te...

Ovviamente non sono pronta.
Non sono pronta per svegliarmi ogni ora, non sono pronta per avere vestiti costellati da ricami di rigurgiti acidi. Non sono pronta per trasformarmi in una mucca, non sono pronta per questa dipendenza fisica assolutizzante. Non sono pronta per le lacrime di latte.
Rompo piatti. Dimentico finestrini aperti proprio la notte del diluvio universale. Sbaglio a centrare le porte e lascio le chiavi appese fuori dalla porta.

Ma constatando che nella mia vita non mi sono mai sentita pronta nemmeno per tagliarmi i capelli, prendo atto, e cerco di non pensare troppo.

Però la valigia dell'ospedale dovrei preparala.

Quindi, per ovviare alla mai inadeguatezza mentale, almeno ho pensato alla culla e al fasciatoio.
Il quale fasciatoio.
Il quale fasciatoio, è un mobilio che detesto. Ingombrante, antiestetico, una volta che il fagiolo si munisce di gambette efficienti, allora il fasciatoio si rivela per un inutile ammenicolo dagli sgargianti colori scoordinati su cui accatasterò tutto ciò che non ho tempo di mettere a posto.
(Ovvero valangate di roba)
Inoltre, costoso.

In attesa di partorire il fagiolo, dunque, ho partorito il fasciatoio.
Riutilizzando un mobiletto da bagno già riciclato per altri usi, e ricoperto da fumetti di topolino in un delirante pomeriggio di vinavil e pennellesse in compagnia dei porcellini (Mentre il porcellino nr 1 si metteva a leggere ogni pagina prima di appiccicarla.Tutt'oggi cerca di leggerlo quando apre un'anta).






Qui di seguito il parto documentato fotograficamente.

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