22 novembre 2012

ci ho un cellulare

Chi mi conosce sa, che col cellulare ho un rapporto di odi et amo.
Et oblio.
Et rumpo.
Sono anni che passo da un apparecchio all'altro, e ormai non lo compro più, ma mi faccio regalare quello vecchio della cognata, che lo aveva già dato ai bambini da giocare.
Uno di quei telefoni che si usavano ancora per telefonare o al massimo come sveglia.
Una mattina ha fatto la fine delle sveglie in casa mia, ovvero fracassato giù dal comodino.
Ma stavolta non si è più ripreso.
Nemmeno le bambine lo vogliono per giocare.
-Mamma, è tutto...sembra finto. Mica un telefono vero.-

Alla fine ho preso uno di quegli smartphone.
Senza la I, però.
Uno di quei telefoni che devi arrivare a pagina 14 del libretto di istruzioni per capire come si fa a telefonare, ma che se lo prendi in mano ti parte una chiamata alla suocera senza che tu te ne accorga, e che per scrivere un messaggio ti si impaciugano tutte le lettere sul tuchscreen, chè quei tastini sono minuscoli, cacchio, e le tue dita sembrano dei cotechini.

Mi sento molto trendy.

(anche se sono le 23 e il mio smartphone fa le 5.00)

1 commento:

  1. Come ti capisco! Io non ho parenti caritatevoli e quindi li compro: le facce dei commessi quando chiedo fondamentalmente come funzioni il blocco-tastiera e la prova-figli (non serve che ti spieghi cosa vuol dire, vero ;D!). Ahahhaha! Indossano quell'aria di pena, per poi tirarmi fuori la cosa più preistorica che hanno in magazzino. Altro che I-telefono :D!

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