18 febbraio 2013

MUSCETE!!!

MUseo della SCienza e della TEcnologia

La GFamily, nel giorno del mio trenta...ettesimo compleanno, voleva fare una cosa culturale.
Cioè IO volevo fare una cosa culturale. Ed educativa ed edificante, una di quelle cose che fanno le brave madri e le famiglie modello.

Quindi la domenica corrispondente al giorno in cui sono diventata più vecchia di un anno (diventando-come mi ha gentilmente fatto notare il mio papà-più vicina ai CINQUANTA che ai venti), abbiamo deciso di prendere il treno e andare a Milano al Museo della scienza e della tecnologia.
Anzi, PRIMA di prendere il treno, l'avventura è iniziata con la sveglia alle 7,30, prima grande sfida per la Gfamily, nella quale i bambini hanno subito manifestato la loro intenzione farmi pentire di volere essere una madre così attenta alla cultura.
MegaMind (di anni otto, rammentiamolo) si è fatto la pipì a letto. WonderWoman rifiutava categoricamente di assumere la posizione eretta, e una volta raggiunto uno stato di veglia ha cominciato a protestare per la mia imposizione di mettersi i pantaloni.
-Ma devo andare a MILANO coi pantaloni????-(Io voglio far la figa in tram, e sfoggiare le mie mise rosa schocking, la borsetta dell winx, e i miei 15 braccialetti multicolori.)
Catwoman voleva portarsi nello zainetto due bambole, tre libi cartonati da mezzo chilo l'uno, i pennarelli, il pongo e qualche pentolino. Poi in seguito alla nostra censura, si è tolta calze e scarpe, adducendo come scusa che una scarpa aveva una leggera piegolina che le dava noia ad un piede, e le calze avevano cuciture che le producevano un insoportabile prurito. Dopo averle fatto provare qualche nioa ad un orecchio e un prurito a due mani sul sedere, ha convenuto che avrebbe potuto tollerare le calze e le scarpe.

La Gfamily, grazie ai rinomati ritardi delle FFSS ha potuto salire sul treno designato, per arriavre, un'ora più tardi, finalmente a Milano.
Durante il viaggio SuperMario ha deliziato gli astanti con un lamento continuo e copiosi rigurgiti sulla sottoscritta.

Nel tragitto dalla stazione al Museo abbiamo avuto : seti inestinguibili, pipì improcrastinabili, calli e duroni, dolori alle ginocchia, ai gomiti, alle pancie.

Al Museo ci aspettavano lo zio Pietro e anche una mia amica, una ex collega di un'altro lavoro, in un'altra vita, in un universo parallelo, che grazie fortuite congiunture spaziotemporali (e a FacciaLibro), ho rincontrato; amica che chiamerò Amèlie (perchè assomiglia a lei, del mondo di Amèlie) e che fa uno splendido lavoro, ovvero fa parte dello staff che pensa, organizza e realizza le mostre del Museo.

Così, siamo riusciti a partecipare ai mirabolanti laboratori per bambini. I maschi sono andati al laboratorio di robotica a fare cose fiche da maschio filo-ingegneri. Le bimbe, un laboratorio in cui avrebbero dipinto usando colori tratti da alimenti (no, il marrone non era cacca. Era cioccolato. E, sì, la cacca di SuperMario avrebbe potuto essere usata per fare il giallo, ma hanno preferito usare la curcuma.).
Poi un laboratorio sulle bolle di sapone. Prima del quale:
1) abbiamo perso i maschi che non erano dotati di cellulare, apprendendo che avremmo potuto cercarli per l'eternità in quanto il museo ha una superficie di circa 4000 metri quadri
2) Ce ne siamo fatti una ragione (riguardo al punto 1)
3) Catwoman ha piantato un capriccio di proporzione bibliche, durante il quale ha continuato a far dondolare un pannello del museo alto tre metri il quale, dopo la 11esima volta che le dicevo:-guarda che lo rompi-(ma non ci credevo veramente, eh?) si è rotto precipitando al suolo e rischiando anche di decapitarla. (vabbè forse sono un pò drammatica)
4)Catwman si è OFFESA con il pannello e si è sdraiata a terra rifiutandosi di fare qualunque cosa.
5)SuperMario ha pianto ininterrottamente e poi ha vomitato lo yogurt.
 (inutile dire dove)
6) Wonderwoman ha iniziato le lamentazioni tipoche da bambina iperattiva che non può trascorrere più di 7 minuti senza fare, dire, scrivere,disegnare, cantare qualcosa.
7)I miei occhi iniettati di sangue tradivano l'irrefrenabile desiderio di distribuire sculacciate copiosamente. Ma mi son trattenuta perchè la violenza non si sposa bene con un luogo di illuminata cultura e modernità.
(ma forse lo zio Pietro non voleva che mi trattenessi)

Poi finalmente le bimbe sono state immerse nel magico  mondo delle bolle (mentre io le avrei sommerse nella soluzione di acqua e sapone) e si sono rasserenate, scoprendo che no, le bolle quadrate, non esistono.
In tutto questo cosa pensava la mia pazientissima amica Amèlie, assieme alla sua dolcissima bambina?  E' troppo corretta per dirlo. Io naturalmente ho detto la frase che dicono tutte le madri mendaci quando sono in imbarazzo a causa dei figli incoercibili:- Di SOLITO non sono così... (sì,certo, quando dormono)-
(Bè però posso dire che, sì, in effetti non sono così insopportabili tutti e quattro CONTEMPORANEAMENTE.  Diciamo che spesso ci sono delle pause, tra l'uno e l'altro.)

Fortuitamente abbiamo recuperato i maschi, in visita nella sezione di Leonardo, ma MegaMind era offeso perchè voleva vedere anche lui le bolle.

Il Museo è splendido, anche se non non abbiamo visto quasi niente, per via di quelle quattro bestiaccie, e secondo me lo zio Pietro si è talmente annoiato, che avrebbe preferito andare ad un convegno di suore sui misteri dolorosi. (Ma ai ventenni un pò di noia fa bene,è  educativa. E quindi questa giornata di cultura edificante, se non sarà servita a una fava ai miei figli, almeno sarà stata utile a mio fratello minore)

Ma non è finita qui. La mia (avventata) amica Amèlie, presa da pietà, ci ha invitati a pranzo, laddove  le mie bambine hanno dato ulteriore sfoggio di comportamenti deprecabili (e non mi riferisco al fatto che mettevano i gomiti sul tavolo) e capricci.
SuperMario ha rigurgitato sul loro cuscino.
(Sì, ecco ora lo sai. Lo yogurt non aveva ancora finito di vomitarlo al museo. Ma guarda, ho già provato: lo smacchi benissimo con lo SmacchioTutto, quello che io di solito uso come collirio)

Insomma alla fine siamo tornati da questa coinvolgente giornata di Grande Cultura Scientifica,portando a casa due grandi verità: le bolle quadrate non esistono.
E la prossima volta  che vi porterò in un museo, sarà quando sarò più vicina ai SETTANTA che ai trenta. Che tanto vi portano già con la scuola, sennò a che le pagano a fare le insegnanti?

ecco le foto






13 commenti:

  1. AHAHAHAHAHAHAHAHAH.
    Anche noi per il 36esimo compleanno del sant'uomo, due anni fa, siamo andati al Museo della Scienza e della Tecnica. La prossima volta ci mettiamo d'accordo però!!
    Sai che bello i nostri figli tutti insieme? Potremmo offririci come attrazione...

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    1. ci cacciano dal museo e ci interdiscono dai luoghi pubblici per 5 anni!!

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  2. La tua amica dice che:
    1. siamo stati fortunatISSIMI a incontrare per caso il G-marito e MemaMind, perché il museo di metri quadrati ne copre 50.000
    2. i tuoi bambini non sono le pesti che descrivi. E io ne vedo passare veramente tanti (troppi) al museo
    3. non mi risultano comportamenti deprecabili avvenuti a casa mia
    4. dello yogurt sul cuscino ci siamo accorti grazie a quel particolare afrore che, grazie al cielo, ci siamo lasciati alle spalle tempo fa
    5. se io ho ancora la mania di mettere i vestiti in ordine per colore, a te non è passata quella dello smacchiare: lo yogurt è andato via con un semplice passaggio in lavatrice
    6. avete lasciato a casa mia una sciarpa: toccherà rivederci al più presto!

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  3. (RIESCO A COMMENTARE!!! Ora sei rovinata...)

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  4. haaaaaa io ne ho solo due ma avrei fatto la stessa fine ...e se all'inizio del post ho pensato : che bella idea una domenica ci andiamo anche noi ...alla fine ho pensato che magari un po' piu' avanti forse ci andremo anche noi e da soli :D che almeno non ci sono testimoni di tale sciagura !!

    E la tua amica me la presti? Perchè di amiche cosi' comprensive io non ne ho :(

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  5. Sì, amiche così sono merce rarissima. Altrimenti bisogna avere amiche con bambini moto più maleducati dei tuoi, oppure, guardarsi tutte le puntate di SOS tata, così ci si consola. Comunque il museo lo consiglio a chi: abita vicinissimo a Milano (se non A milano), ha figli di almeno 7-8 anni, ha una intera giornata da "spendere", si organizza prima con qualche laboratorio e poi decide di visitare solo una piccola sezione. Insomma una visita di tipo "scolastico", magari con una guida. Sennò è davvero impegnativo. La mia Amica dice che destate organizzano anche la notte al Museo, in cui i bambini dormono dentro al museo, una cosa fichissima. Più che portarci i bambini io VORREI LAVORARCI. (Sì, Amelie, lo so, te lo devo mandare il mio cv, ma prima devo scriverci qualcosa dentro...)

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  6. Ehi Cate, ma tu hai studiato francese, dovresti saperlo che Amélie si scrive con l'accento così e non come l'hai messo nel blog! Tocchi uno dei miei idoli!

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    1. No, è che lei intendeva Amelia, la strega che ammalia.

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    2. uffa 'sti francofoni, io ho avvertito. Che ci sono errori di ortografia italiana e straniera. Quindi è inutile che me li rinfacciate, io non li correggo.D'ora in poi lo scriverò senza accento così ci metto meno tempo a trovarlo su questa dannata tastiera. Eppoi ho studiato anche latino, e anche greco, ma mica me li ricordo gli aoristi, e nemmeno la consecutio temporum, abbiate pazienza, il mio neurone non fa il backup. (backup l'ho scritto giusto?)

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  7. Oh mamma mia...è come quando decido di fare qualcosa per i miei nani e immancabilmente la Belva piazza capricci come se piovessero e il Vitellino piange tutto il giorno...e alla fine distesa sul divano la sera penso "ma chi me lo fa fare??? Meglio tenerli chiusi in casa tutto il giorno che almeno non faccio figure barbine in giro!!!"

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    1. ...sì, anche io lo penso, poi ci ricasco immancabilmente.

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  8. non posso che capirti! non c'è come avere un'idea che ci sembra meravigliosa e cercare di metterla in pratica per renderci conto che...forse la prossima volta è meglio averne un'altra!
    meraviglioso racconto!

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