24 novembre 2014

Felsinea viaggi

Quando si va a Bologna si parte verso l'eldorado.
Mia madre si trasforma in una gestrice di bed&breackfast, prepara camere e lenzuola, asciugamani e derrate alimentari settimane prima, preparando già il terreno fertile su cui poi io successivamente coltiverò la mia eterna inadeguatezza di casalinga.
Per fortuna c'è mia sorella che mi consola confessando che lei pulisce casa solo qualche quarto d'ora prima dell'arrivo degli ospiti e scongela prontamente generi di conforto, mentre il marito (lo zio Freezer), si mette ai fornelli.
Il viaggio rassomiglia molto a quello di shrek e fiona, in cui il mulo molesto parla ininterrottamente per tutto il tempo cantando a squarciagola o chiedendo ogni 12 minuti se sono arrivati, oppure quando arriviamo, oppure quanto manca.
Solo che io di muli ne ho quattro.
Anzi no, tre, perchè nella nostra sette posti, Megamind si mette nell'ultima fila con una pila di 30 tex willer/topolini e non lo si sente per tutto il viaggio.
Non scende neanche in  autogrill.
Noi si vorrebbe intrattenerli con quei giochi da viaggio edificanti anni 80.
La gara delle province delle targhe delle macchine, non si può più da 20 anni.
La gara dei colori delle auto nemmeno, perchè sono ormai tutte dello stesso grigio-audi.
I tradizionali vecchi canti da viaggio, "Obella ciao", "quel mazzolin", o anche "Il piave mormorava calmo e placido al passaggio"(nonna, da lassù devi suggerirmi le parole), sono improponibili, Supermario vuole cantare "Fossi Figo" di Elio e Le Storie Tese fino alla nausea.
Nemmeno le canzoni dello zecchino d'oro se le fuma più.
Forse rimane solo il rosario da 150 avemarie coi misteri dolorosi, che noi fratelli ci facevamo di quelle dormite che poi all'ultimo padrenostro di solito eravamo arrivati.
Dopo tre ore canti, balletti, urla beluine, litigi, inesauribili racconti, proteste, degli altri tre, quasi ci dimentichiamo della sua presenza muta e silenziosa.
-TUTTI ZITTI!-
-Megamind, parla, hai qualcosa da dire?-
Lui alza gli occhi dal fumetto.
-Sono innocente-

A Bologna, ci sono le Cose Di Bologna.
'Per esempio quest'anno mia mamma ha finalmente comprato il Nesquik, cedendo al bieco consumo di jankfood malsano e pieno di conservanti, ma no.
-No, nonna, noi vogliamo il tuo cacao amaro. Quello nel barattolo di latta rosso, quello che ci vogliono tre quarti d'ora a sciogliere nel latte, perchè completamente idrorepellente.-
E' il cacao di Bologna, scusa.

Poi ci sono i giochi degli zii quando erano piccoli.
Che sono di quando erano piccoli, però sulle scatole ci sono scritti a penna i nomi dei legittimi proprietari che non si sa mai; che la Zia A. da un momento all'altro potrebbe riprendersi la casa dell'800 dei playmobil,  lo Zio d'america si potrebbe portare oltreoceano il Fortino dei Nordisti e Sudisti, lo Zio Peter S.G. rimpiange gli omini G.I. Joe, mentre lo Zio Giacca litigherebbe con tutti per rivendicare la proprietà dell'immenso sacco pieno di lego.

A Bologna i bimbi mangiano prima, in cucina, come nell' ottocento, ma prima di mangiare esigono un antipasto sottoforma di salame, elargito dal nonno.
Il Cibo è un argomento di conversazione, il menù è oggetto di pianificazione mattutina.
Si sorseggia il  tè e si decide se fare tagliatelle al ragù, o tortellini. Roastbeef o arrosto al latte. Risotto al sugo di moscardini o spaghetti alle vongole.
Si ingrassa solo col pensiero.

Io torno un pò figlia, e anche un pò fidanzata, mi sveglio ad orari scandalosi, ci scappa pure un cinema, e prima di assuefarsi ai portici, alle dormite, alla libertà e alla spensieratezza, si torna nella Terra Dei Longobardi.

Quella della cassoela, per dire.
Laddove non si può che lavorare e camminare sotto la pioggia senza il conforto di un portico degno di questo nome.











1 commento:

  1. I romagnoli...I love!!!! E per inciso il mio migliore amico aveva il fortino dei nordisti e dei sudisti...che giocate!

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