21 luglio 2015

Lontano lontano

Vacanze della Gfamily.
LaGfamily è andata in vacanza e ha fatto una cosa nuova. Per me, fare cose nuove è entusiasmante ed eccitante come per un bambino che per la prima volta va in altalena in piedi anziché seduto, ma ovviamente mi fa anche un po’ paura. Non è un caso se quando facevo l’educatrice, le “mie” ragazzine di 15 anni mi chiamavano “la nonna”.
Fare nuove esperienze e cambiare prospettiva pare faccia diventare più intelligenti, e funziona un po’ come la selezione darwiniana: se non muori, ti evolvi. Visto che non basta dormire con la testa al posto dei piedi (del letto, intendo, eh), quest’anno abbiamo deciso di fare due (DUE) settimane al mare (e questo è già un evento rispetto alla settimanella solita, che ora che ti sei abituato e ti è finalmente passata la stitichezza da cambio d’ambiente, è già ora di tornare.) Inoltre, il Gmarito ha proposto un luogo davvero lontanissimo, praticamente superate le Colonne d’Ercole, addirittura dopo Eboli, in un luogo remoto che sono andata a cercarmi sulla cartina geografica politica dell’Italia sul libro di Geografia di Megamind.(solo così si impara geografia, lo sappiamo, andando a vedere se la Campania è davvero di colore arancione come mostra la carta).
Vent’anni fa, anno più, anno meno, il Gmarito, allora giovane ragazzo biondo (si lo, nemmeno io ci credevo che fosse biondo), era stato qui, alla Baia del Silenzio, a Palinuro. Probabilmente avrà dragato di brutto, avrà un sacco di ricordi che prima o poi gli estorcerò, ed è stato felice di sapere che, se non il suo fascino biondo, almeno il luogo esisteva ancora. E valeva la pena di provarlo.
E’ un villaggio di bungalow immerso in un uliveto a picco sul mare, bellissimo panorama mentre scendi verso il mare, momento in cui ti riproponi di fartela a piedi anche al ritorno per rassodare i glutei, cosa che ovviamente non farai alle 13,00 con 39 gradi. Quindi mare, piscina, babyclub (che ovviamente Megamind ha schifato), animazioni più o meno moleste, balli di gruppo in spiaggia, lo yoga mattutino a cui sarei voluta andare ma non sono riuscita, ma poi a vederlo mi è sembrato di più ginnastica per la terza età, pedalò, canoe, campi da tennis e calcetto a disposizione, serate organizzate cui i Fantastici 4 ci costringevano ad andare, compresa la bebidenz a cui superMario non poteva assolutamente mancare.
Quando arrivi in vacanza e hai davanti due settimane, è come se avessi davanti un grande terrazzo, vuoto, sconfinato, pensi di avere tantissimo tempo per fare di tutto, e nel contempo vuoi fare tutto, ottimizzare i tempi, riempire tutte le caselle. Ti alzi presto, fai colazione, mandi Megamind al corso di vela alle 9 in punto, che in spiaggia si arriva nelle ore più fresche si sa. Poi i giorni passano e ti rilassi, indugi sul caffèlatte sulla terrazza, te la prendi comoda, si pranza alle due, tanto chi ci corre dietro, ci sta la penichella che fa un caldo porco, ceni alle nove, insomma ti riposi davvero e dimentichi l’orologio. Arriva venerdì, il finesettimana, ma tanto ci sono ancora altri 7 giorni, ti sembra una eternità. Poi, arriva martedì della seconda settimana, e già cominci a pensare che se non prenoti la gita alle Grotte, poi finisce la vacanza che te le sei perse. Pensi, tra due giorni è venerdì, quindi è il finesettimana, e visto che si parte domenica, la vacanza è quasi finita. Perché il mio cervello ragiona così, e forse è così pure la vita. Il terrazzo sconfinato si riduce ad un balcone, e poi ad una finestrella con vista. Ora sì che vorresti ottimizzare ogni istante, ma l’effetto novità della vacanza si è già trasformato in rilassata abitudine, ti sei già accomodato, l’ordine che tentavi di conservare nel piccolo appartamento i primi giorni, si è trasformato in allegra anarchia. E allora, glie la dai su, e decidi di lasciar correre così i giorni che mancano, senza ottimizzare, senza contar minuti, semplicemente contemplando, senza la paura della noia, nemmeno quella dei bambini, che a noi genitori ci mette in crisi, e gli rispondiamo: ma come, questa bella vacanza, che ti abbiamo pagato PURE il miniclub, e fai tennis, e fai un giro in canoa, e vai tutti i giorni al corso di vela che son già tutte attività pagate.
No. E’ terribile, se ci si pensa.
 Megamind mi sembra un po’ disadattato, perché sta ore con la maschera a guardare il fondo del mare e tentare inutilmente di catturare un granchio sugli scogli. I ragazzetti della loro età se ne stanno in gruppetti a giocare a pingpong. Lui solo, a fantasticare, a sparare acqua col suo mitra, a fare castelli di sabbia da solo.  Ma se ripesco i ricordi dalla memoria anche io ero un po’ così, ci si annoiava, d’estate, da bambini. Si stava ore a contemplare, a guardare, ad oziare nel caldo, annusando l’aria, e inventandosi giochi anche solitari, eppure i miei genitori non se ne preoccupavano un granchè, e nemmeno io. La verità è che per riposarsi, bisogna annoiarsi. Ma nella noia c’è anche dell’altro. La scoperta di se stessi, il tempo per pensare, per vivere il tempo in maniera non consumistica, non come un processo industriale su cui fare un controllo qualità e l’ottimizzazione dei costi. Quante e quali attività ed esperienze nuove riesci a far entrare in 15 giorni, non sono la misura del successo del periodo di vacanza.  E in due settimane c’è tutto quel che serve: l’entusiasmo, la scoperta, la novità, ma poi anche il riposo, il vuoto, la noia, la contemplazione lo “spreco” del tempo.






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