8 aprile 2016

espiazione del cazzeggio

Siamo sincere con noi stesse.
Noi stesse intendo le due Me, quelle che litigano spesso quando una delle due non dorme.
Siamo sincere.
Ultimamente, mi sentivo un pò in colpa quando la gente mi compativa per la gamba rotta, e anzi pure addirittura si congratulava con me, per come ero brava a non abbattermi, e come ero organizzata, come ero sorridente nonostante tutto. Mi sentivo un'usurpatrice del titolo di Santa donna con quattro figli (relativamente) piccoli da gestire, in quanto:
1. Passati i primi 20 giorni di sofferenza, non potendo fare letti, stendere, stirare, pulire, riordinare più di tanto, ero OBBLIGATA a stare a letto e RI-PO-SAR-MI. 
2. Ho guardato una trentina di film
3. Non mi sono truccata per un mese
4. Il Gmarito ha sempre portato lui la spazzatura fuori
5. Ho finito il mio terzo libro
6. Disegno e scrivo il blog
7. Dormo 
8. Cucio
9. Posso mettermi addosso qualsiasi cosa senza preoccuparmi di abbinamenti
10. Sono dimagrita pure due chili.

Poi ho iniziato la fisio-terapia. E la sofferenza. 
E la ginnastica a casa con degli elastici che uno di questi giorni me ne sfuggirà uno di mano colpendomi in faccia e mi salteranno tutti gli incisivi e forse anche la retina, e insomma sì, ecco, sono di nuovo madre coraggio. Pure sfigurata.

Sto espiando.

....Avrò una gamba più corta dell'altra, zoppicherò per l'eternità, il ginocchio mi rimarrà storto, probabilmente non potrò più portare i tacchi, e forse mi crescerà pure la gobba.

(questo è lo stacchetto melodrammatico)




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