25 novembre 2016

percorsi himalayani



Ore 14,20.

-Megamind, sono tornata, ma in realtà non ci sono. Sono qui ma ho un assoluto bisogno di dormire almeno mezz’ora, per cui, ecco, ti ho preparato il pranzo, ma io vado a perdere in sensi in camera mia, ti prego non mi disturbare. Grazie. E comunque no, non mi sentirò in colpa se faccio una penichella perché se non la faccio mi trasformo nella Madre isterica, presente?. Quindi, ciao-

-Ah. Ok.-

Mi getto sul letto disfatto (no, io non ho tempo di rifare il letto la mattina, se ho 5 minuti in più preferisco usarli per bere più lentamente il caffè). Dopo 2 minuti le gatte vogliono entrare. Dopo tre minuti le gatte vogliono salire sul letto. Poi cominciano a farsi le unghie sul copriletto. Caccio un urlo animalesco e finalmente la piantano. Sono su un lama e sto salendo sull’Himalaya, un cielo stellato che neanche in superquark è sopra di me, risuonano i tamburi tibetani, sento che sto per avere una rivelazione sull’universo: posso fare i pancake?

-Eh?!?-

-Mamma, scusa. Sono io, Megamind. Non è che volevo svegliarti. Ma DEVO fare i pancake-

-Fai quello che vuoi, ma lasciami dormire-

-e la ricet…-

-Internet. Fai, arrangiati, lo so, ce la puoi fare.-

Megamind se ne va, consapevole che la cosa più difficile non sarà prendere la ricetta, accendere il fornello, regolare la fiamma e cuocere i pancake da entrambe i lati in maniera perfettamente dorata. Ma sarà capire dove si trova la farina, il lievito e lo zucchero. Ma io non posso. Devo arrivare al campo base del K2, lo sherpa mi aspetta.

Passano forse 10 minuti in cui ovviamente io non sono riuscita a ritrovare il sentiero Tibetano, che sento bussare.

-Ciao, Mamma-

E’ incredibile come non lo sfiori minimamente il dubbio che io possa saltargli alla gola. Cioè lui probabilmente pensa che io possa rispondergli anche se contemporaneamente sto dormendo, essendo la Madre e quindi dotata di una coscienza che non si può spegnere. Mai.

-Mamma, mi chiedevo, sai. Se la consistenza della pastella era giusta. Ah. Ok. Ho capito. Mi arrangio-

Se ne esce, chiudendo pianissimo la porta. Perché lui crede-appunto- che io, mentre lo guardo con occhi pesti e minacciosi avvoltolata in un groviglio di plaid e gatti, stia appunto in realtà ancora dormendo.

Ma ormai, non c’è niente da fare. Ovviamente il trekking sul K2 è andato a catafascio. Si insinua il senso di colpa.  E’ così. La coscienza della madre-nemica della madre stessa- non si spegne mai.

Mi alzo e trovo Megamind in cucina che cucina allegramente pancake impilandoli ordinatamente su un piattino. Intorno, ovviamente c’è il caos cosmico sottoforma di ciotole sporche sparse, tortellini avanzati, farina come neve sul pavimento.

Megamind mi guarda con la paletta antiaderente in mano:- Ah, ti sei svegliata. Vuoi un pancake?-

A quel punto, nel dubbio se strangolarlo o baciarlo, scelgo saggiamente di accendere la macchinetta del caffè.
E mi avvio a prelevare i rimanenti Fantastici sotto un diluvio che neanche nelle stagioni monsoniche in Tibet. Nel caso esistano.
 

 

 

 

 

3 commenti:

  1. Ti avrà pure impedito di dormire, però che carino!! Ciao Hysterik, ti seguo da molto ma non ho mai commentato.. Siete fantastici! Nico

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    1. Grazie Nicoletta! Sì è stato molto carino. Infatti il mio problema è quello di cercare di fare cose utopistiche come x esempio dormire con uno dei Fantastici presente in casa. Dovevo puntare fin da subito al caffè!!! ;-)

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