La donna,
dopo una giornata di lavoro, entra in cucina e nota che il pavimento è sporco.
No, non è
sporco. Il pavimento “fa schifo”. Prende la scopa e mentre lo fa, intravede il bagno di
servizio.
Anche il
bagno fa schifo: c’è la
sabbietta dei gatti sparsa.
Allora spazza la sabbietta e, già che è lì, pulisce
la lettiera. Porta fuori dalla porta sul pianerottolo il sacchetto con le
defezioni feline e si accorge che le piante ivi alloggiate sono mezze morte.
Allora va in cucina (borbottando che questo pavimento fa veramente schifo) e prende
l’acqua per annaffiarle.
Mentre
le annaffia toglie le foglie morte e va a buttarle, accorgendosi che il bidone
dell’umido è pieno. Allora lo svuota e pulisce il secchio e lo porta giù in
cantina. Rientra in casa e nel farlo si accorge in controluce che il pavimento
è pieno di gatti della polvere che veleggiano indisturbati.
Quindi, avendo una avversione
psichiatrica per questi pseudofelini dotati di misteriosa vita propria, prende
lo swiffer e comincia a passarlo nelle stanze constatando una invasione di
gatti(della polvere) e peli di gatti(veri).
Quando arriva nella stanza delle
bambine raccoglie quattro paia di mutande che, non venendo assorbite dallo
swiffer, vengono portate nel cesto della roba sporca. Ivi si accorge che il
cesto è pieno e, già che è lì, carica una lavatrice.
Nel fare la lavatrice, le
sovviene che l’asciugatrice ha terminato il ciclo la sera prima e gli indumenti
giacciono lì ormai accartocciati e instirabili per l’eternità. Allora si reca
in veranda per svuotarla, laddove inciampa nella valigia che ha disfatto il
giorno prima.
Odiando lei le valigie (vuote o piene che siano) in quanto le
danno un senso di instabilità e precarietà da profugo, decide di metterla nell’armadio
preposto: qui è necessario un gioco di abilità per inserire una valigia dentro
l’altra come matrioske imperfette e trovare l’unica posizione alchemica che
permette all’armadio di chiudersi. Naturalmente appena apre l’armadio per
iniziare l’operazione, le si riversa addosso: un barattolo di acqua ragia, la
borsa del nuoto, il monopattino smontato di SuperMario e i trasportini dei
gatti.
Decide allora che è arrivato il momento di dare un ordine razionale e
dopo 45 minuti chiude l’anta dell’armadio in cui tutto risulta perfettamente
incastrato fino al prossimo viaggio.
La donna torna dunque sui suoi passi
a prendere gli indumenti accartocciati come origami folli e va in camera sua,
dove alloggia una torre di ceste, che neanche con il Kapla, su cui vengono
adagiati gli abiti da stirare o piegare. Mentre è in camera, non può fare a
meno di notare le scarpe sparse ovunque. Decide che è arrivato il momento di
metterle in ordine. Dunque raccoglie le calzature e le mette, ognuna in un
sacchetto di stoffa, come le ha insegnato sua madre, dentro il guardaroba. Il
Guardaroba è il rifugium peccatorum di sacchi per la caritas e altri oggetti
senza fissa dimora, ma che devono sparire alla vista. Uno spettacolo
insopportabile. La donna accatta subito un enorme sacco contenente una trapunta
macchiata dal 2003 e va a portarla nell’ingresso laddove, inciampandovisi, non
potrà fare a meno di portarla in tintoria. Nell’ingresso viene colpita dall’ammasso
di cappotti e giacche appese all’attaccapanni che incombono su di lei come
anime in pena. Non può resistere a quella vista così antiestetica e comincia a
smistarle.
A quel punto approda nella stanza dei maschi con vari capi spalla,
alcuni passati di misura. Ma questa stanza fa
schifo. Intanto
comincia ad aprire la finestra per non morire a causa delle esalazioni prodotte
dalle scarpe del tredicenne e poi aggredisce i letti.
In mezzo alle coperte trova vari
indumenti che devono essere sottoposti a lavaggio e li getta per terra creando
un mucchio davanti alla porta. Si guarda intorno notando quanto sia disarmonica
e disordinata quella stanza e inizia a mettere a posto le mensole, accorgendosi
che c’è uno strato di polvere che neanche nelle camere mortuarie delle piramidi egizie. La donna
dunque torna in cucina, laddove era iniziata la sua avventura per prendere lo straccio
della polvere.
In cucina però il pavimento, fa schifo.
Il risultato è che la casa è un
completo casino, la donna è sfinita e il pavimento della cucina fa ancora
schifo.
Oh mamma mi hai fatto piegare...sarà che io quando sono in casa passo tutto il tempo a riordinare un disordine perenne ma non so come uscirne
RispondiEliminaNon se ne esce infatti. Si autogenera senza speranza. Ne usciremo solo quando passeremo a miglior vita secondo me.
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