31 gennaio 2018

La madre nera


Presente le cose che non ti dicono quando stai per diventare madre?
Lasciamo perdere tutte le ovvietà  solo apparentemente drammatiche. 
Sono tutte boiate.
Cioè, cose vere: non dormirai più, non farai più la cacca da sola, passerai i weekend a fare riassunti e calcoli coi regoli, sarai costretta a partecipare al girone infernale delle feste di compleanno tutte uguali in posti seriali,sarai perseguitata dalle chat di classe, diventerai grassa o sciatta, la serata più eccitante della tua vita sarà quando bevi la grappa lasciata dai bambini per la befana, avrai il crollo della libido, sarai pelosa  e stitica, e una infinità di altri scenari deprimenti che comunque prima o poi qualche simpatica donna inacidita dalla menopausa ti sciorinerà con un perfido sorrido al supermercato.
Ma la vera cosa che nessuna donna (giacchè gli uomini- esseri dotati di solo tre stati d'animo di cui uno è il sonno- non lo sospettano) mai ti dirà, che una volta diventata madre nutrirai dei sentimenti bui, oscuri e terribili nei confronti del fglio.
E non parlo della condizione psichiatricamente instabile dello stato di prigionia dovuto al figlio neonato, no anzi. Dopo, con l'uso della parola e del libero arbitrio, sarà peggio.
Se hai più figli, poi ce ne sarà uno in particolare che instaurerà con te una dinamica perversa in grado si sucitare in te non dico sentimenti indegni di una madre, ma indegni di un essere civilizzato.
Non lo sai perchè. Ma lo/la odierai. Prenderlo/la a sberle ti parrà l'opzione più civile, perchè alla tua mente si affacceranno scenari ancestrali e primitivi che il tuo subconscio non dovrebbe far affiorare.
La tua anima diveterà nera, odierai tuo figlio come un nemico e contemporaneamente sarai:
-divorata dal senso di colpa per ciò che hai pensato
-sollevata dalla constatazione che i freni inibitori ancora funzioananti ti impediscono di strappargli tutti i capelli o ribaltarlo/la a suon di mazzate
-frustrata dal non poter fare le cose esattamente sopradescritte
-costernata nel constatare che egli o ella non sospetta minimamente del rischio mortale che corre, ma ti dice: Chissene. Lasciami stare. Vattene.Sei isterica. Non rompere.

fino al crollo psichico che ti porterà a mollargli almeno un ceffone per alleggerire la pressione interna pari a quella di un geiser tappato.
Comunque andrà sarai un mostro.
Sdoganiamo sto fatto: a volte tuo figlio/a è uno stronzo.
E la Madre semtte di essere l'adulto che lo ha partorito- giubilante- con dolore, e donato i suoi anni migliori e si trasforma in Medea col ciclo.

Dobbiamo convivere con questa verità tabù, e tramite messaggi non troppo subliminali far capire alla progenie che sì, la Madre può diventare terribile.
Perchè l'amore della madre è un amore terribile che la tiene sotto scacco eterno, incarcerata.

3 commenti:

  1. Cioè questo post dovrebbe girare in tutti i reparti maternità del mondo, nelle chat, nei forum! Questo post è quanto di più crudo e vero abbia mai letto sull'essere madre!
    Grazie per non farmi sentire sola, grazie per urlare anche tu ai 4 venti che essere madri è anche avere un lato nero che ti fa sentire in colpa.
    Questo post è mitico, tu sei mitica!

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  2. Grazie.Ho scritto questo post con fatica, e non so se si percepisce appieno la rabbia e la ferocia delle emozioni che a volte si impossessano di me. Sopratutto uno dei fantastici riesce, (vuole?) che il mostro esca, mette in atto le strategie migliori perchè io dia il peggio di me, e poi mi dice: non mi vuoi bene. Perchè è l'amore il terreno su cui si gioca, ed è per questo che la sconfitta sono sempre io, se non riesco a dominarmi. Ho già fatto molta strada. Primo, smettere di mettermi al centro me, i miei bisogni emotivi di quell'attimo, le aspettative che proietto sul figlio. Secondo, ripetendomi che l'adulto sono io. Terzo ripensare a quando ero piccola, quando sperimentavo la collera esagerata di un genitore e come la percepivo. Insomma, ho tutto il diritto di arrabbiarmi, di pensare che in quel momento mio figlio faccia lo stronzo-magari anche apposta-, di sgridarlo e anche di provare dei sentimenti politicamente scorretti nei suoi confronti. Ma sempre senza perdere il controllo del tutto. E, se succede, saper chiedere scusa (sulle modalità) senza avere paura di perdere autorevolezza.

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  3. Tutto quello che dici è vero e mi ci ritrovo in pieno. Perdere il controllo, sapere quando fermarsi, quando invece chiedere scusa, sapere che sei umana e che anche loro lo devono sapere.
    Penso che alle volte chiediamo la perfezione a loro, ma perché la chiediamo anche a noi. Pretendiamo da loro perché pretendiamo da noi.
    Dovremmo smettere di pretendere, ma sinceramente penso anche che la vita pretende ed è giusto insegnargli che purtroppo non ci si può sedere sugli allori. Non sempre.
    Ce la faremo. Noi e loro. Spero...

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