15 marzo 2018

Lei, senza paura.


Ho conosciuto una donna senza paura. Che è diventata un'amica.
Ha tre figli, sorride molto e rianima la gente. Il suo lavoro quotidiano comporta sperimentare la soglia tra la vita e la morte, quella zona inconoscibile in cui sospese rimangono persone,corpi e coscienze.
Dev'essere un pò come essere l'Assistente personale di Atropo, una delle tre Moire, quella che ad un certo punto taglia il filo della vita dei mortali.
E' per questo che lei non ha paura. Perchè ha dimestichezza con l'inconoscibile.
O forse perchè è bergamansca.
Le due cose insieme aiutano.

Lei non ha paura. 
Lei, alle undici di sera, alla fine di una cena assieme, è capace di invitare a casa sue le tue due figlie a dormire, in aggiunta alla sua prole, arrangiandosi con coperte e materassini.
Lei ha fatto una cosa che mi pare si chiami recuperi sanitari, ovvero andare in paesi desolati e possibilmente del terzo mondo (per i quali occorrono 15 vaccinazioni e quattri scali aerei) per rimpatriare italiani caduti malati che si trovano in sanatori infestati da zecche che il Lazzaretto manzoniano a confronto è una clinica svizzera.
Lei fa le notti come medico sull'ambulanza.
Lei guida il camper in Danimarca e quando finisce per sbaglio in Svezia, LEI non si fa prendere da una crisi di panico traumatizzando i figli e pensando che sarà condannata a vagare per lande svedesi per il resto dei suoi giorni, mangiando solo polpette ai mirtilli, senza mai più trovare la strada di casa.
Lei guida, anche se non conosce la strada a memoria, e non confonde il Lago Maggiore con il Mar Ligure. 
E se sbagliasse strada e si ritrovasse a Genova, andrebbe a Palazzo Ducale a vedersi la mostra su Picasso.
Lei prende seriamente in considerazione l'idea di andare in Grecia in macchina, passando per il Montenegro, senza presagire rapimenti, incidenti d'auto giù per immaginari burroni lungo strade sterrate, imboscate di briganti appostati nelle foreste.
Lei organizza vacanze itineranti con tre bambini in cui programma di vedere una cosa diversa OGNI giorno.
Lei quando va in vacanza non si porta dietro una valigia di farmaci, dall'antiparassitario al clistere.Perchè non spalanca danti a sè scenari apocalittici.
Lei non appiccica dietro ai caschi da sci dei bambini le lucette rosse lampeggianti delle bici, nè pensa che uno dei suoi figli sia caduto dalla seggiovia, solo perchè si è fermata per 5 minuti e ha visto partire il gatto delle nevi.
Lei non vive nella paura che qualcosa di brutto possa accadere, o di non essere capace, o di fare troppa fatica.
Lei quando vuole una cosa, probabilmente se la prende.

Lei la definerei una persona spartana, immaginando che da piccola per temprarla la facessero lottare nuda nella neve, perchè i bergamaschi, si sa. Sono duri e puri, nasci bambino ma devi diventare subito uomo. Anche se nasci bambina.
E' spartana, ma è anche amante della bellezza e dell'armonia. Perchè non ha paura delle contraddizioni, e forse questa è una delle poche cose che abbiamo in comune.
Il Gmarito dice che io tendo a mitizzare le persone, ma non è vero. Di certo ammiro (oltre al suo stacco di coscia) quei lati della personalità che vorrei avere anche io. Di solito questi lati hanno a che fare con l'essere adulto.

Che so io, non nutrirsi di paure e sensi di colpa. 
Bere superalcolici.
Organizzare la propria ed altrui esistenza.
La costanza.
Molta costanza.
Il contenimento emotivo.
E la forza di volontà.





3 commenti:

  1. Io sono in parte d'accordo con il Gmarito, anzi credo che tu mitizzi gli altri svilendo te stessa.
    Io sono una che non ha paura, fa vacanze itineranti e non mi preoccupo troppo pensando a scenari apocalittici. Ma potrei essere vista come una mamma che se ne frega dei suoi figli, magari mi vedono pure loro così.
    Nessuno è un mito, tutti siamo umani e imperfetti. E diversi, grazie al cielo, che tra perfezione e uguaglianza si morirebbe di noia!

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  2. Ma sei fantastica, adesso mitizzerò anche te!
    ;-)
    A parte gli scherzi, io mi mortifico molto su alcuni miei limiti, perchè me ne sento responsabile. Ho fatto qualche passo in avanti, ma la paura è una cosa che mi condiziona ancora moltissimo.
    Più che mitizzare le persone, io cerco di farmi ispirare dal loro modo di affrontare alcuni aspetti della vita. Mi rendo conto che non esiste una persona senza difetti, e alcune persone per esempio ammirano me per cose che mi vengono facili, che non mi costano fatica. Ci ho messo molti anni ad imparare a perdonare le mie imperfezioni, a riderci su e fare dell'autoironia. Io non desidero essere LEI, ma imparare da lei. E' la bellezza della diversità e dell'amicizia!

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  3. Essere severi con sé stessi è dura, perdonarsi ancora di più. Capisco bene questo tuo atteggiamento, sono anche io un po' così, ma ho imparato che se devo farmi ispirare da tutti quelli che fanno qualcosa di meglio di me, mi fa sentire ancora peggio perché non potrei mai riuscirci!
    Come dici tu, spesso certe cose ci vengono semplicemente facili perché sono dentro di noi. Un'artista non sarà mai ordinato, preciso e razionale, altrimenti non sarebbe artistico. E' questo il senso!

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